Il problema principale di scrivere tutti i giorni non è avere troppo poche idee, ma piuttosto il contrario.
Ho notato ultimamente che la difficoltà maggiore, quando mi metto a scrivere, è che nella testa compaiono mille parole, mille strade da percorrere, mille potenziali articoli e buone idee da condividere.
Che cosa faccio oggi? Scrivo qualcosa sull’apprendimento? Scrivo qualcosa sui sogni? Scrivo qualcosa di filosofico? Scrivo qualcosa di concreto? Scrivo qualcosa di mirato per i motori di ricerca? Scrivo qualcosa di più rilassato?
Mentre tutti questi pensieri mi affollano la mente come un’autostrada piena, mentre guardo il foglio bianco davanti a me, mi accorgo di questo fatto. Non è tanto il foglio bianco, il problema, sono tutti gli altri fogli possibili!
In questo caso, per migliorare le cose e concludere il pezzo del giorno, ci sono alcuni accorgimenti che aiutano:
- Innanzitutto, accorgersi che avere troppe idee è un problema molto diverso dall’averne troppo poche. Andrà, di conseguenza, risolto in modo diverso.
- Se è un po’ di giorni che non corro, correre aiuta molto in questo senso, schiarisce i pensieri e porta nuove buone energie a tutto l’organismo in generale, cervello compreso (e dita).
- Cercare di superare l’ostacolo più grosso: battere a macchina tutte quante le lettere necessarie ad esprimere ciò che ho dentro. Uno degli scogli più duri, che tu ci creda o no, è rappresentato proprio dal digitare. A volte non ne ho semplicemente voglia, di starmene lì seduto per un’ora o due a schiacciare tasti come un forsennato. La soluzione è trovare una postura comoda, prepararsi una bella tisana, mettere su della musica, e concentrarsi su un proposito positivo, come quello di aiutare qualcuno o di raggiungere una persona che ha bisogno di questo messaggio.
- Un’altra difficoltà di questo processo è che a volte ho una “coda di idee” lunghissima, e purtroppo un solo articolo al giorno per esprimermi. In questo caso, mi devo ricordare ancora una volta che avere tante idee è una bella cosa, e la soluzione consiste nel cercare di dare una priorità alle stesse, mettendone una in cima e parlando di quella. Talvolta è difficile decidersi, e in quel caso è sufficiente prenderne una a casaccio e partire con quella. Cominciare qualsiasi cosa è molto più utile e prezioso e interessante che passare tutta la vita a cercare la cosa giusta.
Come avrai notato, questi passaggi possono essere applicati anche nel caso di altri impegni creativi. Magari disegni tutti i giorni, magari scrivi storie, magari fai musica… Il problema di queste persone è sempre lo stesso mio che ti ho raccontato a inizio articolo, ne sono convinto. Non è tanto il “non so che cosa suonare/scrivere/digitare/dipingere/raccontare”, ma più che altro il “ci sono troppe cose che vorrei creare, troppe idee che vorrei portare fuori”.
In questo caso quindi spero che questo articolo ti sia di aiuto.
Qualche anno fa avevo coniato un neologismo, il termine estelligenza, per riferirmi alla capacità di portare fuori in maniera creativa ciò che si ha dentro.
Si potrebbe dire che ogni attività creativa è collegata con il rafforzamento di questa caratteristica. Ci sono dei modi e dei metodi ben precisi per farlo, e come al solito i principi sono sempre gli stessi: bisogna allenarsi, bisogna praticare.
Oggi ad esempio mentre camminavo stavo riflettendo su una cosa. Troppe persone credono che mettendosi davanti a una tastiera, a una tela, a una telecamera, il “segreto” per fare un buon lavoro consista nell’impegnarsi al massimo in quella mezz’ora di video/articolo/capitolo/dipinto/interrogazione. La verità è che quella mezz’ora non vale nulla. Quando il trombettiere dell’orchestra inizia a suonare, da lì in poi fino a quando finisce, per lui la serata è già cosa fatta, la sua performance è già sotto chiave. Lo stesso vale per il giocatore professionista di biliardo, o di freccette.
Quando invece tra amici giochiamo a freccette o a biliardo al bar, ci impegniamo in tutti i modi per far sì che la nostra partita sia la migliore, “ce la mettiamo tutta”, ma la verità è che non c’è niente da mettere. Non a quel punto, almeno. L’unico modo per migliorare consistentemente consiste nel praticare consistentemente, e a lungo. Chi si è allenato più ore, vincerà, e chi si è allenato meno ore no. Sembra un fatto incredibile, ma è assolutamente vero e misurabile, e tra l’altro lo trovi raccontato nel dettaglio nel libro Talent is Overrated, ad esempio.
Quindi mentre 5 anni fa facevo un sacco di fatica a immaginarmi come sarebbe stato avere un blog e metterci su un articolo intero, oggi per me fare una cosa del genere non è praticamente più nemmeno una sfida. Ciò non significa ovviamente che tutto sia facile, all’opposto.
Man mano che si cresce, man mano che si migliora, compaiono di volta in volta nuove sfide, nuove vette, nuove difficoltà da superare. E questo è il bello della pratica, della crescita consapevole, e dell’automiglioramento.
Ad oggi, per esempio, per mettere un po’ di pepe nella mia vita da blogger ho dovuto sfidarmi a scrivere un articolo al giorno per tutti e 366 giorni dell’anno (a volte video sul canale o audio sul podcast).
Se una volta facevo fatica a trovare qualcosa di cui parlare, oggi invece ho altre cose a cui pensare. Facci caso, talvolta le sfide ai livelli alti sono molto più “banali”, sono molto più semplici, e sono anche però molto più difficili da affrontare. Ad esempio, trovare il modo il tempo e la motivazione di sedersi a scrivere per un’ora tutti i giorni, o ancora il selezionare rapidamente una delle 10 idee che hai in testa prima che il tempo passi buttandoti fuori dalla zona di flusso.
La difficoltà delle sfide aumenta man mano che si procede nel percorso, tanto che ai livelli più alti, se ci pensi, diventa impossibile persino immaginarsi che tipo di difficoltà quelle persone stiano affrontando.
- Che cosa faceva Einstein per elaborare e raffinare le sue teorie?
- Che tipo di domande si poneva Leonardo Da Vinci?
- In base a che cosa James Joyce decideva l’argomento dei suoi romanzi e dei suoi capitoli?
Non so a che cosa pensano i migliori, ma si potrebbe dire che tutti quanti hanno sempre puntato a una cosa sola.
Evolvere le capacità, evolvere i problemi, evolvere le difficoltà, trovarsi in un luogo e in un corpo e in una mente completamente diversi, con un cuore diverso, con un modo diverso di guardare il mondo, di guardare se stessi, di guardare la propria pratica, di continuare a praticare, a crescere, e a migliorarsi…