Anni fa come alcuni sanno soffrii di depressione, per un anno circa non riuscivo a fare nulla, a malapena uscivo di casa. Non è stato facile “uscirne”, ma se ne esce mai da momenti di crisi? E soprattutto, come?
Siamo abituati ai problemi facili, alle soluzioni veloci. Questo ci ha viziati molto, negli anni. Abbiamo perso il dono di vedere le difficoltà come a delle cose positive.
Io vorrei che ogni italiano sorridesse durante la situazione attuale. Sono in contatto con alcuni amici, e ne stiamo parlando.
Vale la pena intristirsi così tanto, preoccuparsi così a lungo, vivere nel terrore costante e nella preoccupazione? Il problema è che questo è un atteggiamento che ci sconfigge in partenza, solo in virtù del fatto che lo adottiamo.
Quando ero depresso non avevo speranze immediate, un po’ come nella situazione attuale, speravo che prima o poi “tutto si sarebbe risolto”, magicamente. La verità è che niente “si risolverà”, mai. I problemi li risolvi tu, o non li risolve nessuno, soprattutto i problemi più interiori.
Ogni problema può essere visto come un problema interiore, tuttavia. È necessario disperarsi e fare la faccia preoccupata, per questa situazione? È per caso utile? Bada bene che il livello di gravità non conta affatto. Puoi esserti appena accorto di avere la camicia macchiata, puoi avere appena perso il posto di lavoro, puoi avere persino tentato il suicidio o essere profondamente in depressione.
Sto dicendo per caso che sorridere sempre a prescindere dalle circostanze sia gratis? Sia facilissimo? Sia la cosa più naturale da fare? No, niente affatto. Non è nemmeno difficile però, se me lo chiedi. È solo controintuitivo abbestia.
Bisogna avere coraggio durante le difficoltà, e bisogna restare allegri. Quando stavo male pensavo sempre alla frase preferita di Arumi, la protagonista di Abenobashi, uno dei miei anime preferiti di sempre.
“In fondo per le persone quel che più conta è restare in forma.”
Non serve essere in trincea per accorgersi di avere questa occasione. Puoi sempre scegliere di sorridere, alla tua stessa vita, ai tuoi stessi problemi, qualsiasi siano le circostanze. E questa scelta, aggiungo io qui, è la cosa più giusta di tutte.
Sorridi, non con la faccia, ma con il cuore. Scegli di farlo.
Come ti stanno influenzando queste giornate di isolamento? Riesci a vedere questa situazione come positiva? Come un dono? Un’occasione di crescita e vita?
Ogni tanto, quando chiedo alle persone che mi sono vicine “Come stai?”, mi rispondono “Mah, oggi potrebbe andare meglio…”
Che cosa assurda! Come potrebbe mai qualcuno rispondere in una maniera del genere? Con tutto il bene che ti voglio, sei tu artefice del tuo stesso destino, per tua stessa scelta cosciente, oppure siine inesorabilmente preda. Cosa speri che accada di diverso nella tua giornata? Non sono le giornate buone o i colpi di fortuna che ti portano verso la felicità, sono gli impegni personali, le decisioni coscienti. È la tua attitudine che ti cambia.
Non riempirti la testa di controesempi. Non parlarmi di “Eh ma i campi di concentramento Dylan, eh ma i morti negli ospedali, eh ma i bambini poveri, eh ma di qua, eh ma di là…”
Le sappiamo tutti queste cose. Tu occupati di te, risolviti, esci dalla tua situazione, e collocati abbastanza in alto da poter aiutare almeno un’altra persona, due se proprio te la senti.
Parti da lì, dal tuo adesso. Parti dalla tua coscienza, da te soggetto, in questo preciso istante. Compi una piccola decisione, genera un grande cambiamento. Sorriditi.
Non aspettare che il mondo attorno a te cambi, non aspettare di avere le forze o le energie o il tempo. Non metterti nemmeno a cercare di risolvere niente, per il momento. Cerca la serenità dentro di te, prima di tutto. Le circostanze esterne non sono importanti. Tutti stanno male. Tutti soffrono. Tutti moriranno.
Come mai allora, nonostante tutto, alcuni di noi ancora sorridono?