Il problema era presente già prima, e lo è sempre stato in un certo senso. La crisi lo ha soltanto evidenziato e reso visibile. Siamo tutti quanti da soli, ognuno “gioca” per se.
Se me lo chiedi, in questo periodo, le cose sono destinate a peggiorare.
Sono anni che mi impegno per creare qualcosa di positivo attorno a me. Non sempre mi riesce. Detto questo, ho sempre continuato. Venire riconosciuto per me è stato sempre molto difficile, soprattutto in Italia. Ancora oggi, io credo, ricevo molto meno di quello che mi merito, e sto parlando in termini assoluti.
Al mondo, tutto si può curare. Ne sono profondamente convinto. Ho visto i miracoli succedere sulla stessa pelle. Tutto, tranne l’ingratitudine.
In questa società, ne abbiamo un problema cronico. Non te lo nascondo, ho sempre voluto diventare famoso, e adesso con il canale e con il sito un po’ ce la sto facendo. I miei motivi però credo siano diversi da quelli degli altri. Uno di essi infatti è questo, voglio capire come pensano le persone.
Avere tanti amici non basta, al massimo quanti ne vedi, 500? Ho sempre sentito la necessità di conoscere l’umanità, di parlarci e dialogarci direttamente. E ci sono riuscito, appunto, un pochettino. Ci sto riuscendo qui, e su YouTube, e su Facebook, e sul podcast, e quando faccio public speaking dal vivo.
Avendo a che fare con così tanta gente, ho notato un pattern piuttosto frequente. A nessuno interessa la persona che ci sta dietro. A nessuno è mai interessato di conoscermi meglio, di capire chi sono. La cosa non mi disturba più di tanto. È sempre stato così, e dal punto di vista psicologico o emotivo, mi sono insegnato a gestirla.
Nella vita ho avuto periodi di difficoltà molto grande, ho persino rischiato di morire, e a nessuno attorno a me è mai veramente interessato. Pensavo di avere tantissimi amici, tantissimi alleati in questa vita, e invece ne ho sempre avuto sempre e soltanto uno.
Io stesso però ho sempre sofferto dello stesso medesimo problema, non ho mai “visto” gli altri, non me ne è mai fregato nulla di loro. Durante i momenti più difficili mi sono fatto aiutare professionalmente, e quando andavo alle sedute, mi ricordo, c’è stato un momento in cui mi sono reso conto di essere davvero cambiato per sempre.
Non andavo più agli incontri pensando a me, infatti, ci andavo pensando all’altra persona. Non si trattava più di far stare meglio me, e basta, di raccontare le mie cose, i miei problemi, i miei drammi, e cercare di risolverli. Mi sono reso conto, dopo anni, di non essermi nemmeno mai chiesto veramente chi fosse quella persona che mi stava così tanto aiutando. Mi sono sentito un bel po’ ingrato, lo devo ammettere. Per fortuna, però, stavo acquisendo una consapevolezza importante. Finalmente!
E da quel momento, te lo giuro, sono stato radicalmente meglio. Ho cominciato a vedere le cose attorno a me in modo diverso, ho cominciato a interpretare le mie stesse problematiche in maniera diversa. Mi sentivo molto più responsabile. Volevo stare meglio, e per una volta non lo volevo solo per me stesso, ma anche e soprattutto per chi mi stava attorno. Se lavoravo su di me, aiutavo quelle persone ad aiutarmi, le liberavo di un peso, e più o meno implicitamente davo loro anche tutta una serie di altre belle cose, ovviamente.
Quando riesci a impadronirti di questa mentalità, quando ti rendi conto sulla tua stessa pelle di quanto l’ingratitudine sia brutta, di quanto “fare le cose per gli altri” sia meglio, e non solo per loro, ma per tutti quanti… Beh, è a quel punto che provi quella sensazione, dentro di te, di essere inarrestabile.
Non c’è nemmeno più tempo per i tuoi problemi di prima, non c’è tempo per l’ansia, la disperazione, la crisi. E con questo non voglio dire che il tempo diminuisce, o che diventa più scarso… Con questo voglio dire che adesso, tu, invece di pensare a te, stai pensando a chi ti sta vicino.
Invece di leggere questo articolo e pensare “Come faccio a migliorare?”, stai pensando “Come faccio ad aiutare questo tizio che ha scritto questo articolo a migliorare?”
Sembra un paradosso, e non lo è fidati è una cosa semplicissima appena la vedi, ma è esattamente in quel momento che scopri di essere grande, di essere forte, di essere tutto quello che hai sempre desiderato e voluto, e anche di più. L’insoddisfazione smette di esistere, perché il tuo focus non è più su di te, ma su qualcun altro.
È una magia. Quando ti interessi degli altri, quando li ascolti, quando ci tieni per davvero (non per motivi di convenienza, o commerciali), non hai idea di quanto il mondo ti si apra.
Purtroppo, a livello collettivo, la tendenza è quella opposta. Ci stiamo concentrando sempre di più su noi stessi, vogliamo stare meglio prima noi, e giustamente, e chi se ne frega degli altri, anzi, si salvi chi può.
Io sono profondamente convinto che invece si salverà chi avrà il coraggio di fare un passo indietro, guardarsi dentro, e rendersi conto di una semplicissima verità sul mondo sull’universo e sulla vita. Siamo rimasti soli. Ci siamo abbandonati a vicenda. Ci siamo abbandonati dentro. In un certo senso, lo siamo sempre stati.
E a quel punto, sarà piuttosto ovvio. Smetteremo di sentirci abbandonati, smetteremo di soffrire, smetteremo di farci del male. Se ci impegniamo davvero, riusciremo a raggiungere un bellissimo obbiettivo in questa nostra vita qui. Inizieremo a essere soli, ma a crescere insieme.