Mi sento veramente disconnesso dal mio audience in questo momento.
Non posso parlare di cose come le proprie “energie”, la forza vitale, la consapevolezza spirituale, il karma… Perché la maggior parte di “noi” è ormai traviata dallo scientismo.
Scienza e scientismo
Io detesto lo scientismo.
Questo vuol dire forse che sono un luddista che vuole abolire il progresso scientifico? Assolutamente no. D’altro canto però, detesto profondamente chi crede di avere “la verità” in tasca. Parlo di laureati che hanno studiato qualche anno in qualche università, e si convincono di essere un’autorità in materia. Sono convinti che la scienza e la verità siano la stessa cosa. Il che, naturalmente, non è semplicemente un fatto.
La scienza non può esistere senza la filosofia, sulla quale si basa. La filosofia della scienza, in particolare, o epistemologia.
Dalle prime due righe di Wikipedia:
L’epistemologia (dal greco ἐπιστήμη, epistème, “conoscenza certa” ossia “scienza”, e λόγος, logos, “discorso”) è quella branca della filosofia che si occupa delle condizioni sotto le quali si può avere conoscenza scientifica e dei metodi per raggiungere tale conoscenza.
In pratica, solo un filosofo può decidere che cosa è scienza, e che cosa non lo è. Di fatto perciò, seguendo questa idea, la filosofia sarebbe gerarchicamente superiore alla scienza, in quanto avrebbe l’autorità di definirne i confini.
Ancora più in alto però, un filosofo solo non può determinare che cosa sia scienza e che cosa no. Sono necessari più filosofi per convenire su cosa sia scienza, esattamente come sono necessari più scienziati per determinare che cosa sia vero o falso in seno a una scienza stessa. In pratica quindi, non ci può essere filosofia, né scienza, senza sociologia.
E qui arriviamo finalmente alla cosiddetta sociologia della scienza, in pratica un “discorso attorno a che cosa è scientifico e che cosa no”, formulato in base all’osservazione delle comunità di autoproclamati “scienziati” (sempre nei confini dei paradigmi dell’epistemologia).
Notiamo quindi una cosa importante. Non esistono scienze, non scienze, o scienze “false”, ma solo scienze “vere”, in qualsiasi periodo storico.
Ai tempi della frenologia, ad esempio, si credeva che i crani delle persone potessero rivelare informazioni sulla loro propensione a commettere crimini. Ai tempi, la frenologia era una “scienza” come tutte le altre, e tutti ci credevano. Questo, perché per qualcosa essere scientifico è sufficiente che tutti “ci credano”, che lo prendano per vero. In poche parole è sufficiente una sociologia della scienza, un insieme di persone che si mettono d’accordo su che cosa è vero e che cosa no. E non è importante che lo sia “per davvero”, perché quando tutti sono convinti di una stessa cosa, puf. Game over. Quella cosa non può nemmeno essere messa in discussione, è diventata dogma, è diventata verità assoluta, e come direbbero i miei amici scientisti al giorno d’oggi, è diventata “scienza”.
I tempi della Scienza
Dobbiamo invece riconoscere alla Scienza non solo la sua anzianità, ma anche la sua fase di adolescenza. La Scienza è ancora molto giovane, e mentre tutti siamo convinti di essere “già nel futuro”, soltanto una 20ina di generazioni ci distanziano dal Medioevo.
Siamo nel 2020. Il numero ti fa pensare al futuro, così come questo schermo dal quale mi riesci magicamente a leggere, attraverso i pixel e Internet e la tecnologia. Di fatto però, la scienza del 1800 è molto vicina a noi. E ai tempi, in campo medico, venivano praticate barbarie di ogni tipo.
Per questo motivo vorrei riferirmi alle “energie spirituali”, alla salute “olistica”, alle “energie sottili”, e se vogliamo anche all’esoterismo (sebbene non ne ami l’etichetta). Perché sono profondamente convinto che alcune pratiche che io stesso sto conducendo su me stesso, e che mi vergogno a condividere su questo sito (per via della società scientista in cui ci ritroviamo), sono efficaci. Sono dannatamente efficaci. E so per certo che sono “Scientifiche” con la S cazzo maiuscola.
L’unico problema è che molte di queste pratiche verranno annoverate tra le “verità” della scienza soltanto nel 2034 magari. O nel 2135. O magari nel 3597. Oppure ancora, perché no, nel 10293.
Se ci pensi bene 2020 è un numero a caso. Sembra un numero alto e futuristico solo perché abbiamo vissuto il condizionamento dei film di fantascienza, dei movimenti futuristi, lo sviluppo tecnologico e industriale.
Siamo davvero nel futuro? Io non credo.
Siamo nel Medioevo dei Medioevi, a milioni di anni di distanza, miliardi, dalla fine di questo universo. Che cosa direbbe la scienza del 2098 di noi? E la scienza del 11239? E quella del 540827?
Credere nella Scienza va benissimo. Il progresso scientifico? Ci mancherebbe altro, stiamo facendo passi da gigante. Detto questo, non possiamo pensare che siccome negli ultimi 20 anni abbiamo scoperto “un botto di roba nuova” (davvero, il progresso non è universalmente quantificabile), allora non ce ne saranno altre migliaia davanti a noi. Di anni dico. Migliaia di anni. Milioni persino. Miliardi.
Pensi che non sarai più qui quando arriverà quel momento? Pensi davvero che la tua coscienza si fermerà quando si spegnerà il tuo corpo fisico attuale? Forse è così. Forse no però.
Quanti anni hai, in realtà?
Come spieghi questo fatto, altrimenti, che sei ancora qui, su questa Terra, in questa galassia, in questo Universo, a ben 13,82 miliardi di anni dalla sua nascita? E soprattutto, pensi che non ce ne saranno altri 13 o 14, di miliardi di anni? Perché non magari 100? O un milione di miliardi? O ancora di più? O ancora di più?
Forse ci aspetta ancora un tempo infinito, difficile dirlo con certezza.
Una cosa è certa, siamo nel passato.