Odio avere certe conversazioni senza guardare l’altra persona negli occhi.
Me lo sono ripetuto spesso:
“Continua a fare quello che stai facendo e non risponderle, poi quando avrai tempo parlale davvero.”
Il fatto è questo però allora. Stiamo tutti sprecando la nostra vita su Whatsapp? O su Messenger pure? E le mail? Val la pena scriverle ancora o i veri affari si concludono a quattrocchi?
Pensaci bene.
Val la pena continuare a comunicare in questa maniera, by proxy come si direbbe in inglese, gli uni con gli altri, senza veramente mai guardarci negli occhi?
Se ancora non pensi che questo sia un problema grave, beh guarda questo articolo stesso. Questo schermo non ti ama. E allora perché sei ancora qui?
Io e te stiamo disconnessi. Chissà dove sei ora. Magari nella tua stanza, o in treno, o in bagno. Che ne so? Magari sei nella mia, magari stai rileggendo queste parole da uno schermo subito dopo averle scritte.
Ti sembro arrabbiato mentre scrivo queste parole? No, non lo sono. Sono soltanto innamorato. È solo che non sono innamorato di questo schermo, o di questa tastiera, o di questo blog nemmeno (scusa Autocrescita, lo sai che ti adoro). La verità è che sono innamorato di te. Di te che mi leggi adesso. Tu, non sei qui ora.
E lo so che pensi, “Va bene così Dylan, ti vorrei abbracciare anch’io comunque, non ti preoccupare”.
E invece un po’ mi sento perso. E credo che tutti un po’ ci sentiamo persi, nello stesso modo. Quanto del nostro “lavoro”, quanta della nostra “attività”, che portiamo tutti i giorni avanti per noi stessi (o contro noi stessi?), ha a che fare con il guardare gli occhi degli altri?
Persino quando giro i video, e per fortuna che adesso ho imparato a concentrarmi sull’obbiettivo, c’è sempre una patina tra me e che mi guarda. Un pezzo di vetro. Un velo.
Come un paio di occhiali, che ti aiutano a vedere meglio il mondo, certo, ma anche man mano che invecchi, e la tua vista diminuisce, iniziano forse a suggerirti troppe cose loro stessi a proposito di esso. E tu finirai per doverti costringere a fidarti di loro perché… beh, non c’è altra soluzione vero?
Ma quindi dove vuoi arrivare Dylan, se persino scrivere questo articolo ti sembra inutile, come mai continui.
Dunque, tutto questo a volte mi sembra assurdo, è vero e lo dico sinceramente. C’è un altro punto di vista, tuttavia.
All’inizio credevo che parlare con la mia ragazza via messaggio fosse meno bello, meno autentico, meno profondo, perché appunto non eravamo lì faccia a faccia. Pensavo fosse da vigliacchi scrivere certe cose senza avere il coraggio di dirle. Ed era la verità.
Tuttavia, come ti stavo dicendo, in parte anche ho smesso di crederci. Non è meno bello scrivere. Non è meno autentico. Non è meno profondo. A patto di aver costruito su di sé abbastanza coraggio da essere in grado di dire le stesse cose anche dal vivo (sufficiente, diciamo, da riuscire ad aprir bocca ed esprimersi nel caso se ne presentasse la circostanza), allora e solo allora anche tutte le altre forme di comunicazioni rimangono belle, valide, ed accettabili.
Questo vuol dire moltissimo.
È un messaggio molto importante. Dal punto di vista personale, significa integrità. L’integrità è un valore. Vuol dire che quando decidi di fare una scelta, anche se non ti vede nessuno mentre non la faresti, tu decidi di compierla ugualmente.
L’integrità è potente. Più di quanto tu immagini.
Integrità nelle parole, ad esempio. Io so che dirò a chiunque le stesse cose, sia che ci parliamo faccia a faccia, che se gliele scrivo online. Alcuni forse mi considerano un “leone da tastiera” perché a volte scrivo cose piuttosto pesanti, sia via messaggio che sui social (e talvolta addirittura qui sul blog). La verità è che sono un leone anche nella vita reale. Che vuoi che ti dica? Mi piace sbranare.
Questo senza necessariamente essere arrogante o maleducato o “cattivo”. Si può semplicemente imparare, a essere franchi. È una delle virtù dimenticate dell’uomo, ahimè, soprattutto in Italia aggiungo io. Altre virtù dimenticate? Beh, l’integrità, ne abbiamo parlato. La caparbietà. La lealtà (contrapposta alla fedeltà da cagnolini che tutti e tutte vorrebbero nelle loro relazioni al giorno d’oggi, ad esempio). La vendetta.
Forse la vendetta è una virtù, lo dico a voce alta.
Non quella vendetta distruttiva che nasce dall’odio. Piuttosto, quella vendetta vivificatrice e volontaria, non violante, che vira il volgere degli eventi. La vendetta vorace dei virtuosi vituperati, talvolta vessati dalla vox populi, che vittoriosa vanifica i virulenti vestigi degli avversari della verità.
Soprattutto, l’hai già capito da te, scrivere mi piace moltissimo. È vero che moltissime cose si perdono “su carta”, ma è anche vero che moltissime altre si perdono nel discorso a quattrocchi. Il guardarsi annoiati, gli imbarazzi, le lacune del linguaggio orale, la troppa libertà di azione che talvolta confonde…
Esprimersi a parole, non solo a voce, ma scrivendo, è invece spesso un mezzo molto più ampio, e allo stesso tempo più profondo.
Una nota positiva di quest’epoca che stiamo vivendo, in cui tutti pensano che “tutti siano così ignoranti” (e lo sto pensando anch’io), è che i tassi di alfabetizzazione sono più alti che mai. Certo, non si tratta forse della letteratura di un tempo temo, eppure stiamo ancora leggendo.
Stiamo ancora scrivendo…