Come da titolo appunto, scrittura creativa puramente randomica oggi per te, libero sfogo di sensi densi e sentimenti, parole e lettere nel selciato del creato.
Lo sapevi che scrivevo anche poesie? No? Beh adesso lo sai! Benvenuto nell’articolo più pazzo del sito, dove do sfogo alla mia sberluccicante creatività. Darò un senso a ciò che dico soltanto un paragrafo sì, e un paragrafo no. Via!
Calzini pini rimi e mascherini bambini. Busy formando formanti e stili intrisi da risi sui visi a risi e bisi incisi nei vinili, scurrili? Non cadrà che accadrà che cartomante cacofonica infatti. Lascia la strofa si snoda scuoce la strofa la roba si sbrodola e il broda tuona che Oprah puoi va, poi va a ruota, soda no dai.
Perché questo esperimento? Diversi motivi. Innanzitutto, mi serve per svuotare il cervello. Scrivere tutti i giorni ha fatto sì che si formassero un sacco di parole e frasi e suoni nella testa, come calcare, e adesso vanno sciacquate via.
Protonebulizzatore di particelle procariote precarie come pochi. Piramidi mirabolanti, Pirandello, e madidi di diamanti fratello. Rai, rima, lima, piva, lira, Frida, frisa, mina e bambina. Della matita.
Secondo, scrivere “a flusso di coscienza” è molto utile. Aiuta a sbloccare la propria creatività, a trovare nuove idee, a esplorare il subconscio, a fare brainstorming, e a sentirsi meglio con se stessi. Perché non lo fai anche tu? Provaci! Puoi sia scrivere che parlare ad alta voce, l’importante è che non lo pensi e basta. I pensieri ce li abbiamo già sempre incasinati, è arrivato il momento di buttarli via. Portali fuori, sfoga la tua immaginazione e togli il filtro.
Frattali intrisi e inframezzi intrattenenti Indro Montanelli in tra the black tropical thunder this is wit. Crea attendendo attese attendi agli eventi intangibilizza i parenti inventati i tempi i cremisi lembi violenti dei grembi e rendi i melensi tormenti lenti dei censi attraenti.
Terzo, come puro esercizio di coraggio. Lasciarsi andare non è mai facile, vero? Invece è proprio la cosa più facile di tutte per definizione! L’unica cosa che ti frena, che cos’è? La paura del giudizio altrui? Ecco un’altra buona motivazione per fare questo esercizio allora: impara a giudicare meno gli altri, prova che cosa provano loro, per una volta.
Tromba. Patente. Pena. Tosse toast salati tasti stiva aspiranti stipati, pipizza cucuzze pozzanghere pozzarelle troppo intristite intrise intarsiate intonse intingoli. Bu bu bu bu bu bu ba ba ba ba. BO (da leggere con l’accento)! Ok. K. Pin. Grammofono. Puntino minuscolo.
Altro vantaggio molto interessante, potrai rileggere tutte le scemenze (o le genialate, a seconda) che hai scritto, il giorno dopo, o in un futuro più o meno prossimo. Ma ci pensi? Le risate, l’ispirazione, il senso di “diverso”. Finalmente non hai fatto la stessa cosa, come al solito. Finalmente non hai scritto o detto qualcosa solo perché era utile, giusto, corretto, bello, buono, meglio. Che barba, direbbe la Mondaini.
Apprezzo l’apprezzamento sprezzante azzimo come il cane. Troppe fresche erbe amare come le conclusioni delle nostre storie più romantiche e meno malinconiche, meno manoni e malconci modi loschi mosti coschi cosacchi caschi e pegni pimp bimbi pimpanti bim come bam Barbera Hannah Margera Bam danno.
Per finire, ti consiglio di fare questo esercizio semplicemente per stupire gli altri. Per affrancarti socialmente, in pratica. Smonta le aspettative che tutti hanno su di te. Smetti di cercare di essere “cool”, per un secondo, se ce la fai. Renditi conto del potere della creatività assoluta, e spaventatene anche un pochino, perché no? In qualsiasi caso, quando avrai finito l’esercizio, dovresti sentirti molto meglio. Prendersi troppo sul serio, soprattutto se fatto troppo a lungo, è davvero una pessima idea. Questo sia nella vita personale che negli affari.
E così, quasichefosse conciò che cosa sia Dio lodato nell’alto dei più fottuti cieli. Eh già. Mi ami, mi odi, mi tessi le lodi e le odi e le idi di Marzo, a Maggio un dì di Maggio indispettito dal colore del faggio, mi celai di tanto tanfo il tangibile boato scarso. E partii per l’arso Bandibur.