Si dice spesso che lo sviluppo del Sé è la pratica più nobile, e la più vicina alla virtù.
Detto questo, tante volte incorriamo in un vero e proprio “tranello”, da parte della nostra stessa società. Chi ci circonda, vedendoci crescere, si rammarica e cova sentimenti che non fanno bene al cuore.
Come gestirli?
A questo punto, i coltivatori e le coltivatrici del Sé vengono messe alla prova. Si trovano infatti all’interno di un test, molto importante. Un test effettuato dal resto della realtà sulla loro stessa coscienza.
Che cosa sceglieranno di fare, adesso?
Costruire se stessi potrebbe portare nel loro campo altri nemici. Potrebbe ingigantire il sentimento velenoso che si è già generato in tutti gli altri Sé, o potrebbe seminarne di nuovo nei Sé che ancora non si erano per qualche motivo interiormente inimicati la loro presenza e la loro efficace autodeterminazione.
In questo senso, come di consueto la scelta costituisce un momento liminale, di stallo. I Sé, e le Sé, verranno per sempre e irreversibilmente trasformati da questo istante.
Le due scelte sono queste:
- Continuare ad autodeterminarsi
- Dedicarsi alla gestione della piaga
Questo secondo punto equivale all’intraprendere vie politiche. Cercare di fermare l’odio nei confronti di ciò che migliora, nel mondo degli umani, il più delle volte, equivale a dover fare i conti con i capricci delle masse.
Ecco che i nostri guru, e le nostre guru, di crescita personale ma non solo (penso agli Ego delle aziende, per fare un esempio, o ancora l’opinione pubblica o i giornali), iniziano a sposare con molta forza l’una o l’altra fazione politicamente dominante nel periodo storico contemporaneo alle guru stesse.
Il che significa, in Italiano semplice, che vedrete un sacco di gente dedicarsi ai movimenti più disparati, senza però crederci nemmeno un secondo. Istantaneamente, veementemente, dichiaratamente, esplicitamente, nettamente, volontariamente, e soprattutto senza un motivo preciso. O meglio, il motivo c’è, ed è sempre quello. Questi movimenti hanno ragione! Fanno bene! Stanno dando voce a delle individualità che vale la pena proteggere!
In questo caso, però, ciò che viene a mancare è il motivo della (latente) tempestività di questo intervento.
Sono sicuro che tante categorie stanno ancora mancando di venire politicamente rappresentate, e stanno subendo in questo preciso momento ingiurie e ingiusti dolori di ogni tipo. Parlo ad esempio delle cosiddette disabilità mentali. Il che significa, in Italiano semplice, dei pazzi sclerati, degli schizofrenici, degli sclerati di merda (e delle pazze sclerate, delle schizofreniche, delle sclerate di merda).
Altre categorie invece stanno venendo in questo momento storico rappresentate, parlo ad esempio dei movimenti LGBTQ+ e soprattutto il caso recente Black Lives Matter, divenuto popolare in seguito a un assassinio.
Io, per altro, anti-omofobo e anti-razzista lo sono sempre stato da quando ragiono. Il che significa, in Italiano semplice, da parecchio. Pur rimanendo maschio, bianco ed eterosessuale (tre cose che purtroppo, amiche e amici androfobe e androfobi, farei fatica a modificare anche se volessi), sono sempre stato piuttosto vicino alle minoranze e alle categorie discriminate. Questo per milioni di motivi, che immagino e spero che chi mi legge non faticherà ad individuare. Detto questo, non credo mi vedrete mai creare un post del tipo “EHY SONO PRO LGBT” oppure “EHY I DIRITTI DEGLI AFROAMERICANI”. Anche questo per diversi motivi. Tra cui, ad esempio, il fatto che appunto io a queste due categorie non appartengo. Ciò rimane vero nonostante sia filosoficamente sostenitore dell’introduzione di una categoria H per la discriminazione degli eterosessuali. Ciò rimane vero nonostante io stesso, da bianco, abbia subito violenze fisiche che rassomigliano moltissimo a quelle subite da George Floyd (la stessa identica forma di soffocamento al collo), sebbene da una diversa forma di autorità.
Io credo che tutte le categorie verranno prima o poi politicamente rappresentate, e che i figli e le figlie dei figli e delle figlie di tutti, prima o poi, da qualche parte, in qualche maniera, secondo qualche criterio, otterranno la giustizia dei padri e delle madri. Se così vorranno.
Tuttavia, io non interrompo la mia autodeterminazione per fare discorsi di tipo politico.
Io non voglio essere politico. Non voglio esserlo, e anche se lo sono involontariamente come direbbero alcuni, ebbene involontariamente voglio rimanerlo. Non sarò mai politico, ma continuerò a combattere le mie battaglie con l’onore che ti auguro di avere. Al di fuori dei trucchetti per raggirare le masse. Al di fuori della demagogia e del populismo. Al di fuori degli slogan e della manipolazione. E naturalmente pure (come farebbe dire Celenza al premier cinese) fuori da ogni tipo di inspiegabilmente ritartataria affiliazione con qualsivoglia movimento inglobante più di una persona.
In Italiano semplice, mi dedicherò soltanto a combattere, o sarebbe meglio dire a crescere, con me stesso, con te, e ovviamente con chiunque abbia voglia coraggio potere forza onore autorispetto senso di giustizia o qualsiasi altri forma di virtù (è tutta loro, e sta a loro scegliere) sufficienti a interfacciarsi di persona, con la mia persona. Soprattutto anche, con chiunque abbia ricevuto il mio (più o meno implicito) invito 🙂
A tutti gli altri e a tutte le altre auguro grande fortuna.