Nonostante siano ormai tanti anni che pratico meditazione, non so ancora se il mio livello possa essere considerato buono oppure no. Quello che so è che sicuramente gli effetti positivi che riscontro durante e dopo le mie sedute sono qualcosa per cui ho pensato valesse la pena continuare a farlo. Per questo motivo ho deciso di scrivere questo articolo.
La meditazione è per me un qualcosa di piuttosto personale. La pratico spesso, ma non ne parlo così tanto. Mi viene però quasi sempre posta questa domanda, quando l’argomento salta fuori:
Meditazione? Ci ho provato, ma non funziona! Non pensare è difficilissimo, di solito mi metto lì e invece penso ancora di più e finisce che ho addosso più stress di prima. Tu come ci riesci?
La meditazione è come il sax
Meditare, come tutte le cose, è una tecnica che va allenata molto prima che inizi a dare risultati soddisfacenti, e come molte altre pratiche, quando la si comincia per la prima volta non solo i primi risultati sono molto scarsi, ma spesso anche brutti da vedere, in generale spiacevoli o addirittura pericolosi.
Pensa al nuoto. Quando non sai nuotare e ti butti in acqua la prima volta, che cosa succede? Che nel peggiore dei casi rischi di annegare, o che comunque come minimo ti diverti pochissimo. Meglio andare in barca? No, ci vuole soltanto un pochino in più di tempo, per raggiungere quel livello che è sufficientemente alto da non rischiare di farsi nulla di male e anzi iniziare magari anche a godersi meglio quello che si fa durante la pratica.
Un’altro esempio che mi piace è che meditare è come suonare uno strumento musicale, tipo la chitarra (ma anche imparare una lingua) . Tu compri la tua prima chitarra, la attacchi all’amplificatore, e cosa succede? Che appena tenti di “suonare” qualcosa, tutti attorno a te alzano gli occhi al cielo e sperano dentro di sé che tu finisca il prima possibile. E se ancora non hai ben presente la situazione, chissà magari sapevi già fare un paio di accordi, prova a fare lo stesso con un violino, o con un sax.
Ecco, meditare è esattamente come suonare il sax. La prima volta è difficilissimo persino soffiare sull’ancia per far emettere il primo suono. Questo vuol dire forse che il sax è uno strumento che non funziona o che imparare a suonarlo non serve a nulla? Certamente no.
Il problema di quelli che cominciano a meditare per un giorno o due ma poi smettono subito, è che non si concedono lo spazio necessario per migliorare, criticando se stessi o la tecnica ancora prima che sia possibile trarne una conclusione ragionevolmente maturata. Troppo spesso si tende a cercare di valutare se stessi e la propria prima prestazione prima del tempo, magari quando si è alla prima lezione di basket o alla giornata di prova in palestra. E chi avrà talento, e chi non avrà talento, e chi se ne frega… Tutte queste considerazioni sono premature, frutto soltanto di storie esagerate e di aspettative su se stessi purtroppo quasi sempre dannosamente fuori dal comune. Quando si comincia qualcosa, bisogna farlo con umiltà e cercare di capire pian piano dov’è che si sbaglia. È questo il vero segreto del miglioramento personale, in qualsiasi ambito.
Come mai non riesco a non pensare?
Oddio, sento di avere ancora più stress di prima. Ho provato a sedermi ma continuavo a pensare a quattromila cose e ho smesso. La mia testa è troppo incasinata per meditare, sono io fatto così proprio.
L’obiettivo della meditazione non è quello di “non pensare”, ma vivere i propri pensieri con serenità, in qualsiasi momento in cui li si sta vivendo e di qualsiasi natura essi siano. Tutte queste brutte sensazioni durante le prime sedute non sono una prova che la meditazione faccia male, al contrario potrebbero essere addirittura una prova del fatto che un effetto almeno lo si è raggiunto, come per il chiasso degli strumenti musicali.
Continuando con lo stesso esempio, una volta imparato a far uscire dal sax un suono qualsiasi, anche solo azzeccare la nota giusta e farla suonare come si vorrebbe sembra all’inizio una grandissima impresa, o magari addirittura una perdita di tempo. E in un certo senso lo è, soprattutto per un principiante. Dopo un bel po’ di giorni e ore di pratica, però, sarà possibile utilizzare quello stesso strumento per eseguire assoli mirabolanti e spettacolari. Guarda un po’ la forza della pazienza!
La differenza principale tra tutte queste cose e la meditazione è che purtroppo i risultati della meditazione non si vedono così bene esternamente, questo anche perché lo scopo principale è quello di aumentare la propria forza “interna”. Ancora una volta, vuol dire forse che quei risultati non possono essere misurati? Nossignore. Fermo restando che numerosi studi oggettivi in questo senso esistono anche, il fatto che qualcosa non si può misurare oggettivamente non significa che quella cosa non possa essere misurata soggettivamente.
Ciò è vero per moltissimi aspetti della propria coscienza. Ad esempio, è possibile autovalutare i propri livelli di stress prima e dopo la pratica, a distanza di settimane o di mesi, ed è quasi sempre il caso che queste automisurazioni vadano a tendere verso un benessere personale complessivamente migliorato in moltissime aree della propriopercercezione dei “meditatori”, dall’aumento della qualità del sonno a sempre più grandi e frequenti soddisfazioni in ambito lavorativo, sociale e personale.
Come farla funzionare?
Arriviamo al pratico quindi, come far sì che la meditazione funzioni?
Prova così. Cercati un metodo di meditazione che ti piace, uno qualsiasi. Non ti sarà difficile trovarne uno online, o ancora meglio un corso nella vita reale. Yoga, Zen, Qi Gong, Mindfulness, Tantra, Vipassana… non è importante quale, soprattutto all’inizio. Tu scegline una e incomincia. Informarti va benissimo ovviamente, ma la cosa che ti incoraggio davvero a sperimentare è la pratica vera e propria.
Cerca di impegnarti seriamente, dedicando una quantità di tempo sufficiente all’allenamento, sia come quantità totale che come giornaliera/settimanale.
Nel caso specifico della meditazione, ma anche come del resto accade con molte altre pratiche, all’inizio è molto importante non strafare. La cosa più importante è la costanza. Anche solo qualche minuto di meditazione, se fatto per molti giorni, ti avvicinerà al risultato finale di provare il tuo primo beneficio durante la pratica.
Naturalmente non si tratterà di un risultato finale in senso stretto, quello di stare bene dopo aver praticato, ma sicuramente ti potrà dare un certo grado di autoconsapevolezza a proposito dei numerosi benefici della meditazione, molto più di quanto tu possa immaginare ora magari, motivo per cui ti sto scrivendo queste parole.
Fai un tentativo allora, mi raccomando.
E quando le cose andranno bene, feel free to let me know in the comments! 😉