A volte è difficile sbloccarsi.
Si provano tutti gli angoli, crescita personale, psicologia, salute fisica, nutrizione, spiritualità, carriera… Eppure nulla sembra funzionare come dovrebbe. Ci sentiamo bloccati, e niente ci aiuta a muoverci. Neanche tutti quei consigli e modi “giusti” di fare le cose, o nemmeno persino gli esercizi o le tecniche per liberarsi e sentirsi meglio (anche se in questo caso ti consiglio di provare, con costanza).
Quello che di solito faccio io, in questi casi, è molto semplice. Cerco di portare a termine degli obbiettivi apparentemente insignificanti o poco utili (per gli altri), ma che io personalmente ritengo molto importanti. Anzi, ancora più potente, che io personalmente ho deciso che sono molto importanti. Alcuni esempi potrebbero includere:
- Finire un videogioco
- Leggere un libro in un giorno
- Vincere al Monopoly contro il tuo fidanzato
- Uscire a fare una passeggiata tutte le mattine
- Non guardare il cellulare prima di essersi lavati la faccia, per 30 giorni
- Imparare a suonare la tua canzone preferita
- Guadagnare almeno 100€ in totale, facendo qualcosa che ti piace
Nel mio caso ad esempio, in quest’ultimo anno, ho passato una considerevole quantità di tempo a giocare a un videogioco per computer, chiamato Slay the Spire. Si tratta di un titolo indie estremamente valido, che ha avuto un impatto molto forte su tutto il resto del settore. La difficoltà di questo gioco è molto alta. Finirlo è già di per se difficilino, ma poi al gioco standard si aggiungono 20 livelli di difficoltà, chiamati Ascensioni, che aggiungono di volta in volta nuovi potenziamenti ai nemici o nuovi svantaggi per il giocatore.
Proprio oggi sono riuscito a completare l’Ascensione 20 del nuovo personaggio, the Watcher (l’Osservatrice). Soprattutto negli ultimi giorni, dato che mi ero bloccato da mesi al livello 19, mi sono deciso a lavorare su questo obbiettivo e a portarlo a termine. Sapevo che mi avrebbe aiutato, non solo perché i videogiochi mi piacciono e mi diverto a giocare, ma anche e soprattutto mi avrebbe dato una grande energia nella mia vita in generale.
E così è stato. Mi sono sentito molto meglio, dopo aver sconfitto l’ultimo boss, un cuore pulsante alto tre metri e sospeso a mezz’aria.
Guardandomi indietro, questo completamento ha dato un sapore diverso a tutta l’esperienza. Di solito seleziono i giochi in base non solo a quanto mi “piacciono”, ma anche al significato che hanno per me. Mi sono sempre piaciuti i giochi difficili, perché posso apprezzare il fattore “crescita personale”, e osservarmi migliorare nel tempo attraverso i livelli è qualcosa di affascinante.
In questo caso specifico, perdere la partita significa doverla ricominciare da capo. In generale, una partita intera può durare anche più di un’ora, e non importa anche se perdi all’ultima mossa dell’ultimo scontro, devi sempre ricominciare dall’inizio. Questo si traduceva, il più delle volte, in una mia frustrazione interiore piuttosto pronunciata. E proprio questo è stato però uno dei dettagli che più mi soddisfa adesso che il gioco l’ho completato. Per riuscire a superare le ultime Ascensioni, infatti, mi sono dovuto liberare completamente dei pensieri negativi. Semplicemente, non c’era posto per loro se volevo vincere, dovevo lasciarli perdere e basta. Il problema è che ricominciare una partita con l’umore sbagliato finisce per influenzare il tuo modo di giocare, e ovviamente il tutto diventa rapidamente un circolo vizioso senza uscita. Lo stesso vale a distanza di tempo, tra l’altro. Se ho una cattiva esperienza interiore mentre gioco, o subito dopo, finirò per giocare meno volentieri, o con più stress, e la mia prestazione peggiorerà di conseguenza.
Negli ultimi giorni mi sono reso conto del potere dello Zen, invece, e a ogni sconfitta resettavo semplicemente i pensieri.
“È un’altra partita che si aggiunge alla tua esperienza. È un’altra lezione imparata. In più, il gioco è divertente anche quando lo perdi. Giocarci ti piace e ti stimola a prescindere dalla schermata finale, Sconfitta, Vittoria, è solo un’immagine diversa, niente più.”
Mi dicevo così, e ricominciavo, ancora più determinato.
Ieri mattina ero ancora bloccato all’Ascensione 19, e la cosa andava avanti ormai da Maggio, ma ero semplicemente motivatissimo. Sapevo che prima o poi avrei trionfato, e così ieri sera ho concluso con successo il livello 19, e questo pomeriggio finalmente l’agognata Ascensione 20 con il mio personaggio preferito dell’intero gioco.
Mi sono sentito molto bene, soddisfatto, felice di aver concluso questo mio personalissimo e individualissimo obbiettivo.
Talvolta, è questo il modo migliore di procedere. Sembra controintuitivo, nessuno ti consiglierebbe mai di dedicarti con impegno e perseveranza a una cosa apparentemente inconcludente come i videogiochi. Eppure, funziona.
C’è qualche obbiettivo personale che hai accantonato perché ti sembra troppo poco utile, troppo poco importante, o che non lo è affatto per qualche motivo ma che vorresti comunque realizzare? Avresti il tempo e le energie necessarie per dedicartici?
A volte tutto quello che ti serve è solo una piccola e semplice decisione interiore. Datti il permesso di dedicarti a quelle cose che piacciono solo a te, a quegli obbiettivi che per tutti quanti sono cose senza senso e non sono nemmeno degli obbiettivi. Metticela tutta, impegnati, realizzali, portali a termine, abbi successo, e soprattutto concediti ufficialmente l’autorizzazione.