Forse ti sembrerà strano fartelo dire proprio da un sito web, ma non hai veramente cose che “devi” fare. Ogni cittadino ha i suoi doveri, sicuramente, ma molti di essi sono in realtà vincolati a delle scelte pregresse, che tu appunto non hai l’obbligo di compiere.
Se pensi di essere una vittima della tua stessa vita, ripensati. Ne hai adesso l’occasione.
Altrimenti ti avverto, il mondo non ha bisogno di eroi. Conosco persone che non amano il proprio lavoro o la propria famiglia, e ci stanno lo stesso. Questo è un peccato mortale. Se non ami quello che fai, vattene subito.
Smettila di convincerti che “il mondo ha bisogno di te”, il mondo non ha bisogno di nessuno. Sei infelice? Stai creando più problemi di quelli che pensi di risolvere. È questa l’amara realtà dei fatti.
La cosa triste è questa, che se smettessimo di fare quello che facciamo non smetteremmo soltanto di contribuire, ma anche di inquinare il mondo con lo spazio che occupiamo e con le risorse che consumiamo. Esiste una cosa infatti chiamata “costo opportunità“, in Economia.
Ciò vuol dire che anche se sei il più grande benefattore del mondo, potrebbe tanto darsi che se prima di cominciare a contribuire avessi scelto un’altra strada, qualcun altro avrebbe molto probabilmente preso il tuo posto. L’eroe mangia, l’eroe occupa spazio, l’eroe consuma.
Non fare l’eroe.
Anche nella tua stessa vita. Non fare più di quello che dentro di te senti che è sufficiente. Non cercare di spingerti troppo oltre i limiti. Certo, lo dico sempre, avere grandi ambizioni è meraviglioso. Ebbene, fissa pure in alto i tuoi traguardi, ma non fissarli facendoti incatenare dalle necessità. Liberati dell’oppressione delle catene del demone del “devo devo devo”.
Esci dal tempo.
Sol omnimus lucet
Quanto è abbondante la realtà attorno a te, quanto è abbondante la luce. Per quanto tu ti ostini a convincerti di aver compreso questo fatto, per quanto tu ti sforzi a ostentare il tuo sorriso finto nei confronti dell’esistenza (solo per non farti guardar male dai colleghi alle macchinette), per quanto tu ti ostini a dire “Grazie” anche se non lo pensi, o a pensarlo anche se non lo penseresti, la verità è che la gratitudine e lo stupore e l’estrema gioia e la meraviglia non sono mai abbastanza. Nei confronti di questa abbondanza, è bene sempre fare un passo indietro, ammettere di non esserne ancora degni.
Fai un passo dentro di essa allora. Smetti di darti pressioni. Fissati da te le tue stesse routine, le tue stesse attività, non fartele assegnare passivamente dalle necessità e dalle circostanze e dal caso. Non fartele imporre. Non importele tu nemmeno. Salta un giorno, e fallo con il sorriso. Smetti di meditare. Smetti di lavorare. Smetti di pensare. Smetti di muoverti. A quel punto, forse, capirai di non essere essenziale. Non ti riesco nemmeno a descrivere la gioia, il senso di liberazione, di pace. Non è un senso colpevole di essere fuggiti, come ora pensi, né di inutilità. È un senso di responsabilità piena, vissuta, consciamente autodeterminata, abbracciata completamente e liberamente, nei confronti di noi stessi e del cosmo. Di amore.
Se ogni tuo respiro è una condanna, un passo verso la dannazione, un’esalazione di ansia, inspirata poco prima dopo aver buttato gli occhi sull’orologio per la decima volta in dieci minuti, beh. Non ti sto dicendo di smettere di respirare, ovviamente. Al contrario, perché non incominci?
Il tempo passa anche se non lo guardi.