Chi pensa che correre sia faticosissimo o semplicemente uno sbattimento inutile, alzi la mano.
Ehi, nessuna vergogna, anche io la pensavo così, fino a qualche anno fa. Purtroppo o per fortuna, non ci possiamo permettere di non correre. Come specie, siamo stati cablati per apprezzare l’allenamento continuo, in particolare quello aerobico.
Che fare, quindi? Forzarci e uscire anche se non ci piace? Iscriverci in palestra e farci costringere dal personal trainer a salire sul tapis roulant? Acquistare nastri ipnotici di suggestione per farci cambiare idea?
Non credo che tutte queste cose servano a nulla. Come in tutte le cose, è impossibile formare una solida abitudine senza che la cosa che vogliamo abituarci a fare ci piaccia seriamente.
A me mi piace
Qui però arriva un’informazione che prima non avevi. Quasi tutti pensano che le cose “piacciano” alle persone, invariabilmente e deterministicamente in base all’individuo. In poche parole, se pensi che ti “piace” il calcio, o che ti “piacciono” le patatine, molto probabilmente avrai incorporato questo concetto di “mi piace” con la tua stessa identità. “A me piacciono le patatine, ora e per sempre, e nulla mi potrà mai far cambiare idea.”
Questa è un’idea estremamente diffusa, e altrettanto inaccurata. Ti danneggia pesantemente, solo perché ce l’hai. Limita le tue opzioni, ti impedisce di sperimentare, e di conseguenza in generale fa sì che “cambiare” per te non solo sia un qualcosa di “difficile” o “faticoso”, ma anche molto semplicemente impossibile.
Detto questo, c’è sempre speranza. Anche se hai la più profonda condizione che correre “non ti piaccia”, o “non faccia per te”, puoi sempre effettuare un cosiddetto reframing cognitivo, e salvare la situazione. Reframing significa che puoi iniziare a pensare alla “corsa” come a qualcosa di completamente diverso.
Quando avevo 21 anni pensavo che lo sport facesse schifo e che correre fosse l’attività più inutilmente dolorosa della Terra, tra quelle spontaneamente praticate dai suoi abitanti. Nel 2017, ho corso una maratona.
“Come è possibile Dylan, non avrai mica cambiato idea?”
Lo so, lo so, in questa società cambiare idea equivale a tradire se stessi, la propria patria, e la propria famiglia. È un gesto davvero pesante e non ti sto certo consigliando di provare, si sa mai che ti apre un po’ la mente…
Seriamente, non c’è nessun bisogno di cambiare idea a proposito della corsa. Ciò che ti invito a considerare, qui, è di modificare il significato di che cosa vuol dire “corsa”.
Un sorso di corsa
Per tantissime persone, “correre” significa allacciarsi delle scarpe il più delle volte bruttissime e troppo grosse, recarsi al parchetto contro la propria volontà il proprio gusto e il proprio spirito di sopravvivenza, e iniziare a muoversi il più forsennatamente possibile in una direzione, come se si stesse fuggendo da un ragno gigante in mezzo a una foresta tropicale.
Quando mi approcciai a questa attività, facevo letteralmente questo.
Altro gesto pesantemente fuori luogo, che eseguivo tutte quante le sante volte, era quello di misurare il mio tempo, misurare i miei chilometri, e ovviamente sentirmi malissimo se il primo non migliorava in relazione a questi ultimi.
Al giorno d’oggi, quando finisco una sessione, sono così soddisfatto che mi spiace quasi “dover” smettere, il più delle volte per mancanza di tempo.
Come ho effettuato il cambiamento? Ancora una volta, non ho cambiato la mia attitudine nei confronti della “corsa” di un millimetro. Ho trasformato il concetto stesso di “uscire a correre”, e la mia interpretazione dello stesso.
- Non uso più scarpe enormi e scomode e brutte, ma eleganti scarpe barefoot (gradevoli da portare e da vedere, soprattutto mentre in movimento).
- Non misuro più i miei tempi o il mio chilometraggio, e non mi abbatto se la sessione non è migliore della precedente.
- Mi godo il tragitto, di solito da casa al parco direttamente a piedi, come se fosse una lunga passeggiata, un’avventura, un’uscita di piacere.
- Corro lentamente.
Come risultato, quando finisco, mi succede proprio ciò che ti ho appena detto. Mi sento così bene, così fresco, e così in forma, e così ispirato, che semplicemente non vorrei fermarmi. Vorrei continuare, magari ancora 10 minuti almeno, o forse mezz’ora, perché no?
Se trovi difficoltoso o faticoso uscire a correre, che ti ripeto è praticamente necessario per la salute dei tuoi sistemi nervoso e cardiocircolatorio, perché non provi a farti venire anche tu questa “sete” di correre?
Questi sono i concetti da sapere, nel caso decidessi di tentare:
- Corri lentamente, il più lentamente possibile
- Goditi ogni singolo momento, senza forzarti
- Se non riesci a provare rilassamento, prova a rallentare ancora (lo so, lo so), e a non paragonarti con nessun tempo, o con nessun runner
Se continui e riesci a correre almeno 4 o 5 volte a settimana, e ti mantieni costante negli allenamenti senza interromperli mai per più di 2 giorni, dopo un mese circa dovresti sviluppare questa nuovissima e meravigliosissima sensazione, che renderà le tue uscite molto più gradite, e molto più piacevoli: la sete di correre.
A questo punto, non ti resta che alzare il bicchiere: alla tua autentica salute! 🙂