Stai aiutando il pianeta differenziando i tuoi rifiuti? Sì, certo. Oggi però risponderemo a una domanda ancora più interessante. Dati alla mano, lo stai aiutando davvero?
Più di 5 anni fa ho scelto di essere vegan. Lasciamo perdere l’aspetto etico oggi, e anche quello salutistico. Concentriamoci sull’ambiente.
Smettere di consumare prodotti animali significa una cosa ben precisa: ho ridotto drasticamente il mio impatto ambientale. Tantissimi fattori entrano in gioco, tantissimi numeri. Ne citerò alcuni, gli altri li puoi recuperare facilmente in giro per il web:
- Emissioni di CO2. Praticamente azzerate rispetto al consumo di prodotti animali.
- Emissioni di metano. Praticamente azzerate.
- Consumo di acqua. Per quanto concerne l’acqua che risparmio io scegliendo di non mangiare mezzo chilo di carne, se anche tu volessi evitare lo stesso spreco, dovresti smettere di farti la doccia per 6 mesi.
E via discorrendo.
La mia bottiglia di Fiji
A volte alcune persone poco informate mi criticano perché scelgo ancora di bere acqua dalle bottiglie di plastica, o perché scelgo di non buttare alcuni contenitori nella raccolta differenziata.
Dal punto di vista dei numeri, queste persone hanno torto, e non c’è molto che io possa fare per aiutarle. Ho molto riflettuto a proposito di queste tematiche, ho ricercato estensivamente e ho molto discusso con diverse persone dalle diverse opinioni. Ci tengo davvero a fare la differenza, e buttare la plastica nel contenitore della plastica è semplicemente un gesto che la differenza non la fa, neanche minimamente.
Per quanto riguarda il riciclaggio, ci dimentichiamo tutti quanti di due fatti molto importanti:
- Non tutta la plastica viene effettivamente riciclata. I rifiuti devono essere venduti a un’azienda privata, che li deve acquistare, pagandoli invece di pagare un fornitore di plastica (che costerebbe probabilmente di meno) per avere un prodotto (plastica usata e sputacchiata) che vale di meno e con cui si possono fare meno cose.
- Non tutta la plastica può venire riciclata. Esistono diversi tipi di plastica, numerati, il PET è il numero 1, ed è praticamente l’unico materiale da cui viene effettivamente ricavato qualcosa. In pratica, buttare la plastica inchiostrata o la plastica in generale nella raccolta differenziata crea soltanto problemi, rende più difficile lo smistamento e intasa un sistema già saturo di materiali inutili.
Letteralmente, l’unico motivo per cui le persone benpensanti riciclano è perché sono benpensanti, e per cui vogliono continuare a sentirsi bene con se stesse. Niente in contrario a questo desiderio, sia chiaro. D’altro canto, non rispetto chi si bea degli sprechi o chi fa battute sul gusto del bacon. Avete rotto il cazzo, andate a cercarvi la vostra figura paterna da qualche altra parte.
Riciclare è uno spreco, e anche non riciclare
Per tutti quelli che invece vorrebbero veramente cambiare le cose, ecco una pillola difficile da digerire, ma che può veramente fare miracoli in tal senso. Riciclare la plastica è uno spreco di energie. Preferisco bere acqua buona e scrivere un articolo di sensibilizzazione sull’argomento, che fare finta di riciclare e sentirmi bene con me stesso. Anche perché non mi sentirei affatto bene con me stesso, adesso che so come vanno effettivamente le cose.
Alcuni potrebbero dire che potrei smettere di comprare bottiglie di acqua di plastica. Come ripeto, queste persone sono fattualmente in errore, sono poco informate sugli effettivi numeri, su come i dati si addizionano tra di loro, su quanta differenza farebbe un gesto del genere nell’economia globale della mia vita e del mio effettivo impatto ambientale, numericamente quantificato.
Se bevi un bicchiere di latte a settimana, io posso anche comprare bottiglie d’acqua da mezzo litro e sprecare il triplo della plastica, e ancora in un anno ti darei lezioni di impatto ambientale, per quanto riguarda gli sprechi effettivamente risparmiati dai nostri rispettivi stili di vita. Una bottiglia d’acqua non conta quasi nulla, numericamente, nel grande insieme delle cose.
Anche perché, non soltanto sono vegan, ma:
- Ho uno stile di vita minimalista, posseggo pochissimi oggetti, solo quelli di cui necessito
- Non posseggo una casa
- Non posseggo una macchina
- Faccio attenzione alla priorità degli sprechi e evito gli sprechi maggiori (buttare via il cibo nell’indifferenziata inquina molto più che buttare via l’equivalente in peso di una bottiglia di plastica)
- Faccio informazione a proposito degli sprechi, aiutando diverse persone a modificare il loro stile di vita e a diventare vegan
Per via di tutte queste cose, dirmi di non comprare più bottiglie d’acqua perché è una questione di principio sarebbe come dire a Jeff Bezos, con tutto quello che viaggia, di cominciare a fare la raccolta punti della Esso per vincere la macchina del caffè invece di comprarla. Per un miliardario come l’Amministratore Delegato di Amazon, il semplice fatto di raccogliere e attaccare i bollini sarebbe economicamente uno spreco enorme, oltre che un modo palesemente poco sagace di impiegare il proprio tempo in relazione al denaro.
Quando si parla di impatto ambientale, di riciclaggio, e di fare la differenza, numeri alla mano, essere vegan ti passa automaticamente nella categoria dei miliardari, in questo settore.
Lascia perdere gli spiccioli, continua pure a comprare plastica qua e là, e beviti tutta l’acqua di cocco che vuoi. Ma se smetterai di mangiare latte, formaggio, e uova (e se non lo hai già fatto anche la carne e il pesce), il tuo contributo netto all’ambiente diventerà così schiacciante che lo percepirai nel karma alla mattina quando ti svegli.
Cambiare per credere.