Mi ricordo quando da piccolino scoprii per la prima volta l’autodidattica, camminando per le strade della mia città sentii questo bravissimo pianista e ne rimasi indelebilmente impressionato.
“Ha studiato da autodidatta”, mi disse mia madre. E quella fu la prima volta che sentii questa parola. Autodidatta. In pratica vuol dire che ha studiato da solo, che ha imparato da solo. Senza andare a scuola! Wow. Mi era sembrata una cosa fortissima, fantastica e incredibile. Una vera e propria magia.
La magia dell’autodidattica
Questa è la definizione della Treccani:
autodidàttica s. f. [der. di autodidatta, sul modello di didattica]. – In pedagogia, attività spontanea esercitata dal discente, senza la guida di un maestro, nel processo di apprendimento delle nozioni fondamentali del sapere o di ampliamento della propria cultura.
Si potrebbe dire che sono sempre stato un autodidatta, fin da quando da piccolino imparai a leggere all’età di due anni. Il vero inizio della mia carriera di autoformazione, tuttavia, avvenne precisamente nel Giugno del 2013, quando decisi di dare una svolta decisiva alla mia vita, sostituendo la mia depressione di allora con l’apprendimento della lingua giapponese. Seguii un metodo, il famoso All Japanese All The Time, e 18 mesi dopo sapevo capire, parlare, leggere, e pensare il giapponese.
WOW! Ero sbalordito. Non tanto da me stesso e dalle mie capacità, non tanto dall’avere imparato una cosa come il giapponese in un solo anno e mezzo. La cosa più straordinaria è che ci ero riuscito, da solo, applicando un metodo assolutamente autodidatta, senza seguire nessun tipo di corso, grammatica, o libro.
Mi sentivo come se avessi appena attraversato una foresta foltissima, famigerata per essere così fitta da richiedere un percorso tutto particolare e un safari e una guida e una macchina, solo utilizzando un binocolo e una bussola.
Gli strumenti del “metodo” erano estremamente semplici. Ascolto passivo, shadowing, Anki. La vera magia ce l’avevo messa io, o meglio la mia stessa natura umana, il mio cervello che come tutti gli altri è sempre stato un organo prevalentemente predisposto a questo scopo. L’apprendimento.
L’autodidattica per come la vedo io si distanzia molto dall’insegnamento tradizionale, per più motivi credo, ma ce n’è uno in particolare che secondo me fa tutta la differenza del mondo. Essere soli con se stessi, per quanto suoni banale, è il fattore vincente di questo approccio. Innanzitutto, non hai limiti. Puoi andare più lento, puoi andare più veloce. Puoi andare molto più veloce. Il fatto è che di solito, anzi quasi sempre, un autodidatta è così automotivato che non si fa scappare niente, e la sua attitudine a continuare a volersi migliorare lo porta a scoprire metodi e tecniche sempre nuove. È sempre così infatti, l’autodidatta contro il mondo. Non ci sono professori con cui prendersela o libri troppo difficili da capire. Bisogna trovare un modo di imparare! PER FORZA! Pensaci bene, solo il fatto che un tizio si è andato a impelagare in un impresa tale, come impararsi da solo una lingua straniera o scrivere un libro, solo da qui puoi capire che la sua motivazione sarà sempre superiore a quella di tutti gli altri “studenti normali”, che alla fine sono lì sul banco solo perché ci devono stare, o perché si sentono obbligati in qualche modo.
L’autodidatta può anche essere uno studente e andare a scuola, perché no? Mentre imparavo il giapponese frequentavo Ingegneria. Il punto è questo, all’autodidatta non lo ferma nessuno, tanto vuole imparare le cose. Neanche la scuola.
L’autodidattica oggi
Sta diventando sempre più evidente per tutti quanto imparare ciò che si vuole imparare “da soli” sia molto più efficace. Poliglotti, YouTuber, gamer professionisti, scrittori autopubblicati, software house indipendenti… Il mondo dell’autodidattica è più in espansione che mai, e ti basta un’occhiata per capire quanto sarà sempre più così anche in futuro.
Il momento storico è assolutamente propizio. Prendi il caso del giapponese ad esempio. Non avrei mai potuto fare una cosa del genere prima del 2007, anno della diffusione dei primi software di SRS (come quello che ho usato io, Anki). Proprio grazie a Internet mi è stato possibile radunare l’enorme quantità di materiale necessaria per le altre due fasi dell’ascolto passivo e dello shadowing. Questo metodo stesso, All Japanese All The Time, lo imparai per la prima volta proprio dall’omonimo sito web. E ancora, pensa soltanto all’arte che sta venendo condivisa in questo momento. Lezioni universitarie, tutorial, artisti famosi, tutto a portata di clic. Pensa all’industria dei videogiochi, la più sviluppata in assoluto al momento della scrittura di questo articolo, molto più dei film di Hollywood e della televisione. Se ci pensi bene, è un mondo sempre più autodidatta. Non so tu, ma io trovo che sia assolutamente meraviglioso.
Pensa a questo fatto. Pensa al fatto che è possibile, in qualsiasi momento e dovunque tu ti trovi, decidere di imparare qualcosa di nuovo. Vuoi imparare a fare un business, a vendere bustine di te allo zafferano per esempio, a costruirti una coltivazione idroponica dei peperoncini più piccanti della terra, vuoi imparare a scrivere un romanzo, a scriverne quattro all’anno, a venderteli da solo, autopubblicati su Amazon, vuoi imparare a guadagnare con il trading di criptovalute, vuoi imparare a cantare lirico, a fare arti marziali, a scolpire il legno, a costruire case di argilla con piscina a mano in mezzo alla foresta, ad attraversare l’oceano in barca, a correre una maratona di 250 kilometri nel deserto da vegano…?
Puoi farlo. Puoi ca**o farlo.
Che cosa imparerai a fare da grande?
Quando ero piccolino non sapevo bene che cosa volevo fare da grande. All’inizio pensavo che volevo fare il notaio, perché i miei mi avevano raccontato che il notaio basta che mette una firma e lo pagano un sacco di soldi. Allora dicevo alla maestra, “Mi chiamo Stefano e da grande voglio fare il notaio”. (mi chiamavo Stefano)
Però non è che la storia del notaio mi appassionasse più di tanto. “E come si diventa notaio?” Chiedevo. “Eh, è facile, se uno dei tuoi genitori è già notaio, puoi ereditare il lavoro. Altrimenti è molto difficile”. Niente da fare allora… E in più, appunto, mettere firme su un foglio in un vecchio ufficio era troppo austero. Dov’è l’avventura? Così iniziai a sognare tante cose. Il pilota di Formula 1, lo scrittore di romanzi, il pirata, il gigolò (quando scoprii che cos’era da piccolo diventai subito un fan della professione), lo sviluppatore di videogame, forse anche l’astronauta, non mi ricordo.
Adesso però, che sono cresciuto, ho messo la testa a posto, e mi sono reso conto delle cose importanti della vita e di come gira il mondo, ora che sono grande, so bene quello che voglio fare.
Voglio fare tutte queste cose messe assieme!!! E anche di più.
Al momento sto scrivendo sul mio sito web e facendo video su YouTube, aiutando migliaia di altre persone a realizzare i loro sogni. Mi sembra un ottimo punto di partenza! Più avanti, chi lo sa. Nel frattempo, continuerò a esplorare questo mondo e questa meravigliosa occasione che mi è stata data, di vivere una delle epoche più interessanti in assoluto nella storia dell’umanità, e di farlo nel migliore dei modi possibili. Assieme a te. 🙂
Sto lanciando proprio in questi giorni una community privata interamente dedicata all’autodidattica. Se sei interessato al progetto e vorresti partecipare, iscriviti sulla pagina per ricevere tutte le informazioni:
Non so tu, ma io non vedo l’ora di cominciare 🙂