P: “Stefano mi piacerebbe davvero tanto imparare una lingua difficile come il giapponese proprio come hai fatto tu… però vedi, per una persona impegnata come me è impossibile. Non ho tempo.”
A parlare siamo io e Pino, che in questo articolo rappresenterà un amico interessato a imparare una nuova lingua. La conversazione è la solita.
Dylan: “In pratica mi stai dicendo che non ho niente da fare tutto il giorno?”
Pino: “Ma no, intendo dire, io lavoro sai… Poi torno a casa e ho ancora da fare… Ho una vita sociale io sai, degli amici… un lavoro… una ragazza. Tu… beh, tu…”
D: “Ok Pino. Stai solo peggiorando la situazione…”
La guerriglia del tempo
Esiste un bene che scarseggia più di tutti gli altri.
Il tempo.
Ti basta fare un piccolo sondaggio tra quelli che conosci. 9 di loro su 10, non hanno tempo. Non hanno tempo per cambiare le proprie abitudini, non hanno tempo per mettersi a correre, non hanno tempo per imparare una lingua. Ed è un peccato. E loro lo sanno che è un peccato. Anche Pino.
Pino: “Ahimè, purtroppo non ho tempo… Se avessi qualche ora al giorno in più, forse…”
Scommetto che anche tu hai questo problema. Stai leggendo questo sito, ti piacerebbe imparare una lingua straniera, magari ti sei anche letto le mie guide o comprato i miei mazzi. Ma non hai tempo. Per raccontarti come puoi risolvere il problema (esatto, si può assolutamente risolvere), voglio condividere con te questo episodio, lo stesso che ho detto a Pino. Il giorno in cui iniziai a imparare il giapponese era lo stesso in cui decisi di laurearmi in Ingegneria. Una laurea del genere non richiede affatto poco tempo, eppure sono riuscito a fare tutto:
Laurea presa.
Allenamenti.
Vita sociale.
Giapponese imparato.
A questo punto, quando vedo Pino e glielo racconto, ecco il solito ritornello:
P: “Wow Stefano, ma come hai fatto a trovare tutto questo tempo?”
D: “Chiamami pure Dylan. Comunque, avevano ancora tutti 24 ore, l’ultima volta che ho controllato.”
P: “E allora perché sei diverso da me?”
D: “Non sono diverso, ho solo raggiunto il mio obiettivo. Puoi farlo anche tu! A patto di…”
P: “Aspetta, aspetta, per caso è la storia di impegnarsi tutti i giorni, darsi da fare, e essere costanti? No perché se è così me l’hai già detta. Però sai, come ti dicevo io non ho tempo… Vedi Stefano tu sai il giapponese, sei ingegnere, sei speciale e tutto, ma io sono diverso… Ho la ragazza, capisci?”
D: “Cosa stai cercando di dire?”
P: “È che forse sarebbe anche ora di…”
D: “Vabbè lasciamo perdere Pino… Lasciamo perdere. Quello che ti voglio dire è che tutte le persone hanno la stessa quantità di tempo, tutti i giorni. Tu hai 24 ore, io ho 24 ore, Hayao Miyazaki il più grande regista di film giapponesi d’animazione, ha 24 ore. Il tempo è lo stesso per tutti. Tutti ci svegliamo la mattina, abbiamo circa 16 ore per vivere, e poi ci riviene sonno. Qual è la domanda da farsi, a questo punto?”
P: “Chi è Hayao Miyazaki?”
D: “La domanda a questo punto è: Come faccio a fare in modo che il tempo che ho a disposizione mi basti per tutto?”
P: “Mi devo organizzare.”
D: “Esatto. Ti organizzi. Ma se hai un lavoro, una ragazza, o vai all’università come fai? Tutto il tuo tempo è occupato, giusto?”
P: “Te lo dicevo, è impossibile. Finalmente ci sei arrivato.”
D: “La soluzione è applicare una tecnica chiamata la guerriglia del tempo.”
P: “La guerriglia del tempo?”
D: “Esatto, la guerriglia del tempo. Conosci il termine guerriglia? Invece di organizzare una battaglia vera e propria, in una guerriglia si fanno tanti piccoli attacchi in continuazione.”
P: “Devo combattere con qualcuno?”
D: “Beh, praticamente sì. Devi combattere con te stesso. L’idea è molto semplice: puoi sfruttare il tuo tempo per fare delle cose che ti fanno crescere, oppure no. Se non lo sfrutti per crescere, significa che lo stai sprecando. E se lo stai sprecando, significa che stai togliendo del tempo a te stesso. Lo stai sequestrando. È a questo che serve la guerriglia. A rivendicare il tuo tempo perduto.”
P: “Non credo di avere capito molto bene. Tu dici che sto sprecando il mio tempo, ma secondo me non è così.”
D: “Sei sicuro?”
P: “Sì, insomma. La mattina e il pomeriggio li passo a lavorare. Poi torno a casa e la sera sai com’è, preparare la cena, mangiare con la mia ragazza… Ah no scusa, forse non lo sai…”
D: “Hai centrato il problema.”
P: “Sei single da troppo tempo?”
D: “…Gran parte del tuo tempo è già occupata. Per questo non puoi fare una battaglia. È qui che entra in gioco la guerriglia.”
P: “Come funziona?”
D: “La mattina, da quando ti svegli a quando entri a lavoro, cosa fai?”
P: “Mi lavo, mi vesto, faccio colazione e prendo il treno.”
D: “Fantastico. Ecco come funziona: poco dopo esserti lavato, metti subito le cuffie e fai partire l’mp3.”
P: “È la storia dell’ascolto passivo?”
D: “Proprio quella.”
P: “Delle 10 mila ore?”
D: “Già”
P: “Ti ho già detto che non ce la faccio con 8… Figurati 10 mila!”
D: “Da quando ti svegli a quando entri in ufficio quante ore passano?”
P: “Più o meno un’ora e mezza.”
D: “Ottimo. Un’ora e mezza di ascolto passivo in più al giorno. Mica male no?”
P: “Beh, se la metti così… Ma scusa come faccio poi ad arrivare a…”
D: “Secondo attacco: la pausa pranzo. Quanto dura?”
P: “Eh che ne so, un’oretta?”
D: “Bene. Siamo già a due ore e mezza.”
P: “Ascolto passivo in pausa pranzo? Mi devo isolare?”
D: “L’ascolto passivo può essere fatto anche mentre si parla con gli altri, lo sapevi no?
P: “Sì, ma è imbarazzante…”
D: “È una cosa piuttosto normale. Ti basta spiegargli che non stai ascoltando musica ma che lo stai facendo per imparare. E che non ti distrae. Solo, tieni il volume abbastanza basso et voilà! Bentornati amici.”
P: “Eh ho già provato a spiegarglielo, ma non mi sembra che abbiano capito… Mi dicono che sembra una cosa strana, che è impossibile che gli possa dare tutta la mia attenzione.”
D: “Questa dell’ascolto passivo è una cosa strana. Anche andare a lavorare a New York è strano. Chiudere un affare con un tizio di Los Angeles? Mandare i figli in Erasmus a Londra?”
P: “Già, sarebbe bello.”
D: “Purtroppo a volte le cose migliori sono strane. Io non bevo mai birra e a volte mi fanno notare la cosa, ma se non batto ciglio alla fine nessuno si lamenta. È una mia decisione alla fine no? Fagli capire che per te è importante e che ti stai arricchendo molto grazie a questo piccolo gesto. Se sono tuoi amici davvero, capiranno. Se non capiranno, vuol dire che in futuro mangerai con persone più compatibili…”
P: “La fai sempre facile, tu che non hai amici né ragazza.”
D: “Veramente, già che ci siamo, forse ti farà piacere sapere che ho entrambe le cose…”
P: “Sì vabbè… E, dimmi un po’, come si dice in giapponese?”
D: “友達も彼女もちゃんと持ってるよ!”
P: “Ecco, lo vedi che sei un nerd solitario che se ne sta sempre lì a guardare gli anime e non piace a nessuno?”
D: “Scusa, non ti ho sentito, il podcast nelle cuffie… Sai l’ascolto passivo… Aspetta che abbasso il volume…”
P: “Niente, niente… Piuttosto, dimmi di più sulla tortilla del tempo.”
D: “È guerriglia, non tortilla… Dunque, dove eravamo? Ah sì. Quando stacchi da lavoro?”
P: “Alle 5.”
D: “Eccellente. Dunque, appena timbri il cartellino, ripiazzi le cuffie.”
P: “Ancora?”
D: “Non avevi trovato quell’audiobook che ti piaceva?”
P: “Sì, ma dura 8 ore. Non ho il tempo materiale…”
D: “A che ora vai a dormire?”
P: “Alle 10 e mezza mi metto a letto.”
D: “Fantastico. Dalle 5 alle 10 e mezza sono 5 ore e mezza pulite, più le 2 ore e mezza della mattina: 8 ore precise. Eccoti servito il tuo audiobook. Domani sera avrai già scoperto il finale.”
P: “Sembra facile, a sentir parlare te.”
D: “È facile! Ce l’hanno fatta in centinaia. È solo questione di abituarsi. I primi giorni dovrai fare uno sforzo in più per tenere le cuffie indossate, ma dopo un paio di settimane sono sicuro che non vedrai l’ora di svegliarti per cominciare un nuovo audiobook. Ah, importante, ricordati di fare una pausa ogni tanto.”
P: “Mmm… Sembra interessante… Poi potrei anche ascoltarmi la radio, il telegiornale, le repliche in inglese di Star Wars…”
D: “Esatto. E per quanto riguarda le 10000 ore non ti preoccupare, a me ne sono bastate solo 4000.”
P: “Mi hai convinto! Da domani inizierò ad applicare la tua nuova tecnica!”
D: “Bravo Pino, ne sono molto felice! E mi raccomando, fammi sapere com’è andata“
P: “Grande Ste! C’hai sempre il consiglio giusto… Ah, e per quanto riguarda la ragazza… Sono sicuro che una la trovi, prima o poi. Fatti coraggio.”
D: “Preferirei Dylan…”
L’esercizio
Come esercizio, applica anche tu la guerriglia del tempo! Cerca di inserire più minisessioni di ascolto passivo che puoi. Quando ti svegli la mattina, quando sei sui mezzi, quando sei in pausa, prima di andare a dormire, e così via.
Se ti trovi in macchina da solo, è il momento ideale per fare shadowing! Nessuno ti sente, e puoi tenere l’autoradio al volume che preferisci. Io mi esercito sempre così, è anche un ottimo modo per far passare il tempo. Come se non passasse già abbastanza veloce 😀
Anche l’articolo di oggi è una lezione gratuita estratta dall’autocorso di inglese. Se vuoi imparare una lingua con l’ascolto passivo, dai un’occhiata alla pagina dei corsi 🙂