Un bel giorno 6 anni fa circa, ebbi un sogno.
Avevo appena imparato il Giapponese in 18 mesi contati partendo da zero e arrivando a dare con successo la certificazione di difficoltà più elevata, il JLPT N1. Prima di iniziare quell’impresa, non ero nessuno. Letteralmente, soffrivo di depressione maggiore.
In quel momento, nel momento in cui vidi che ebbi superato il test con successo, abbracciai mia madre e condivisi quella bellissima sensazione con lei. Era Febbraio 2015. In quel momento, presi una delle decisioni più importanti della mia vita. Siccome ho imparato il Giapponese in così poco, mi dissi. Siccome a Settembre mi laureerò in triennale a Ingegneria Elettronica, mi dissi. Siccome ciò che ho appena vissuto sulla mia pelle è la cosa più incredibile di cui abbia mai avuto esperienza, beh, allora mi dissi, allora è il momento di rilanciare. Vero?
Se è vero che posso applicare me stesso su me stesso e ottenere un risultato così incredibile che i professori universitari stessi sono così sbalorditi da faticare a crederlo veritiero, per quanto certificato. Se è vero che il cervello umano possiede questo potenziale, se è vero che persino un derelitto quasi morto come me, quasi uscito da una depressione così importante*, può ottenere un tale successo e risultato. Beh, allora, beh, in questo caso mi dissi, in questo caso beh allora tutti lo devono immediatamente sapere. Inoltre, voglio imparare a creare business e a fare soldi. Inoltre, mi dissi, voglio parlare a tutti di tutto, non solo del Giapponese, ma anche di questa cosa chiamata crescita personale che, guarda caso, ho appena scoperto.
La crescita personale
Il primo blog di crescita personale che incontrai e che mi cambiò completamente la vita, fu All Japanese All The Time, creato e gestito da niente popò di meno che il gentiluomo Khatzumoto sensei. Il secondo sito che incontrai, e che incontrai proprio da qualche parte tra le pagine di AJATT, fu StevePavlina.com.
Entrambi i siti, così come Albanesi.it, mi ispirarono nella direzione giusta: quella di diventare un polimata. Conobbi questa cosa della crescita personale, e la volli subito “far mia”. Seguendo le orme dei miei 3 maestri, e seguendo il mio sogno di fin quando ero piccolino, desiderai di creare il sito di crescita personale più rilevante di Italia.
Il sito di crescita personale più rilevante di Italia
Ai tempi, secondo i maggiori imprenditori digital italiani e secondo le voci di corridoio e di strada, il sito più rilevante era un certo sito che non nomineremo perché sinceramente (non ti so spiegare il perché) non mi è mai piaciuto. Per quanto mi riguardava, si trattava di superare quel tizio in qualità e valore, e ovviamente possibilmente anche di numeri. Soldi, visualizzazioni, un pirata che si rispetti vuole tutto. Io sono sempre stato un navigatore solitario, nelle acque del web quando ci faccio surf e in quelle della vita. Per fartela breve, ho raggiunto questo obbiettivo diversi anni fa, quando ricevetti dal di cui sopra la più sincera forma di adulazione.
Ora, tolto il primo competitor di mezzo, si trattava di cominciare a creare un impatto per davvero, e non semplicemente qualche manovretta SEO o qualsivoglia altra giocata. Stiamo parlando di diventare il sito di crescita personale più rilevante di Italia. Per far sì che questa condizione si avveri, dovevo non soltanto asfaltare la concorrenza (gioco da ragazzi, detto tra noi), ma anche creare un sito che fosse effettivamente rilevante.
Non vorrai mica essere il più bello della stanza vero, si disse il saggio allo specchio. Nossignore, tantomeno il moralista più rispettato della prigione.
Per fartela breve, lo sappiamo tutti ma ha senso ribadirlo, l’uomo più ricco di Babilonia avrà sempre bisogno di una banca che glielo certifichi.
La fine di questo progetto?
Ho parlato numerose volte, in questo lustro, di terminare il progetto Autocrescita una sola per tutte. Di abbandonarlo, di chiuderlo, persino di venderlo o di regalarlo. Entrambe le proposte, sia detto tra parentesi, sono ancora aperte a chi abbia il coraggio di rivolgersi alla mia persona, come se lo fosse. Pochissimi? Zero? Chi se ne importa.
Ciò che importa oggi è che questo progetto lo dichiariamo concluso, facilmente. Dopo l’impatto raggiunto sia a livello nazionale che oltremare. Dopo il plagio di un quotidiano, dopo due plagi di un certo ex-collega, dopo aver creato da zero o rilanciato alcuni trend tra cui ascolto passivo (Italia), sogni lucidi (Italia), shifting (Stati Uniti e Globo)… Beh, sì, beh, allora adesso mi dico, beh… Sì, allora adesso mi dico, sai, mi dico…
Mi arrendo.
Questo, infatti, è quanto. Autocrescita il progetto termina. Come mai questo? Perché ho forse raggiunto tutti i miei obbiettivi? Perché forse gli imprenditori digital in Italia sono tutti meno rilevanti del tuo affezionatissimo alla data attuale? Perché forse, sempre nel Paesello, il denaro e la qualità sono stati ufficialmente disaccoppiati diverso tempo addietro? Perché voglio trascendermi? Perché, o uomini superiori, io ho forse domande più elevate? Perché so ammettere la sconfitta, e anche concedere la vittoria? Perché di più non voglio dare, sebbene ne abbia? Perché sono felice così? Perché vi amo? Perché non è mai troppo tardi, in questo gioco, per rilanciare ancora?
Sul piatto, carissima ciurma, colleghi pirati e vigilantes, piloti, difensori delle Leggi, amministratori di umanoidi, poliglotti per scelta o per definizione, famiglie cristiane, vecchie e nuove coscienze tutte e naturalmente entità trascendenti… Sul piatto, c’è ancora tutto da arraffare.
Io e i miei?
Probabilmente impegnati ad evolverci. Probabilmente impegnati a imparare. Probabilmente impegnati a svilupparci. Probabilmente impegnati a crescere.
*la sconfissi del tutto qualche tempo più avanti, giusto qualche secondo fa quando mi decisi a scrivere quest’altro pezzo di contenuto 😉