L’altro giorno mi hanno riportato a proposito dell’ultima preghiera del Papa a Roma, in merito alla situazione attuale.
Eccone un passaggio:
SALVACI, O SIGNORE.
Da tutti i mali che affliggono l’umanità
Salvaci, o Signore
Dalla fame, dalla carestia e dall’egoismo
Salvaci, o Signore
Dalle malattie, dalle epidemie e dalla paura del fratello
Salvaci, o Signore
Dalla follia devastatrice, dagli interessi spietati e dalla violenza
Salvaci, o Signore
Dagli inganni, dalla cattiva informazione e dalla manipolazione delle coscienze
Salvaci, o Signore
In particolare mi è molto interessato l’ultimo passaggio a proposito della cattiva informazione, e naturalmente della parola più gettonata di questo millennio, la temutissima manipolazione.
Vado dritto al punto. Non credo che le informazioni abbiano alcun potere sugli individui. Non credo che le informazioni negative o sbagliate possano veramente fare dei danni. Non credo che la “manipolazione” sia qualcosa di necessariamente negativo. E infatti, guarda caso, io stesso sono stato sottoposto personalmente a una quantità enorme di informazioni sbagliate e mal fatte e truffaldine e ingannevoli e pessime, e chissà come sono ancora miracolosamente in pieno possesso delle mie facoltà mentali.
Ciò che conta è come sempre il soggetto cosciente.
Purtroppo ci sono alcune persone che si credono più intelligenti di altre a priori, il che a mio avviso è un grossissimo errore. La verità è che distinguere un’informazione buona da una cattiva non è affatto semplice come sembra.
Bisogna leggere tanto, soprattutto bisogna leggere a proposito di ciò in cui non si crede. Non solo leggere ovviamente. Bisogna guardare video, ascoltare audio, fare ricerca sui libri, intervistare le persone… Ci sono i corsi online, ci sono i forum, ci sono i podcast, le videointerviste, gli special, persino le serie TV e i documentari. E naturalmente praticare. Mettere in atto. Vivere l’esperienza su di sé. Tutto il resto sono solo zeri e uni nelle nostre interfacce.
Gli anticospirazionisti sono stupidi?
L’antidoto contro le cattive informazioni sono le informazioni stesse. Dobbiamo imparare a gestirle noialtri, senza fare affidamento a nessuna autorità esterna. Sarebbe troppo semplice. L’ho già detto chiaramente più volte, non rispetto chi crede “in nome della scienza” che altre persone stiano prendendo degli abbagli, senza mai argomentare.
“Mannò dai cioè, fake, fake news, gombloddo, bufala, la comunità scientifica, gli articoli peer-reviewed… Dai.”
Tutte queste parole non sono argomentazioni razionali valide, pertanto non sono accettabili. Il bello è che questi autoproclamati geni e difensori della vera verità sono più vittime delle cattive informazioni di tutti gli altri. Sono convinti che i brutti e cattivi manipolatori dell’informazione siano lì a battere con demoniaca ferocia sulle loro peccaminose tastiere, allo scopo di vituperare la verità, e turlupinare tutti. In cambio di soldi, ovviamente, in cambio di soldi.
Che vita interiore da timorati.
Io stesso vengo bersagliato, talvolta, anche se ultimamente molto meno. Siccome dal punto di vista neurologico criticare è una delle attività più pigre immaginabili, le persone che amano farlo si stancano facilmente.
Detto questo, non hai idea di quante persone mi abbiano dato dello scellerato solo perché ho un sito famoso con dei corsi in vendita. La lista di nomi che mi hanno affibbiato è bella lunga:
- Ingenuo
- Manipolatore
- Truffatore
- Bluff
- Maleducato
- Credulone
- Cospirazionista
- Lo fai solo per soldi
- Bla, bla, bla…
E naturalmente la stragrande maggioranza delle volte, tutti questi insulti mi arrivano per via indiretta, o nei commenti anonimi di YouTube. E chissà quanti altri rimangono bloccati lì nelle teste senza mai venire espressi.
La verità è che la maggior parte delle persone che scrive informazioni sul web lo fa in buona fede.
Alla peggio se qualcuno pensi proprio che stia sbagliando, prova a parlargliene civilmente.
Un’opzione che gli scientisti chissà per quale legge dell’universo meccanico in cui si trovano, non sono ancora riusciti a considerare. A quanto pare parlare alle spalle delle altre persone e progresso scientifico sono per loro sinonimi. Piano piano si evolveranno, ne sono convinto. Noi li aspettiamo.
Peer-reviewed is the word
Il caso più eclatante, in Italia, è questo articolo dell’AIRC, che compare in prima pagina su Google per le parole “China Study”, uno dei libri più famosi a sostegno dell’alimentazione vegana:
https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/china-study
Tutti ogni volta mi citano quell’articolo, che francamente è pieno di cose platealmente errate. Una su tutte, cito testuale:
“Colin Campbell, l’autore del China Study, ha pubblicato i risultati in un libro e non in riviste scientifiche i cui articoli sono sottoposti a valutazione tramite il metodo del peer-review.”
E giù tutti a parlare di peer-review e a criticare il libro 🤣
Ebbene, si scopre che questa è una affermazione inutile. La contestazione dell’AIRC qui è semplice: il libro non è peer-reviewed.
Il motivo? È ovvio che sia così! Un libro di divulgazione non può esserlo per definizione. I libri non sono studi, sono libri. E il China Study appunto non è uno studio, è un libro che ne cita più di 750. La cosa più divertente? Ebbene sì, hai indovinato, la maggior parte di questi 750 studi sono peer-reviewed, come si evince da questo articolo:
https://nutritionstudies.org/china-study-well-researched-book/
“We cited and referenced about 750 papers, almost all of which are peer reviewed. These are not secondary references (where our citations are re-citations of what other writers may have cited); we read them first hand and have copies of all.”
Lmao.
Inoltre, giusto per essere precisi, le prove a favore della dieta vegana ci sono eccome, soprattutto per quanto riguarda le malattie cardiovascolari. Ancora più importante, non esistono prove contro. Le diete vegane ben pianificate sono approvate da pressoché tutte le associazioni nutrizioniste della Terra.
Omnia munda mundis
In ogni caso, torniamo al problema originale. Le cattive informazioni sono il problema qui? Devo mettermi a incolpare l’articolo dell’AIRC, quando guardo gli italiani ragionare sull’alimentazione vegana e fare battute compensa-pene sul bacon? No!
Il problema sono i soggetti. Prima di diventare vegano, quando mi stavo informando sulla questione, incontrai proprio quel benedetto articolo sul sito dell’AIRC, e lo lessi attentamente. Trovai alcune delle sue contestazioni ridicole (come il fatto che una blogger, Denise Minger, lo aveva sbugiardato, si sa che i blog sono davvero molto peer-reviewed raga, sisi), e in generale notai che molta della retorica anti-vegana non aveva radici solide né tantomeno scientifiche, ma era soltanto un accrocchio di principio di autorità e paura del cambiamento e attaccamento emotivo allo status quo stile “me l’ha detto la MAH-MMAH”.
Va benissimo allora, mi dissi. Proviamo sta veganata.
Da allora vivo da Dio. Alcuni miei amici non mi hanno mai creduto, altri fanno fatica ad accettare il fatto che stia ancora in piedi in barba alla carenza di proteine. Il fatto è che non solo sto ancora in piedi, sono più in forma che mai, mi si vedono gli addominali, ho corso una maratona due anni fa, faccio esercizio fisico tutti i giorni, ho altissimi livelli di energia, e ultimamente ho anche messo su un bel po’ di massa muscolare (circa 6kg).
Questo obbiettivo sono riuscito a realizzarlo nonostante tutte le brutte e cattive informazioni anti-vegane contro le quali ogni tanto anche io stesso inutilmente me la prendo. La verità è che i soggetti sono molto più potenti delle informazioni stesse, e lo saranno sempre. Soprattutto, la cosa più importante non è tanto esporsi a una info piuttosto che a un’altra. Chi se ne frega sinceramente, se sono iscritto o meno alla newsletter dei terrapiattisti.
La cosa più importante è mettere in pratica. Soprattutto, quando c’è un conflitto, una posizione non condivisa, un dibattito su qualcosa, assumi entrambe le posizioni fino in fondo, fino a diventare capace di argomentarle entrambe meglio di tutti gli altri.
Fare così non solo ti salva davvero il culo dalle frodi o dalle informazioni maliziosamente persuasive, ma ti apre proprio la mente, ti dà una prospettiva interiore potente come nessun’altra.
You have the power
La verità è che siamo tutti quanti circondati da stereotipi, false convinzioni, e preconcetti. La via di uscita non sta nell’arrabbiarsi tanto con le fonti di informazione e pestare i piedi e dirlo alla mamma, perché tanto anche a tirarle giù tutte ti rispuntano in faccia il giorno dopo come i brufoli che ti ritrovi dai prodotti animali di cui ancora ti ingozzi.
Il vero segreto sei tu. Informati, rafforzati, soprattutto impara a essere flessibile, a considerare i punti di forza e le opinioni di ciascuno. Studia i tuoi avversari, immergiti nelle loro tesi e impara a dimostrarle e a portarle avanti con più tenacia ed efficacia di loro stessi. Dopodiché, cerca sempre nuove posizioni, tieni la mente aperta il più possibile. E soprattutto, non temere mai le cattive informazioni.
La vera ignoranza è nelle teste.