Questo momento esiste grazie al fatto che tu esisti, che questo articolo esiste, e che lo scrittore di questo articolo esiste e lo ha scritto.
Detto questo, tutte queste entità non “esistono” in senso stretto, o meglio, non esisterebbero se non fosse per questo momento stesso.
In pratica, esiste una mutua dipendenza tra il momento che ora stai vivendo, leggendo queste parole (grazie, a proposito), la tua esistenza, la mia, e quella di tutto il resto dell’universo, ivi incluso questo schermo e questi pixel e queste parole.
Ciò significa, da un punto di vista strettamente fisico ad esempio, che tutti questi fenomeni sono connessi. Le parole che scrivo, e il tizio che le sta scrivendo (io), e chi le sta leggendo. Questi “fenomeni fisici” sono interdipendenti tra di loro, il che significa che in qualche modo strano e misterioso interagiscono.
Che cosa c’è di interessante in tutto ciò? Beh, nulla. Appunto. O meglio, l’esistenza del nulla. Questo “momento”, infatti, che ci accomuna tutti quanti, in pratica io e te e tutti gli altri lettori, non ha assolutamente forma né dimensione. È una specie di punto nello spazio tempo, potremmo chiamarlo il “Sé”, volendo, quella propriocezione sfuggente che è qui e ora e dappertutto, in un certo senso.
Ora, spingiamoci un po’ più in là.
Prendiamo questo articolo, questo momento, questi soggetti che lo stanno scrivendo barra leggendo. Innanzitutto, sarai d’accordo con il fatto che, in un certo senso, tutte queste cose provengono dal “Sé”. Il Sé mio di io che le scrivo, il Sé tuo di tu che le leggi, e in qualche modo derivano anche da moltissimi altri Sé. Chi ha inventato l’alfabeto? Chi ha favorito la diffusione di certe parole piuttosto che di altre? Pensa a chi ha progettato questi strumenti tecnologici, il tuo schermo e la mia tastiera, etc.
Per non parlare di tutti i pensatori che hanno contribuito a questi pensieri stessi, tra cui ovviamente ci tengo a ricordare anche il Buddha. In pratica, tutto ciò che mi sta venendo in mente in questo momento è connesso con questo articolo, e chiaramente anche con questo momento stesso. E con “questo momento”, intendo proprio questo, che è sia il qui ed ora di io che scrivo, sia il qui e ora di tu che leggi.
Ora, prendi ad esempio la tua coscienza in questo istante, il tuo Sé. Cerca di allargarlo un pochettino, sbircia al di fuori di questo schermo, di questo articolo. Prova a fare caso a che cosa vedi. Tutto ciò che è nella tua esperienza, in questo momento, in un certo modo è strettamente connesso con tutto ciò che è nella mia. Il che include, naturalmente, altri “Sé”. A questo punto, però, sarebbe meglio mettere tra virgolette il termine “altri”, piuttosto.
Tutti questi Sé infatti, il mio e il tuo e quelli di tutti quanti, sono come abbiamo appena osservato strettamente interconnessi tra di loro, in vari modi. I tuoi stessi Sé, ad esempio, sono tutti collegati dalla causa effetto e dal tempo che scorre. Il mio e il tuo, nello specifico, da questo articolo. Poi ci sono il tuo Sé e quello delle persone a cui hai parlato, e quello delle persone con cui parlerai, e viceversa quello di coloro i quali hanno interagito con me invece. Questa maestosa rete di Sé, come abbiamo detto all’inizio, si fonda tutta su un momento importantissimo, questo. Questo momento è uno dei fili, delle connessioni, di questa immensa rete di Sé, di coscienze, di esistenze. Tutto crollerebbe, non esisterebbe neanche, se questo filo non esistesse. Si tratta di un filo relativamente sottile, anzi sottilissimo, ma anche piuttosto resistente, se ci pensi. Tagliarlo sarebbe molto difficile. Certo, potresti smettere di leggere, ma solo per venire connesso a qualche altro momento, a qualche altro “Sé”.
Soprattutto, i Sé, i soggetti coscienti, in questa visione delle cose sono invece i nodi della rete. Secondo il Buddha, non esistono, o meglio, non hanno molta importanza. Emergono dal momento presente, quello che io e te e tutti quanti stiamo vivendo qui e adesso, e poi ci si rituffano, ma sono privi di consistenza, ineffabili, e in un certo senso non hanno sostanza, il che significa che non sono fatti di niente, sono vuoti.
Tutti i tuoi istanti sono in realtà un ponte, una connessione, con qualcos’altro o con qualcun altro. Fai caso a questo fatto, quindi. Tu, come singola entità, non potrai mai esistere.
Che senso avrebbe, in un mondo del genere, continuare a dedicarsi a se stessi solamente? Che senso avrebbe che io mi dedicassi a me, e tu a te, e che nessuno si mettesse a scrivere o a leggere articoli, ad esempio? Ma lo stesso discorso, naturalmente, vale per qualsiasi altro tipo di attività, di movimento, di comportamento, o di pensiero.
Da questo momento in poi, ricordati questo se riesci. Coltiva ogni tuo momento come se fosse eterno, come se tutti quanti lo vedessero, perché in un certo qual modo è esattamente così. Prenditene cura, siine consapevole, e ricordati che tutti quanti i momenti della Storia, tutti quanti i Sé e tutti quanti i soggetti, da Leonardo da Vinci a Buddha e Gesù Cristo e a me a te a tutti quanti gli esseri coscienti (e chissà che cos’altro), sono magnificamente, perfettamente, inossidabilmente, ed eternamente connessi tra di loro.
E mentre inesorabilmente passano, passano anche da qua 😉