Dominare le masse è piuttosto semplice.
No sul serio, prova a immaginartelo per un secondo. Ecco la scena. Sei sul palco di un concerto gigante, e stai suonando. Finisci la canzone, parte un urlo collettivo con applauso e gridolini isolati. Guarda la folla in questo momento: non ti sembrano forse una massa unica, guidata da una mente unica, come fossero una creatura informe composta da migliaia di cellule umanoidi?
Le folle sono esattamente questo. Non le puoi contenere singolarmente, prendendo gli individui uno per uno. Se le vuoi controllare, devi trattarle come un bestione centralizzato, come uno sciame di tizi.
Come so queste cose? Parlo in pubblico da diverso tempo, scrivo articoli, pubblico video da migliaia di visualizzazioni sul canale… Dopo un po’ è una questione di allenamento, ci prendi la mano.
E così, a Novembre ho rilasciato di proposito 30 video “non famosi” (in quasi tutti racconto di come avranno poche visual) e intenzionalmente uno dei quali l’ho rilasciato “famoso” invece. È stato un esperimento interessante. Se volessi, dunque, ora so che potrei attrare tante persone sui miei video. Tante e quante ne voglio. Quando voglio.
Ora tu mi dirai:
“E perché non lo hai già fatto, allora? Più persone ci sono e meglio è, no?”
Frena, cowboy. Il mondo delle folle non è affatto così semplice come sembra. Certo, puoi arrivare a dominarle, ma a che prezzo? In tanti ci hanno provato, da sempre, fin dall’antica Roma e Grecia ne abbiamo memorie. Cicerone, Socrate, Giulio Cesare… E ai giorni nostri, beh, ai giorni nostri persone sicuramente meno apprezzate di allora (ma ben più di quelle dell’ultimo secolo, almeno).
Il fatto che so farlo, non significa automaticamente che io debba farlo sempre. Mica mi voglio far dominare a mia volta!
Patience is key, kid.
Dominare le folle è un’arte estremamente paziente. Per fare tuo uno stadio ci vogliono anni, se non decenni, di preparazione.
“E le star teenagers Dylan? Che cosa mi dici delle star teenagers? Loro mica hanno i decenni di preparazione. Hanno talento! Guarda i Tokyo Hotel…”
Esatto. Guarda i Tokyo Hotel. Guarda tutte le “star teenagers” della Storia, come le chiami tu. Tutti i personaggi famosi, da giovani, hanno bisogno di qualcun altro. Di solito un’intera azienda che li segue. Dai talent scout, ai ghost writer, agli editor, agli operatori delle luci e del suono, passando ovviamente per insegnanti e coach e sponsor e agenti e genitori.
L’arte di dominare le folle non deve essere esercitata per forza individualmente, anzi. Questo non succede quasi mai. Ti rendi conto dell’assoluta difficoltà di riuscire in una tale operazione? Avere successo vorrebbe dire che tu, singolarmente, sei riuscito a battere in scaltrezza ognuna delle migliaia di persone che compongono la tua “masnada bersaglio” (come la chiamerebbero su Magic the Gathering).
Fidati, ci vuole ben più del <pausa snob> “talento”. Ci vogliono tantissime cose. Anche un po’ di coraggio, naturalmente, ma non solo. Industriosità, duro lavoro, sensibilità, attenzione, e come dicevamo poc’anzi, pazienza.
Why not?
La verità segreta che ti porti a casa da questo articolo è che le masse non vedono l’ora di essere dominate. I gruppi umani si formano proprio per questo, il più delle volte. Per farsi controllare. Gli unici gruppi che non si formano con questo obbiettivi sono quelli uniti dal cosiddetto “vero amore”, che per fortuna di tutti noi aspiranti dittatori e dittatrici (scherzo ma non troppo) si è quasi completamente estinto.
Perché un essere umano dovrebbe volerne dominare tanti altri, quindi?
Beh, innanzitutto perché no scusa? A te non farebbe piacere? Sono sicuro che 9 su 10 delle persone che leggeranno questo articolo diranno “eh, cacchio, perché no in effetti…”, mentre il restante 1 su 10 mi manderà una mail infuocatissima per cercare di farmi scrivere cose diverse nel prossimo (un triste tentativo di controllare indirettamente il mio audience).
Altre motivazioni:
- Per vender loro delle cose
- Per intrattenere
- Per informare
- Per attrarre potere
- Per imporre le proprie idee
- Per controllare le loro emozioni
Essenzialmente, per fare di loro quello che più ti va di fare. Potremmo aggiungere infine:
- Per giocare a essere Dio
Che è quella frase che mi fa sempre ridere quando la sento nei filmacci tipo Jurassic Park e i dottori clonano una pecora assassina che poi si mette a distruggere l’umanità grazie ai suoi laser bionici.
Riso amaro
Perché ti scrivo questo articolo? Per farti ragionare su una cosa. Tu hai tanta paura di questi discorsi. Pensi che io sia un depravato, un dissoluto senza religione, e la verità è che mi genufletto ancora davanti a tutti i crocefissi che posso. Io lo so, di cosa hai paura. Hai paura che io ti domini, che io ti controlli. Hai paura che il fatto stesso di leggere queste parole ti stia appiccicando addosso dei guinzagli invisibili.
A me piace soltanto dire la verità. E la verità è che questa cosa del controllo delle masse la sto coltivando da tempo proprio per il tuo stesso motivo. Non solo mi darebbe fastidio subire questo genere di manipolazione, infatti, ma sono anche troppo curioso per non tentare. Questa è l’era dei social, è l’era del controllo mentale. È l’era in cui guardi le tette e i culi su Instagram (diciamocelo), e lo sappiamo benissimo tutti e due che hai buonissime probabilità di trovarci su pure tua figlia.
Perdonami il linguaggio esplicito, davvero. Io sono una persona buona, che tu mi creda o meno. Mi dà molto fastidio vedere così tante ragazze prostituirsi sui social, seppure in maniera soft. Molte di loro me ne parlano.
“È un business troppo facile.”
“Lo so, non dirlo a me.”
Rispondo io sornione, che alla fine anche se voglio fare il superiore l’altro giorno mi sono messo nudo su YouTube. Forse per compassione nei confronti delle belle pupe? Non lo sapremo mai. Sul serio, spero che tu colga quanto il mio umorismo sia amaro, qui. Ci sono tante persone che mi leggono e si offendono, ahinoi. Io vorrei soltanto che sappiano, in qualche modo, che faccio il tifo per loro. L’ho sempre fatto.
“Siamo dalla stessa parte della rivoluzione!”
È questo che dico a chi mi tratta ingiustamente o a chi mi cerca di fregare, sia nelle strade che nella vita.
“Non ti giocare un alleato come me, davvero.”
Just do it, do it, do it
Capire come dominare le masse è utile. Sul serio, fallo. Inizia ora. Ecco una lista della spesa:
- Un microfono (BlueYeti)
- Un blog (SiteGround)
- Un podcast host (Spreaker)
- Un social per i video decente (YouTube)
Unica cosa, ti prego, non farlo dal “tuo” social preferito. Non continuare a usare Instagram e nemmeno Facebook. Lo so, anche io uso Facebook, ma soltanto per gestire il mio Autocrescita Facebook Club, che è una community (passo molto difficile, provalo più avanti). Davvero. Anche se sei una ragazza che vuole schiaffare tette e culo negli schermi delle persone in cambio di attenzione e potere, ti prego, considera una piattaforma migliore. Lo so che sembra impossibile, ma poi vedrai che ti ripaga.
Bis vincit qui se vincit in victoria
E a chiunque si ritrovi in stato di offesa per articoli come questo: non so che dirvi, ragà. Se non vi accorgete che queste cose le dico per il vostro bene, a questo punto meglio stare dall’altro capo del guinzaglio, se non altro per un po’. Non del mio, ovviamente. Io faccio finta di fare il gradasso ma poi sono un tizio relativamente tranquillo, ho demonetizzato il mio canale YouTube e non abuso mai né della pazienza né dell’attenzione delle persone. A proposito, grazie per la tua.
Ieri una tizia mi ha scritto un messaggio in risposta a una delle mie sporadiche newsletter (che mando giusto perché altrimenti mi sentirei in colpa, davvero), dicendo che il mio articolo di ieri era volgare e banale. Una cosa questa che, per altro, riconosco anche alla fine dell’articolo stesso. Non tutti hanno tempo di leggere a quanto pare, soprattutto chi è troppo impegnato a criticare…
E nulla, io mi chiedo se questa signora si mette a mandare le mail incazzate alle maxi-compagnie della pubblicità, alla Coca Cola, all’Adidas, alla Nike, agli spammer, ai truffatori, o ai papponi della sua nipotina. Scusate se continuo con la mia extra-franchezza, davvero. Mi sento in colpa a scrivere queste cose. Il fatto è che sento una vocina tra di voi, fioca ma decisa, che mi esorta da lontano.
“Fai benone Dylan, invece. Queste cose sono vere! Continua, per favore, fregatene di quello che ti dicono…”
E io ringrazio questa vocina, ripromettendomi di sforzarmi a fare di più il bravo, la prossima volta. Perché nel profondo del mio cuore io lo so che anche lei lo sa, nel suo.
Che giochiamo nella stessa squadra.
Che ci dobbiamo dare forza a vicenda.
Che alla fine è inutile combattere tra di noi.
Perché siamo dalla stessa parte, siamo sempre stati dalla stessa cazzo di parte. In questa rivoluzione 😉