Quando sono tornato in Asia quest’anno, in particolare a Bangkok, mi sono detto questa frase, che mi ricorderò sempre:
Il tuo dovere non è lavorare. Il tuo dovere è girare il mondo.
Eh sì. Purtroppo ancora in tantissimi credono che lavorare sia un “dovere”, non solo pratico ma anche morale. E non c’è niente di più sbagliato. Lavorare, e in particolare lavorare perché si pensa di doverlo fare, non porta buone cose a nessuno. C’è chi si sente in obbligo per la propria famiglia, c’è chi sente che “i soldi si devono fare”, c’è chi pensa che lavorare sia “cosa buona e giusta” e basta, così a caso.
E invece no.
Il lavoro è una scusa
Lavorare, soprattutto al giorno d’oggi, e ci tengo a ribadirlo ancora una volta, è diventato una scusa. Una scusa per non vivere veramente la propria vita. La maggior parte dei lavori sono ridondanti. È per quello che c’è la “crisi”, perché tutti cercano di fare sempre le solite cose, di produrre sempre i soliti oggetti, e offrire sempre i soliti servizi di sempre, ma ormai tutti i mercati si sono saturati…
E in più, chieditelo seriamente, perché vuoi lavorare?
Sul serio, prova a rispondermi senza dire “ma dai è ovvio”, e aggiungendo magari un’argomentazione sensata alle tue convinzioni. Il fatto è questo, se avessi tutti i soldi del mondo, lavoreresti lo stesso? E ancora, se lavori soltanto per “guadagnarti da vivere”, per fare soldi, perché invece di voler trovarti un lavoro, non vuoi direttamente i soldi? O ancora meglio, perché non vuoi direttamente ciò che ti vorresti comprare con quei soldi?
Sto parlando in questi giorni con un po’ di persone sull’argomento, e un po’ ci rimango. Ho un grande rispetto per il lavoro e per chi si impegna per fare affari e guadagnare. Non riesco però davvero a interfacciarmi con la chiusura mentale di certe persone. È uno spettacolo raccapricciante.
Perché vuoi lavorare? Perché vuoi aprire un business? Perché vuoi guadagnare soldi?
E mi guardano tutti tipo, “Eh ma dai, Dylan, sei serio? I soldi servono per mangiare, i soldi servono per l’affitto, i soldi servono per i vestiti…”
E niente, è qui che rabbrividisco dentro proprio. I soldi non “servono”, proprio a niente, tanto meno a fare tutte queste cose. Il cibo semmai ti “serve” per mangiare, il letto per dormire, i vestiti per vestirtici… Non i soldi. E sono assolutamente serio su questo punto. E infatti, la maggior parte delle persone che ragionano in questo modo, nonostante si diano gran ragione a vicenda sulla questione, non hanno un cashflow soddisfacente. Non in entrata almeno 😛
Il punto è questo, i soldi sono un “mezzo”. Non uno scopo. Non ti servono. Sono lì soltanto come simbolo dell’avvenuta transazione.
Come mangiare gratis
“E allora come faccio a mangiare gratis?”
Il punto è questo, molto semplice e molto banale, ma realissimo e vero al 100%: comincerai a mangiare gratis non appena la smetterai di farti domande così stupide. Davvero. Quando dico che il lavoro non è un dovere, non intendo dire che tutti dovrebbero avere il diritto a starsene lì con il cacchio in mano, o che il reddito di cittadinanza è giusto o stronzate simili. Dico che il lavoro è la cosa più figa del mondo, se solo riuscissi a capire la portata, la potenza, la forza trasformazionale del contribuire. Contribuire alla vita degli altri, in senso concreto. Unire le forze. Essere una cosa sola. Impegnarsi per raggiungere lo stesso scopo. Dirigersi verso la stessa meta.
Anche solo adottare questo semplicissimo punto di vista, quale che sia l’attività che stai svolgendo in questo momento, ti cambia completamente le cose. Anche se fai le pulizie o un lavoro “noiosissimo” in ufficio, prova ad accendere la lampadina del contributo agli altri. Come posso essere d’aiuto alla vita di chi mi circonda. Come posso migliorare l’efficacia del mio lavoro, e di tutto il resto del sistema. Queste sono le domande che ti cambiano. Non solo perché “è giusto” o “è così che si fa” etc. Contribuire aiuta prima di tutto te stesso. Il solo puro fatto di contribuire, di riordinare, di ripulire, di aggiustare, di sistemare, di far progredire un progetto… Ti fa automaticamente stare meglio. È una legge fisica. Sempre che tu lo faccia, appunto, non perché senti che “sei obbligato” da un qualche dovere morale superiore, ma perché ti senti proprio dentro che è così che vuoi affrontare le attività della tua vita da ora in poi. Dedicati a una causa, a un progetto, a un obbiettivo, a un’associazione, a un movimento. E lascia perdere tutto il resto, incluso il denaro. Soprattutto se senti di star arrancando, o di fare eccessiva fatica.
Il consiglio migliore che posso darti, in questo caso, è di dedicarti al volontariato. Rimuovere il compenso dall’equazione ti renderà le cose molto più limpide. Riuscirai ad apprezzare veramente quello che fai, e di conseguenza anche a sentire una maggior soddisfazione tornarti in dietro. Una volta che avrai capito come funziona il “vero” lavoro, potrai tornare a cercare i profitti, con più serenità, sicurezza, entusiasmo, consapevolezza, ed esperienza.
Come fare a mangiare gratis? Lavora gratis, divertiti, goditi quello che fai, e non pensare più alla tua attività come a un “lavoro”. Da lì in poi, non ti resta che scegliere un piatto sul menu.
Il tuo dovere è girare il mondo
Andare in Asia quest’anno, per la seconda volta, me ne ha fatto nettamente rendere conto. Il tuo dovere è girare il mondo.
Purtroppo al giorno d’oggi in troppi ancora vivono rinchiusi nella propria teca di cristallo. Gruppo di amici, solite città, solite persone, soliti locali, soliti contesti, solite idee. Si tende quasi a pensare che il mondo finisca lì.
Invece, non solo il mondo è vastissimo, ma è anche assolutamente sbalorditivo. E lo dico nel vero senso di questa parola! Esiste una cosa chiamata “shock culturale”, in pratica il solo entrare in contatto con una cultura molto diversa dalla tua, ti può provocare un vero e proprio trauma psicologico. A quasi tutti succede, a dire la verità. E a mio modesto parere, è una cosa molto positiva.
Viaggiare è una figata. E purtroppo o per fortuna, per tutta una serie di più o meno oscuri motivi, viaggiare da soli è molto meglio. Più facile, più divertente, più economico, più potente, più efficace per la propria evoluzione personale.
Prendi e parti. Fatti un bel viaggio in India, in Tailandia, in Kazakistan, in Siberia, in Cina, in Congo, in Bolivia, dove preferisci. Vai, e fatti un’idea di come si ragiona in quei posti, e soprattutto di quali sono i bisogni essenziali, lì. Ti renderai conto di quanto siano inutili, quasi sempre, gli obbiettivi dei nostri “lavori” qui nel piccolo bel Paese, se confrontati alla vastità del resto del pianeta. E anche se così non fosse, ci sono così tante cose nuove da scoprire, da imparare, da conoscere, che ti posso praticamente assicurare al 100%, personalmente, che un viaggio del genere non può che cambiarti completamente l’esistenza.
Parti, esplora, ritorna.
Non sarai più la stessa persona 😉