Tappati l’occhio sinistro. Che cosa vedi?
Ora tappati quello destro. Credi che i due posti che hai visto siano gli stessi?
Ovviamente no. Non c’è bisogno di scomodare nessuna teoria fisica troppo complicata qui. La luce che arriva nell’occhio destro, e quella che arriva in quello sinistro, potrebbero provenire da due posti sostanzialmente differenti. Ci hai mai pensato? È sempre la tua stanza, è sempre la strada, è sempre casa tua, è sempre il tuo schermo. Però qualcosa, magari impercettibilmente, cambia.
Ieri mi è venuta un’idea molto particolare, questa appunto. E se esistessero due universi diversi, in ogni istante, e noi in quell’istante ci ritrovassimo in entrambi?
Sono due universi diversi, appunto, ma anche molto molto simili. Non trovi? A una prima occhiata, sembrano identici, ma la verità è che sono due posti differenti. Prendi questa assunzione come un’ipotesi, come un esperimento mentale.
Ora, la nostra vita potrebbe avvenire nell’universo sinistro, o in quello destro, o in entrambi. Non importa. La cosa fondamentale, qui, è che esistono sempre due possibili universi, in questo istante. Oso andare avanti nelle mie ipotesi, e ipotizzo questo.
In ogni singolo istante, quindi consideralo come l’unità più piccola di tempo possibile, quello che facciamo non è “compiere delle scelte libere”, come tutti noi crediamo invece di fare. Quello che facciamo è compiere una sola scelta. Infatti, in ogni miliardesimo di secondo, esiste dentro di noi una sorta di capacità, innata, di “spostare” il nostro corpo fisico nello spazio tempo.
È come se avessimo due porte, quella destra, o quella sinistra. Naturalmente, non essendo abbastanza sensibili, facciamo molta fatica a distinguere questa unità di tempo molto piccola. Al nostro cervello, la nostra vita appare come una serie di scelte, magari talvolta apparentemente piccole e insignificanti, ma che in realtà non sono altro che un insieme di scelte Destra, Sinistra, Sinistra, Destra, Destra, Destra, Sinistra, Destra, etc.
Esattamente come i computer, quindi, la nostra intelligenza computerebbe le sue diverse possibilità attraverso questo bivio, questa scelta, che in ogni istante si trova forzata a fare.
In questo momento, tu fai parte dell’universo fisico, un universo del quale sono state studiate alcune proprietà piuttosto interessanti. Questo universo, per esempio, è “nato” circa 13 miliardi di anni fa da un puntino minuscolo, nel primo istante, il famoso Big Bang. In quel primo istante, “tu”, ovvero l’universo in cui ci troviamo, ha compiuto la prima micro scelta. È così che si sono formate le prime due polarità, le prime due particelle, e poi da lì, quel nuovo sistema, ha proceduto a scegliere e a scegliere e a dividersi e a dividersi fino ad arrivare a te, ora. Un’infinità di scelte dal Big Bang quindi, 13 miliardi di anni dopo, ecco che spunti tu.
A questo punto, ho pensato ieri, la cosa si fa molto interessante. Le domande sono tante, ma una è più importante di tutte le altre qui, giusto?
Esiste una scelta, una per ogni istante, che è più “giusta” dell’altra, più “vantaggiosa”, più favorevole per chi la compie?
Beh, se non esistesse una scelta del genere, io credo, a che cosa servirebbe questa particolarissima proprietà dell’universo di sdoppiarsi? Che senso avrebbe poter scegliere?
Ora, però, in questo punto è dove tutti i nichilisti e i finti scettici pensano di aver trovato il muro invalicabile delle domande dell’uomo alla vita. È ovvio per loro, infatti, che l’universo è dominato dal “caso”, e che tutto quanto non ha senso, nemmeno questa scelta ovviamente, è soltanto uno dei tanti modi che la realtà ha di mostrarsi a se stessa.
Questa ipotesi potrebbe sembrare anche plausibile, secondo però un punto di vista che è e deve essere inesorabilmente dogmatico. Non è possibile raggiungere quella conclusione, infatti, senza essere profondamente (e emotivamente) convinti che l’universo sia casuale, randomico, totalmente indifferente alle faccende dell’uomo. Questo è un presupposto che rende il ragionamento appena esposto irrimediabilmente circolare, primo, e secondo è un presupposto deliziosamente non falsificabile. In pratica, è una convinzione ingenua. Una credenza.
Per questo, ci serve un approccio più autenticamente scettico, più intelligente. Ad esempio, un approccio possibile qui è quello di formulare altre ipotesi, per altro molto probabilmente altrettanto non falsificabili, ma che allo stesso tempo potrebbero forse portarci a delle conclusioni sostanzialmente più interessanti.
Ecco che cosa ho pensato ieri. Si parla spesso del terzo occhio, nelle varie culture spirituali o new age. Persino la scienza ha riconosciuto l’esistenza di questa ghiandola, e Cartesio stesso (ad oggi ritenuto il fondatore della matematica moderna) se ne interessò personalmente.
Ora, se esiste un terzo occhio mi dico io, deve esistere in questa visione delle cose anche un terzo universo. Giusto? Soprattutto, cosa ancora più interessante, è possibile scegliere questo universo, in qualche modo. Forse, mi sono detto ieri, è da qui che arrivano tutte le filosofie spirituali, le religioni, la teoria di un essere illuminato (Buddha o il Cristo etc.), che trascende le limitazioni dell’universo fisico attraverso la sua pura interiore autoelevazione?
Pensaci bene, se esistesse un modo di accedere a questo terzo universo, quello teoricamente visibile da questo terzo occhio, sarebbe anche possibile “sceglierlo” al di sopra degli altri due, in ogni istante. Forse, addirittura, questa scelta trascende le prime. In questo senso. Rendersi conto di poter scegliere una terza via significa rendersi conto di aver trovato la via definitiva. È in questo modo che i grandi esseri illuminati, della quale la storia fornisce innumerevoli esempi, sono riusciti a trovare la soluzione ultima a tutti i problemi. Scegliere di non scegliere, è questa la grande idea, ed equivale a fidarsi delle proprie scelte così come sono. Ancora più oltre, equivale a riconoscere che le scelte che operiamo sono fittizie. Che non siamo noi a operarle, ma un “essere” più alto, più profondo, più intelligente di noi.
Questo “essere”, per gli atei è costituito dall’universo fisico, che in effetti opera seguendo delle leggi che di certo trascendono le nostre libertà personali, pur apparentemente incorporandole. Per chi invece ha convinzioni più spirituali, potrà essere rappresentato da Shiva, o da Dio, o da qualsiasi altra rappresentazione dell’essere supremo, nelle innumerevoli culture che mirano a rappresentarlo.
Come mai l’esigenza di una religione? Questa deve nascere indubbiamente dalla presenza di un essere umano, apparentemente perfetto, apparentemente “illuminato”, apparentemente al di sopra dei suoi simili. Questo essere ha scoperto, o individuato, o generato lui stesso, un sistema coerente per individuare ciò che è corretto scegliere all’interno. Tra le altre cose, è possibile ricostruire attraverso le varie culture spirituali, ci sono sempre alcune caratteristiche, comuni a tutti gli esseri illuminati. Sono sempre altamente consapevoli della natura della loro realtà, sono altamente fiduciosi nella giustezza di tutte le loro decisioni, si dedicano profondamente alla compassione, e alla trasmissione del loro messaggio di liberazione di tutti gli altri esseri, dal tormento delle sofferenze della vita mortale (causate tra l’altro ovviamente dall’ignoranza di questo principio).
Questa liberazione è però per lui (o per lei), realizzata in Terra, nella sua vita (apparentemente) mortale, qui sul pianeta. Come può essere? Soltanto trascendendo l’apparenza della scelta, soltanto andando al di là della visione dualistica della vita, caldo freddo, giusto sbagliato, buono cattivo. Queste dicotomie, tra l’altro, sono anche al centro di pressoché tutte le maggiori religioni dell’umanità. Yin Yang, Shiva Shakti, Bene Male, Amore Odio, le polarità ricorrono sempre, e l’obbiettivo di chi segue queste religioni è sempre puntualmente quello di trascenderle.
Come mai l’esigenza di una verità scientifica? Allo stesso modo, nasce dalla presenza di alcuni esseri umani che individuano sistematicamente ciò che è corretto scegliere, all’esterno stavolta. Non c’è differenza. Anche questi altri tipi di “esseri” (gli uomini di scienza) sono sempre altamente consapevoli della natura della loro realtà e fiduciosi nella giustezza delle loro idee, e si dedicano profondamente alla ricerca e allo studio e alla trasmissione del loro messaggio di liberazione dall’ignoranza…
Piuttosto interessante, mi sono detto quindi, appena uscito da questo mega trip metacosmologico.
E così, ho voluto condividere questa storia oggi anche con te, nella sperenza che possa interessare e aiutare anche te, forse “soltanto” spiritualmente, o magari addirittura concretamente. Se ti liberi dell’illusione di dover scegliere, ti liberi dello stress, della paura, dell’angoscia, del senso di colpa.
Scegli di non scegliere, e con ciò non voglio dire scegli a caso. Con ciò voglio dire riconosci la natura intrinsecamente illusoria di ogni tua singola scelta, acquisisci consapevolezza di questo tuo momento presente, di questa illusione di avere “due universi”, due scelte in un bivio, e sollevatici al di sopra. Scegli di rivolgere quella scelta e quell’attenzione all’interno, quindi. Scegli di ascoltarti dentro. Guardati dietro agli occhi, e poi giù dentro al cuore, scopri chi sei, scopri che cosa ti fa gioire, e scegli di lasciare che tutte quelle scelte vengano prese da quel tuo Sé, dal tuo interno, lascia che segua i criteri del cuore.
Sii consapevole, sorridi, rimani consapevole. L’universo nasce dentro se stesso. Assisti nell’azione.