Al giorno d’oggi e nella vita siamo tutti ossessionati da ciò che funziona, da ciò che è misurabilmente efficace, da ciò che ti fa portare a casa i risultati.
Sono tutte stronzate.
Negli anni, ho scoperto una cosa molto semplice. Se una cosa la fai perché “funziona”, vuol dire che ti sei completamente dimenticato chi sei.
Vai al lavoro perché “ti pagano”. Vai a scuola perché “hai il certificato”. Impari le lingue perché “serve”. Giochi perché “ti rilassa”.
Sono tutte stronzate.
Negli anni, ho scoperto una cosa molto semplice. Smettere di fare le cose che “funzionano” non è affatto difficile, ma per un motivo o per l’altro non lo fa nessuno.
Seguire la strada battuta dà un certo senso di sicurezza. Faccio questo perché ottengo quest’altro, così come questi altri migliaia di tizi, per forza ha senso dai. Eppure non è mai così. MAI!! (cit. Zequila) Quasi tutti pensano che fare l’università “serva”, sia utile, che trovarsi un lavoro sia fondamentale, i soldi da dove li prendi, etc. etc. etc. E lo sai che cosa ti dico io a riguardo di tutto ciò?
Sono tutte stronzate.
Negli anni, ho scoperto una cosa molto semplice. Mettere piede nell’ignoto, farlo consapevolmente e volontariamente, è potentissimo.
Decidere di dedicare la propria energia, il proprio fuoco, a se stessi. Decidere di dedicare se stessi a… niente? Niente affatto. L’ignoto non è il nulla. L’ignoto ha la stessa forma del nulla, ne ha lo stesso colore, ma solo da lontano. Mettere piede nell’ignoto è potente, e questa potenza è lì, alla tua portata, adesso e per sempre e nei secoli dei secoli. Perché le persone non lo fanno allora? Perché nessuno esplora ciò che non conosce?
La verità è che Socrate aveva cazzo ragione. Le persone non sanno di non sapere. E questo è un fatto piuttosto sconcertante, da un lato. Dall’altro, è l’opportunità più grande della tua vita.
Pronunciare queste semplici parole: “Io non so.”
Al giorno d’oggi nessuno lo saprebbe dire. Nessuno dice mai “io non so”, nessuno lo afferma mai apertamente, genuinamente, e sinceramente. Rimanere sospesi nel non sapere, nell’attimo prima del salto verso l’ignoto. Conosci per caso qualcuno che ce l’abbia ancora questa capacità, questa forza di mettersi con tutte le proprie forze in discussione? No che non conosci nessuno. Lo so perché viviamo sullo stesso pianeta.
Un pianeta in cui ci si infoia sui social, per avere ragione, per vincere delle battaglie invisibili, per sprecare tempo dietro alle parole, a dei concetti a cui non teniamo più neanche davvero. Un pianeta in cui tutti inseguono tutto e non ottengono nulla, perché si sono dimenticati che dietro gli schermi ci sono altri esseri umani. Provano a massimizzare i profitti, provano a massimizzare le visualizzazioni, provano a massimizzare i Like, provano a massimizzare il gradimento, le recensioni, le pacche sulle spalle, le urla, gli insulti, qualsiasi cosa! Pur di far numero. Si sono dimenticati che dietro a tutto questo c’è un individuo cosciente. In particolare, in questo momento, tu. Ma anche tutti quanti gli altri, “tu”.
Se me lo chiedi, alla fine dei conti, a me di tutte queste cose non interessa poi così tanto. Sono solo dei numeri, dei risultati esteriori, apparenti. Se me lo chiedi, io ti rispondo come la penso davvero, senza mezzi termini.
Sono tutte stronzate.
Negli anni, ho scoperto una cosa molto semplice. Ho scoperto che a volte ci vogliono anni, per scoprire che delle cose anche davvero molto semplici, che per qualche strana ragione non abbiamo mai notato, anche se sono sempre state lì davanti ai nostri occhi, erano in realtà le uniche alle quali valeva la pena dedicare la propria anima.