Stiamo avendo a che fare con la crisi più vasta di sempre, dopo il secondo conflitto mondiale. Gli stati hanno chiuso le frontiere, le persone sono isolate nelle case, l’economia crolla a picco. Negli ospedali, sempre più intasati, le persone muoiono quotidianamente. Nelle strade si respira paura, tensione, preoccupazione, ansia, isolamento, fino ad arrivare a panico e paranoia. Il tutto attraverso una mascherina, una maglia con il collo alto, un casco, o una sciarpa.
Come (non) finirà
Le persone nelle case sono ferme, paralizzate. Così come l’economia. Se l’America si dovesse fermare come l’Italia, nel giro di un paio di settimane i sistemi a cui siamo abituati smetterebbero di funzionare. Elettricità, Internet, beni di prima necessità… Se una o più di queste risorse primarie venissero a mancare, il che è molto probabile se tutti gli umani smetteranno di lavorarci, potrebbe innescarsi una spirale discendente senza precedenti. La possibilità che alcune persone decidano di ricorrere alla violenza per sopravvivere, a livello locale o addirittura internazionale, non è assolutamente da escludere.
Alcuni, la maggior parte, sono convinti che tutto questo finirà tra qualche settimana, un paio di mesi al massimo. Un pensiero irrazionale, errato, ai quali molti credono. Forse perché pensare ad altro sarebbe troppo brutto.
La verità però è che “questo” non finirà. Mai. O meglio, “questo” è un nuovo mondo, una nuova era, un nuovo universo. Dobbiamo rendercene conto il prima possibile, e modificare il nostro modo di relazionarci con la vita.
Questa non è la prima crisi dell’umanità, in tempi recenti. Abbiamo avuto l’incendio della foresta Amazzonica. Abbiamo avuto altre epidemie. Il riscaldamento globale.
Il nostro stile di vita non era sostenibile. Non quello di tutti, almeno.
Alcuni si sono resi conto soltanto adesso, che le cose non sarebbero mai potute funzionare. La politica, in Italia e in America, lasciava sempre più a desiderare. Un buco di leadership clamoroso, che adesso si fa sentire su tutti quanti.
Stare a casa è importante per non contagiare, ma non deve essere l’unico messaggio.
Prenditi cura della tua salute personale, della tua situazione economica, rinforza il tuo sistema immunitario, medita, occupati dei tuoi cari.
In molti mandano il messaggio “stiamo calmi”, o ancora “non facciamoci prendere dal panico”. Prendono in giro chi si preoccupa, perché tanto tra poche settimane tutto passerà. Vero? Il presidente dirà a tutti che si può uscire di nuovo, e torneremo tutti al lavoro, e a divertirci. Giusto? È così?
Non lo sarà affatto. Il panico, a volte, è molto meglio dell’inconsapevolezza e della negazione. Preoccuparsi non solo è utile, ma è anche indice di saggezza. Se ti stai preoccupando, se non altro ora hai la possibilità di riflettere sul da farsi, agire per recuperare, coordinarti e ricostruire la situazione attorno a te. Da adesso.
Chi ti dice che il virus non continuerà dopo quest’estate? Chi ti dice che l’economia si riprenderà davvero? Chi ti dice che non ci sarà un Covid-20, nel 2021? Per non parlare dell’inevitabile apocalisse legata alla resistenza agli antibiotici, che se continuiamo così potrebbe arrivare tra una 20ina di anni circa. In quel caso, sarebbe quarantena a vita, per tutti.
Il tuo destino
Qual è il destino dell’umanità? Siamo pronti a riscriverlo?
Io, per ora, dico di no.
Nel frattempo, nel mio piccolo, mi do da fare per riscrivere il mio. Ti saluto, ti abbraccio, e ti auguro di fare altrettanto.
Un collega umano
Terra, anno 2020