Ieri ho riletto d’un fiato il romanzo che ho scritto a Novembre.
L’esperienza mi ha emozionato molto. Mi sono commosso un paio di volte, e ho riso una, che per un primo libro non è affatto male credo. È stata una sfida sicuramente difficile, ma rileggerne i frutti ieri credo proprio abbia pagato.
Lo stile è molto particolare. Essendo nel 2020, credo che cercare di copiare i “classici” o i romanzi di una volta sia sbagliato. Persino cercare troppo di stare su un genere secondo me non è una scelta vincente. Ho voluto creare un mio modo di fare scrittura, un mio nuovo modello per trasmettere non solo una storia, ma anche e soprattutto sensi ed emozioni.
Sensi, tanti, non uno solo. Credo che sia un libro che si può interpretare. Ho lasciato molte “libertà” a chi lo legge. I verbi sono espressi in prima o seconda o terza persona, e persino i nomi dei personaggi cambiano. Ci sono momenti di risveglio, momenti di sogno, spostamenti tra dimensioni… Si potrebbe dire che il libro è una specie di portale.
Ho inframezzato anche parti “non-fiction”, cioè di saggistica, a proposito della coscienza dei sogni dell’universo e della natura della realtà. I personaggi sono un meditatore, un writer, una ragazzina di 14 anni, un professore universitario e anche il soggetto cosciente (tu che stai leggendo). Una specie di “sguardo oltre la quarta parete” che però è ben più di questo.
L’idea è che tutte le cose immaginate esistono, da qualche parte, e che tutte le cose che esistono sono anche immaginate da qualcuno. Con la mente (e non), possiamo viaggiare nel tempo e nello spazio, possiamo sognare, dormire, cambiare universo, cambiare vita… Non ci sono limiti, se non quelli imposti dalla nostra mancanza di fiducia nei confornti della nostra realtà, del presente che in questo momento tutti insieme stiamo creando.
La narrazione è piuttosto sincopata, molto libera. La storia, infatti, è qualcosa di labile, di poco connesso. Sarà chi legge a dirigerla, sarà chi legge a crearla. Questo è un libro che se non leggi, non esisterà mai. Se non metti sotto i tuoi occhi le parole e soprattutto se non le aiuti a visualizzarsi nella tua immaginazione, ebbene non prenderanno mai vita.
Ci sono anche dei momenti più “connessi” e coesi tra loro, ovviamente, con una certa quantità di contesto fisso per dirigere la lettura e fornire alcuni punti saldi su cui far leva per godersi meglio il manoscritto.
Per quanto riguarda i progressi, ci sono ancora alcune cose che vorrei cambiare ma fondamentalmente il grosso del lavoro è concluso. Voglio trovare qualcuno che si occupi della fase di editing, e nel frattempo imparare io stesso a impaginare il libro e stamparlo e distribuirlo. A questo proposito, voglio creare un libro speciale con disegni colorati e onomatopee “in stile fumetto”. La cura del manuale fisica sarà quindi uno dei punti più importanti, nella mia progressione nei confronti di questo progetto.
Voglio anche realizzare una versione in inglese e una versione audio del libro, possibilmente leggendolo io stesso ad alta voce (se non altro nella versione italiana dell’audiobook). Non ho ancora sottoposto il manoscritto di prova a nessuna casa editrice, ma penso che lo farò una volta ultimata la prima fase di editing preliminare e sgrezzati tutti i difetti evidenti. Posso sicuramente anche autopubblicare, una cosa che mi piacerebbe molto realizzare, magari contattando qualche agenzia indipendente per farmi aiutare con i vari step del processo.
Fin’ora le impressioni che ho avuto sono molto positive, e non vedo l’ora di passare alle fasi successive. Se vuoi farmi domande come sempre puoi scrivermi una mail a dylan@autocrescita.com