L’etimologia della parola intelligenza è dibattuta.
Sicuramente deriva dal latino intelligere, che letteralmente significa capire. A sua volta, la parola intelligere potrebbe essere spezzata in inter- + legere, cioè leggere tra, oppure in intus + legere, ovvero leggere dentro.
In breve, l’intelligenza è la capacità di capire, di comprendere la realtà attorno a noi, di leggere e scegliere tra diverse possibilità, o di leggere all’interno delle cose.
William L. Stern ne propone la seguente definizione:
La capacità generale di adattare il proprio pensiero e condotta di fronte a condizioni e situazioni nuove.
Intelligenza: dall’esterno verso l’interno
Letta in questi termini, la parola andrebbe a descrivere un flusso che si muove prevalentemente dall’esterno verso l’interno. Questo flusso, ovvero la comprensione del mondo da parte dell’essere intelligente, comincia nella complessità dell’oggetto intelligibile e termina nella mente di chi lo ha compreso, tramutandosi in un nuovo pensiero.
In effetti, molto spesso la qualità di intelligente viene attribuita a persone introverse. Studenti timidi e occhialuti, chini sui libri e con pochi amici. Proprio la lettura di numerosi libri, un’attività tipica di chi è introverso, viene molto spesso, e a ragione, accostata all’intelligenza.
Questa caratteristica, dunque, è per definizione ed etimologia una caratteristica prevalentemente passiva.
Pensa a quei geni incompresi nelle storie, che pur comprendendo tutto quello che succede attorno a loro non riescono ad agire e vengono schiacciati dagli eventi. O ai grandi scienziati (Stephen Hawking?), la cui attività consiste prevalentemente nello stare seduti a fissare dei libri e scrivere.
Estelligenza: dall’interno verso l’esterno
Ovviamente mi potresti ribattere che l’intelligenza, talvolta, è una caratteristica tutt’altro che passiva. Basti pensare all’intelligenza dell’artista, dello scrittore o del guerriero.
Tuttavia, penso che ci sia una differenza fondamentale tra questo tipo di intelligenza e quella classica, da QI, di cui abbiamo parlato all’inizio.
Quest’intelligenza attiva infatti, piuttosto che comprendere la verità si propone di crearla e di proporla al mondo. In questo senso, questo nuovo tipo di intelligenza sta a indicare un flusso che parte dall’interno, il soggetto creatore, ed è diretto verso l’esterno, terminando nell’oggetto creato.
Per questa ragione voglio proporre un neologismo, estelligenza, che indichi proprio quella capacità tipica di chi riesce a creare, produrre, esprimere abilmente qualcosa di complesso, in contrapposizione all’intelligenza, capacità di chi riesce a comprendere, apprendere, assorbire qualcosa di complesso con abilità.
Quanto è sviluppata la tua estelligenza?
Arrivato fino a questo punto ti chiederai: quanto sono estelligente?
Mentre l’intelligenza si misura in base a quanto sei bravo a comprendere le cose, l’estelligenza si misura in base a quanto sei bravo a crearle. In realtà, in entrambi i casi, credo che non si possano effettuare delle vere e proprie misure, ma piuttosto dei rilevamenti qualitativi che possano aiutare ad avere un’idea più precisa su cosa siano effettivamente queste capacità.
Ovviamente l’estelligenza, come tutte le altre capacità, può essere allenata, e ciò è possibile attraverso la produzione continua di una copiosa quantità di pensieri, parole, progetti, opinioni, oggetti, situazioni.
In questo senso è possibile allenare la propria estelligenza in qualsiasi momento, ad esempio prendendo la parola in una conversazione, dando forma a un’idea o compiendo un gesto particolare.
L’estelligenza fino ad oggi
Penso che l’estelligenza sia una caratteristica estremamente sottovalutata, tanto da non aver avuto, fino ad oggi, una parola che la identificasse.
A volte cercare di comprendere a fondo la natura delle cose è qualcosa di svantaggioso e addirittura ingenuo, mentre la scelta di un atteggiamento creativo e proattivo, a mio avviso, fortificherebbe maggiormente l’individuo e ne favorirebbe lo sviluppo personale.
Che ne pensi di questo concetto e di questa nuova parola? Pensi che possa trovare posto, se non nei dizionari, almeno nella mente e nel cuore delle persone?
Non farti sfuggire l’occasione di esercitare la tua estelligenza lasciandomi un commento (e non limitandoti a leggere e capire) 😉