Frase nel titolo citazione tratta da Rant, di Chuck Palahniuk, forse il mio libro preferito di tutti i tempi in assoluto. Altre citazioni che dovrebbero farti perlomeno considerare la lettura di questo capolavoro:
Non saremo mai giovani come stanotte.
Il futuro che avrai domani non sarà lo stesso che avevi ieri.
Entro quando avrai finito di leggere questa frase, sarai più vecchio di quanto ricordi.
Se c’è di mezzo un guadagno, puoi convincere un sacco di persone a raccontare la stessa bugia. E quanto tutti cominciano a raccontare la stessa bugia, allora non è più una bugia. Non più.
Fatto ancora più interessante, il libro parla di un’epidemia, di Rabbia in particolare (Rabbia è il titolo della traduzione italiana dell’opera).
L’apocalisse
Vediamo quindi di trarci una riflessione sui recenti eventi in relazione al coronavirus e alla malattia COVID-19.
Prima di tutto, una riflessione personale. La situazione in Italia (nella quale io attualmente non mi trovo) mi fa pensare. A quanto le persone siano manipolabili, soprattutto per quanto concerne le loro paure, a quanto le persone abbiano paura della Morte.
Si potrebbe dire che la malattia sia forse, concettualmente, ciò che più ci si avvicina, al fine vita. E va bene. Quindi immagino che non siamo ancora abbastanza maturi per trattare di certe cose in pubblico. Come cultura intendo, sia chiaro, non come individui. Gli individui non hanno potere, su queste cose. Vedere i supermercati svuotati, le ordinanze estreme e il panico… Non può comunque farti bene, per quanto senno ti sia rimasto in testa. È la tua cultura a essere malata, e non di un virus, ma di un ben altro male.
Non mi aspettavo una reazione del genere, persino da un paese come quello, anche se in un certo senso avrei dovuto.
La noia
In generale, se vuoi avere un’idea più accurata della situazione, ti invito a farti questa domanda, e a fartela seriamente:
Quanta della preoccupazione attorno all’evento COVID-19 è dovuta a un reale rischio, e pericolo, che la malattia stessa faccia realmente dei danni?
Quanta invece è dovuta soltanto alla noia? All’allarmismo? Agli anni di retorica xenofoba e all’ignorantificazione sistematizzata?
Più che altro alla noia però. Mi sembra un po’ come quando c’è la neve, che tutti hanno tanta paura, e si chiudono nelle case, in attesa che passi. Finalmente un’occasione per ritrovarsi tutti assieme davanti al fuoco, aver qualcosa che ci accomuna tutti quanti, in base alla quale possiamo finalmente relazionarci.
L’ignoranza è fortissima in Italia eh, non mi fraintendere. E questo non è un discorso inteso a far da critica, anche se sembrerebbe, ma più che altro a definire un quadro della situazione. Il razzismo contro la “Cina”, la stigmatizzazione, e ancora una volta ci tengo a ribadirlo, il panico ingiustificato.
L’occasione
E questa ignoranza è un’opportunità, parliamoci chiaro.
Lo è per gli “sciacalli” della manipolazione emotiva, che in fin dei conti sono molti meno, e molto più innocui, di quanto l’ormai esacerbato vittimismo universale ci porti a credere.
Lo è per i potenziali “educatori”. Chi vuole mandare un messaggio, in questo contesto, avrebbe dal mio modesto punto di vista un bel po’ di pubblico, di carta bianca, di “gioco”, inteso come spazio di manovra. Lo dico da mite articolista di un sito di crescita personale che alla fine in Italia uno spazio anche piuttosto grossetto è riuscito a ritagliarselo.
Se hai qualcosa da dire, se hai un’idea, se hai ispirazione sufficiente e volontà e un po’ di amore per queste persone, dacci dentro. Sul serio, in tanti criticano e posso capire, ma qui a ben guardare abbiamo davvero un Mondo Nuovo da conquistare, piuttosto che uno spirito cattivo da esorcizzare. Anche perché vista da qui, la situazione pare proprio a prova di crocifisso.
Prova per un secondo a mettere da parte la disperazione, e guarda sul serio alla possibilità che hai, che abbiamo, di creare davvero un cambiamento, in questa era dell’informazione. In questa Italia che per pochi contagiati e ancor meno vittime (quasi tutti molto anziani e già in stato di salute precario, a quanto ho capito e nel momento in cui scrivo) ha chiuso le scuole, le università, il carnevale di Venezia, e il duomo di Milano.
In questa stessa Italia che sul tizio che ha condiviso un metodo rivoluzionario per imparare qualsiasi lingua attraverso l’ascolto passivo, video che ha raggiunto ormai più di 300 mila visualizzazioni (e quasi altrettanti italiani, a proposito bella guaglió), non ha fatto uscire nemmeno un minuscolo comunicato stampa, articolo, riconoscimento. Niente di niente. Sai, nemmeno ho ricevuto nulla, a livello personale, dagli amici più stretti.
Evidentemente, cari italiani, abbiamo delle idee differenti, per quanto concerne il concetto di “viralità”.
Un bacetto da lontano, con la mascherina.
Dylan Blanko
«Il motivo principale per cui la gente se ne va dai paesini di provincia» diceva sempre Rant, «è perché così poi puoi sognare di tornarci. E il motivo per cui ci resta è per sognare di andarsene.»
Con questo Rant voleva dire che nessuno è mai felice, da nessuna parte.
– Buster “Rant” Casey, Party Crasher