Oggi sul gruppo Facebook di Autocrescita ho voluto fare un piccolo esperimento e provare la funzione dei gruppi Domande e Risposte. I risultati mi sono piaciuti così tanto che ho deciso di condividerli anche qui sul blog:
D: Come sbloccare la paura di parlare?
R: Prova per gradi.
Prima di tutto devi sbloccare la paura di parlare da sola. L’obbiettivo è di iniziare a fare shadowing in ogni momento, anche per qualche secondo, senza vergognarsi. Prova per un po’ di giorni, dopo di che potrai passare a esercitarti con gli altri (prima qualcuno di amico, poi via via più persone).
TI consiglierei anche di registrarti, da sola, e poi di riguardare i video. Fallo tutti i giorni per 21 giorni e nota i risultati.
D: Dopo quante ore arrivano i primi risultati?
R: Se fai Ascolto Passivo, Shadowing, e Anki come spiegato sugli autocorsi, dopo soltanto una settimana di ascolto passivo noterai chiaramente i primi segni di progresso in avanti.
Se invece fai soltanto Ascolto Passivo, ci vorrà di più. È una domanda difficile perché dipende dalle ore, inoltre. Se fai 8 ore tutti i giorni dopo 80 ore senti un progresso di un certo tipo, se ne fai 1 tutti i giorni per 80 giorni ne senti un altro.
Consiglio di integrare sempre i 3 metodi e seguire bene i consigli in modo da favorire la sinergia e ottimizzare l’apprendimento.
D: Se faccio ascolto passivo in inglese, e in un momento devo leggere in italiano mentre ascolto, puó essere controproducente?
R: No, in generale fare ascolto passivo non è mai controproducente.
Se devi studiare o leggere in italiano puoi benissimo farlo. In ogni caso quando leggi (italiano o qualsiasi lingua), dai sempre la priorità della tua attenzione alla lettura e la priorità del linguaggio all’ascolto.
Ciò vuol dire: concentrati sul significato di ciò che stai leggendo e tieni l’ascolto in background, passivo. Se devi scegliere tra italiano e la lingua che vuoi imparare, meglio leggere in italiano e ascoltare in lingua che viceversa.
D: Leggere un libro ad alta voce anche se sbaglio o non conosco la pronuncia é controproducente o giusto pronunciarlo comunque? E per quanto riguarda leggere nella mente? Pro e contro. Grazie!
R: Grazie della domanda.
Di questo argomento non ne parlo mai abbastanza. In generale dipende molto dalla lingua che hai scelto, e dal tuo grado di competenza.
Ad esempio: in giapponese la pronuncia è più semplice perché è una lingua che “si legge come si scrive” (in pratica, se conosci i kanji, ma col metodo si fanno in 2 mesi).
In inglese invece la questione è più spinosa perché ogni sillaba o vocale può essere pronunciata in diversi modi, in generale misteriosi se non conosci la parola.
Quando imparavo il giapponese leggevo sempre ad alta voce, anche perché mi aiutava con la lettura dei kanji, che poi mi è rimasta come preziosa pratica per la pronuncia.
Per l’inglese leggo raramente ad alta voce i libri, ma a dire la verità ne leggo pochi su carta ad oggi. Quando leggo una scritta ad alta voce la “recito” sempre a piena voce, come se fossi un nativo. È un buon modo, siccome le parole sono già scritte, di concentrarsi sulla pronuncia e rifinirla.
Leggere a mente si può fare ovviamente, cerca comunque di fare attenzione alla pronuncia corretta e di non “sbagliarla nel pensiero”, che anche se non sembra nel tempo genera una cattiva abitudine.
D: Approfondire il discorso sul volume. Quanto non scendere?
R: Io tengo il volume minimo che mi permette di distinguere almeno una frase del discorso, quando tutto attorno a me è in silenzio. Quindi se passa una macchina magari non capisco, ma in media se è tutto tranquillo sì.
Dipende molto anche da dove ti trovi e da quanta “passività” vuoi in quel momento. Se stai studiando e ascoltando ad esempio magari scegli un podcast tranquillo e che si senta bene e abbassa il volume. Se sei in macchina puoi fare karaoke cantando a squarciagola, utile anche per superare la paura di parlare.
D: Come creare delle abitudini forti e durature?
R: Questa è una domanda potente.
In generale esistono diverse teorie a riguardo, e per quanto riguarda l’apprendimento ci ho dedicato più di una giornata nel percorso di 30 giorni sugli autocorsi.
Quest’anno ho utilizzato una app chiamata Habits. Nel mio caso, una cosa che faccio è definire bene e con precisione l’abitudine che voglio creare. Dopodiché, ho praticamente vinto la partita ancora prima di cominciare. Ad esempio, scrivere tutti i giorni almeno un articolo, oppure correre tutti i giorni.
Il trucco è continuare anche se non te la senti, soprattutto per i primi 21 giorni “forzarsi” sarà una parte del gioco. Non forzarti troppo, ovviamente.
Una cosa che mi dico è che se la mia “saggezza superiore” ha scelto un’abitudine per me e mi ha fatto venire il desiderio di crearla nella mia vita, allora per forza di cose deve aver calcolato anche che “io, adesso, ho le forze giuste e ce la posso fare”.
Altre cose sono comincia con regolarità, e soprattutto non sottovalutare la leggerezza (scrivere un articolo facile o fare un’ora di ascolto passivo contano sempre, ad esempio).
Un libro che ti consiglio sull’argomento è Atomic Habits.