Ok, adesso mi trovo in Italia, dopo 10+ mesi, e finalmente ho un po’ di contesto per parlare di nuovo come si deve al mio pubblico. Fantastico! Cominciamo? 😀
Prima cosa, mi mancavate! Ultimamente ero molto cinico nei confronti di questo paese, più che altro di questa cultura. Adesso come adesso, visto e considerato dove mi trovo e come sto in questo momento, beh. Non mi posso lamentare.
Il cibo è veramente ottimo. La qualità delle verdure, la varietà di vini e di oli disponibili, in generale tutto quanto è rigoglioso, è colorato, è buono, è abbondante. Anche la natura è fantastica, abbiamo un sacco di mare, tantissime zone particolari e caratteristiche (montagne, isole, lagune, delta, colline, parchi…), e naturalmente una flora e una fauna di tutto rispetto. Per non parlare delle bellezze umane! 😀
Avevo bisogno di farmi un giro attorno al pianeta, però, per potermi davvero rendere conto di quanto fossero preziose tutte queste cose. Adesso che la mia mente è un pochettino più cosmopolita, quando “torno indietro” in Italia (anche se non ci vivo), le cose hanno tutto un altro sapore.
L’invito che ti vorrei proporre qui è di non fare come me. Non dare tutto per scontato, e soprattutto non concentrarti solo sulle parti negative (che sono comunque tantissime e pesantissime). Non ne vale la pena, davvero. Al contrario, prendi per mano la situazione, e prova a condurla verso dove tu pensi che abbia senso dirigersi.
Penso che tanti problemi italiani non siano altro che opportunità di crescita, di occasioni di creazione di valore.
Ciò di cui ti devi assolutamente liberare, invece, è la mentalità di chiusa che purtroppo tende a generarsi nelle piccole culture come la “nostra”. Non considerarti troppo parte di nulla. Espandi i tuoi orizzonti il più possibile. Leggi, interessati, studia, ricerca, approfondisci le altre culture. C’è davvero tantissimo, là fuori. Per questo uno dei miei focus è e rimarrà sempre quello di insegnare alle persone come imparare una lingua straniera nel modo più efficace possibile.
Non c’è nessun bisogno di reinventare la ruota. Tantissime cose sono state già scoperte, già inventate, già scritte, già studiate, già raccontate, già sentite, e persino a volte già superate risolte abbandonate o dimenticate. Credo che una delle sorgenti maggiori di spreco derivi dall’insistere ottusamente nel cercare di ricreare un qualcosa che già c’è, da qualche altra parte.
Ecco, ti basterebbe informarti, ti basterebbe aprirti a ciò che c’è al di fuori, per renderti conto che questo attrito del cercare di rifare tutto da capo ce lo possiamo benissimo tutti quanti risparmiare.
Esempi più chiari? La scuola, tante università (un’eccellenza invece credo sia il Politecnico di Milano, ad esempio), tantissime aziende, persino il sistema sanitario e ospedaliero… Perché ci ostiniamo a cercare di ricreare modelli e prodotti e formule e teorie che sono già benissimo presenti altrove, e che funzionano ottanta miliardi di volte meglio?
La risposta è che molto spesso non conosciamo. Non conosciamo ciò che sta al di fuori, e quindi assumiamo immediatamente che non esista, che non sia mai esistito, e che noi dobbiamo provvedere a farlo magicamente apparire.
Questo porta, io credo, a delle situazioni estremamente gravi, oltre che imbarazzanti e incresciose.
Penso alla politica, all’educazione, alla diplomazia, all’organizzazione aziendale, alla salute, talvolta persino alla scienza. Le scelte di queste persone influenzano tutti quanti, pesantemente. È triste vedere però come certe posizioni “di rilievo”, siano state raggiunte e intarsiate all’interno di un sistema chiuso, stagno, non comunicante, che non ha modo di confrontarsi con tutto il resto. Ciò che già c’è all’esterno, io ti dico, è di un’enormità inimmaginabile.
Quante scoperte sono state già fatte ad esempio, nella linguistica, che ancora ci rifiutiamo di applicare nelle università di lingua? Quante scoperte sono già state fatte nella medicina, che ancora esitiamo a portare negli ospedali? Quante scoperte sono già state fatte, dappertutto, nell’internet marketing, nella comunicazione, nell’ingegneria (ma ancora una volta, il Politecnico di Milano è un ateneo leader), nelle scienze sociali e politiche e nella psicologia e nella sociologia e in tutti quanti gli altri ambiti dell’eccellenza umana?
La verità, tornando qui dentro ma guardando da fuori, è che ci stiamo ingannando a vicenda. Ci stiamo facendo copiare il compitino gli uni con gli altri, e siccome siamo “all’università”, siccome siamo “in politica”, siccome siamo “capi d’azienda”, siccome siamo “esperti”, “guide”, “insegnanti”, “mentor”, “manager”, “maestri”… allora ci crediamo automaticamente già molto buoni.
Su scala mondiale, non è affatto così. Non solo te lo posso garantire personalmente, dopo anni di esplorazione “al di fuori”, ma te lo puoi tranquillamente dimostrare da te. Ti bastano un minimo di lingue straniere sotto la cintura, di curiosità, di senso dell’avventura, e ovviamente un pochino anche di realismo, di buona volontà, e di buon senso.
Non serve andare tanto lontano, al giorno d’oggi si può benissimo girare il mondo da casa propria.
Non serve scappare, non serve allontanarsi, non serve mollare tutto, non serve andare via. Non ti sto chiedendo di diventare un cervello in fuga. Ti sto incoraggiando a diventare un cuore in viaggio 😉