In questi giorni sto ricevendo un bel po’ di feedback, soprattutto sui miei numerosi consigli di iniziare a fare meditazione per sentirsi meglio con sé stessi e purificare e riallineare i propri pensieri e le proprie emozioni. Nello specifico, in tanti mi hanno segnalato che trovano difficoltà nel liberarsi dei cosiddetti “pensieri negativi” che li affliggono, impedendogli di essere sereni.
Può essere un pensiero ansioso, può essere una forma di risentimento o di rabbia, un sentimento di subita ingiustizia o violenza, o anche più semplicemente morale a terra, tristezza, delusione, disillusione, frustrazione, depressione, paura, terrore, odio, abbandono, sofferenza.
Se ci pensi bene, o sarebbe più corretto dire se ci pensi male, pensare negativo è molto più facile. E questa è una grandissima trappola, signori miei. Bella e buona. Perché purtroppo, nel panorama della crescita personale e della psicologia e della filosofia e di virtualmente tutti gli altri discorsi fattuali (ovvero non immaginari) a proposito dell’essere umano, fin troppo spesso si cerca di ignorare questo semplicissimo principio.
Ovvero che la cacca esiste, e che tutti quanti la fanno. Anche gli scoiattolini e le principesse.
La cacca la fanno tutti
Nessuno ti starà mai a sentire seriamente, su un discorso del genere, eppure è il discorso più interessante di sempre. Le cose brutte sono fisiologiche. Non vanno temute, né trattenute, né tantomeno spruzzate in giro a caso. Al massimo, si potrebbe dire che vanno incanalate.
Benissimo quindi. Adesso ti chiedo, dove li incanali tu i tuoi pensieri negativi?
Se non sai rispondere a questa domanda beh, ti devo dare una brutta notizia. Se la tua mente fosse una casa, staresti cagando un po’ dappertutto. Soggiorno, cameretta, cucina, frigo… Senza offesa eh, ma come fai a dirmi di no? I pensieri negativi sono lo scarto del tuo cervello, che li produce naturalmente come sottoprodotto delle sue funzioni superiori. Se non mi sai dire tu questi pensieri come li usi e dove li metti, come fai a dirmi che la tua testa ha un bagno, e che tu sai benissimo come usarlo?
La verità è che purtroppo non sto nemmeno scherzando.
Spesso sento parlare di autosabotaggio, bassa autostima, paura del successo, resistenza al cambiamento, tendenza alla procrastinazione alla pigrizia e alla comfort zone.
Quanto sono inutili questi concetti? Come può avere davvero successo una mente il cui subconscio è convinto che tutte queste cose che ho appena elencato siano condizioni naturali dell’essere umano? Se sei convinto che sia davvero questa la natura del modus operandi del tuo cervello, l’organo più sviluppato del tuo organismo, come puoi anche solo sperare di vivere una vita che non faccia radicalmente schifo?
Sempre seguendo la metafora di prima, come speri di vivere bene dentro la tua casa se pensi che la muffa, i capelli marci nei piatti, e le sgommate sul water siano perfettamente normali e accettabili? È chiaro che dovrai prima cambiare idea su queste ovvie schifezze, prima di poter sperare di cominciare a viverci dentro in modo anche solo lontanamente decente. È inutile che ti riempi la casa di libri, statue, lampade, cose costose, piante tropicali, strumenti musicali, che ci metti l’incenso e ti compri il televisore migliore della terra, se poi hai le croste di vomito sul cuscino. O sbaglio?
Come utilizzare il pensiero negativo
Per questo, piuttosto che utilizzare a tutti i costi il pensiero positivo (che per l’amor di Dio va benissimo), oggi vediamo come utilizzare e incanalare quello negativo.
Non riciclare
La maggior parte delle volte, il pensiero negativo la gente lo subisce e basta. Al massimo, tenta di utilizzarlo contro se stessa. Hai l’ansia perché non riesci a passare gli esami, e te la prendi con il tuo stesso modo di pensare, con il tuo impegno sullo studio, e con i tuoi momenti felici, cercando di utilizzare quell’ansia per costringerti a studiare di più.
È così che fanno tutti, sul serio. Si sentono in colpa, e usano il senso di colpa per migliorare. Si vergognano, e smettono di fare qualcosa perché si vergognano. Si sentono sotto pressione, e cercano di sfruttarne il disagio per chiudere più progetti e in meno tempo. E alla fine della fiera sono tutti gravemente infelici. (Prova a chiederlo in giro. Faccio fatica a trovare anche solo qualcuno che sia disposto a dichiarare ad alta voce che la vera felicità esiste, figuriamoci raggiungerla conquistarsela e viverla.)
Questo modo di utilizzare i brutti pensieri è una pessima idea, lo puoi capire facilmente anche tu. Sarebbe come recuperare i crostini del naso da sotto il tavolo, e cercare di farci una zuppa. Sarebbe come prendere il sudore accumulato sui vestiti, strizzarlo, e farci una tisana. Sarebbe come prendere lo sporco del cesso e farci un disegno. Sarebbe come usare la polvere della soffitta e le bottiglie di vetro usate per farci una clessidra.
Davvero.
Il problema principale è che tutti sono convinti che i pensieri negativi sono brutti, ma non cercano mai di ripulirli davvero. Soprattutto i propri. Al massimo li vedono, ci pensano, e siccome alla fine della fiera sono pensieri che fanno parte della loro stessa identità, tentano a tutti i costi di riutilizzarli. La fiera del riciclo creativo.
Ti do un’idea migliore. Pulisciti la testa! Butta via, butta nello scarico, butta fuori. E cerca di scaricare tutto nei posti giusti, non in faccia ai tuoi amici o parenti o nei tuoi stessi spazi interiori.
Butta tutto nel cesso
In particolare, se i tuoi pensieri negativi fossero un bel tocco di cacca che ogni giorno ti scappa sempre di più, beh non trattenerla! E soprattutto, non farla a casaccio in giro. Focalizza i tuoi pensieri negativi su qualcosa, ma non su un obbiettivo serio o su una persona che ti sta sulle palle. NO! Che idea di merda lasciamelo dire. Com’è che viene sempre a tutti?
Non sai quante volte sento queste frasi. “Ha usato la sua frustrazione per darsi la carica, che eroe”, oppure “Il mio fisico mi piace così poco e mi odio, che ho deciso di iscrivermi in palestra”, oppure ancora “che pressa ho l’esame la settimana prossima, inizio a studiare”.
Sarebbe come dire, siccome non riesco a spostare il frigorifero e ho la diarrea, sai che c’è? Me la riuso per lubrificare un po’ il pavimento. E non sto neanche esagerando. Stronzate del genere sono all’ordine del giorno, come puoi leggere nel paragrafo precedente.
“Eh ma Dylan, a volte funzionano!”
Certo che funzionano, a proposito, complimenti per il trasloco. Il punto non è se il pensiero negativo funziona o no, il punto è che il pensiero negativo è negativo per definizione. Non devi averne paura, non devi nasconderlo, non devi ricoprirlo di zucchero e rimangiartelo.
Devi liberartene, e punto. Esprimilo, completamente, credendoci, parlando seriamente, ad alta voce. Ma fallo in un luogo sicuro.
L’esercizio
Quindi, ogni giorno, esattamente come ti prendi del tempo per fare la cacca, prenditene un po’ anche per sfogare i tuoi pensieri negativi. Non sto scherzando. Isolati completamente da tutti (mi raccomando), e libera lo sfintere.
Puoi parlare ad alta voce, oppure scrivere. L’importante è che non ti senta nessuno. E mi raccomando, convinzione! Devi proprio lamentarti, incazzarti, sfogarti, buttare giù al massimo, e il tutto credendo ciecamente in quello che dici. Non farlo tanto per fare, e ovviamente non farlo per tutto il giorno. Finiti i tuoi 10 o 20 minuti di scarico, ti sentirai molto più pulito e soddisfatto e potrai ritornare alla tua serenità, meditare, pensare alle belle cose, alla legge dell’attrazione, alla gratitudine, e a tutte le pippe mentali che vuoi. Non mischiare queste cose con le negatività però, mi raccomando, altrimenti poi è ovvio che non riesci a combinare un cazzo.
Non sto scherzando, quello che ho condiviso oggi è un concetto potentissimo che ti può cambiare completamente la vita. Dagli una possibilità e vedrai.
Se non sai da dove cominciare, un esercizio molto pratico a tal proposito può essere il seguente:
- Prendi un diario o un quaderno, formato A4
- Prendi una penna
- Riempi 3 pagine (6 facciate), scrivendo tutte le cose brutte e negative e orribili che ti passano per la testa
- Rileggi tutto
- Brucia i fogli o distruggili in qualche modo
Tu adesso mi prendi a malapena sul serio, dopo aver letto un articolo del genere. Poi provi a fare questo esercizio, e tra una settimana ti unirai al club e ti comincerai a chiedere come mai ancora tutti si ostinino a far la cacca in mezzo al soggiorno, nel momento topico della serata, durante l’aperitivo, quando ci sono gli ospiti.
Cagare per credere.