Questo Ottobre ho deciso di leggere un libro al giorno, tutti i giorni, e nel caso te lo chiedessi la sfida sta andando bene: oggi ho quasi finito il 21esimo.
Uno di questi, qualche giorno fa, è stato On Writing di Stephen King. In realtà non sono un fan sfegatato dell’autore, ma è da un po’ che voglio scrivere un romanzo e questo mi sembrava un ottimo punto di partenza.
Nella parte finale, King rivela la sua ricetta per scrivere un romanzo dall’inizio alla fine. Ecco come fare:
1) Leggere molto
Come consiglio preliminare, quello di leggere molti libri è in cima alla lista delle priorità. King stesso ha dichiarato di leggere più o meno 80 titoli all’anno, molti di essi ascoltati in versione audiobook.
Se vuoi imparare a scrivere, è molto probabile che ti piaccia la lettura. Lascia perdere tutto il resto quindi! Niente televisione, niente telegiornali, niente cose che non c’entrano. Leggi il più possibile, anche quando “non potresti”, come ad esempio in palestra o in macchina.
Mi sembra che fin qui siamo allineati con le raccomandazioni di Autocrescita e del metodo, non trovi? 🙂
2) Scrivere almeno 2000 parole al giorno per 3 mesi
Come prima cosa pratica, Stephen King consiglia di buttare giù la prima bozza nel più breve tempo possibile. Per lui questo significa scrivere 2000 parole al giorno, tutti i giorni, per 90 giorni consecutivi. In totale fanno 180.000 parole circa, che sono più che sufficienti per poter considerare la tua opera un romanzo a pieno titolo.
Ancora una volta, la strategia di lavorare tutti i giorni al proprio progetto mi suona famigliare…
Se è la prima volta che scrivi un romanzo, puoi puntare a costruire una prima bozza di 50mila parole in un mese, invece. Il posto ideale per far succedere tutto ciò, a quanto pare, è un progetto collettivo chiamato NaNoWriMo, che ha come obbiettivo quello di aiutare più persone possibili a scrivere la prima bozza di un romanzo intero in un solo mese.
3) Lasciar “mantecare” il tutto per 6 settimane
Questa è la vera “chicca” del metodo King: una volta stesa la prima bozza, metterla in un cassetto e non guardarla neanche. Un punto molto interessante.
Come dice lui e come ho sentito molte volte e sperimentato sulla mia stessa pellaccia, scrivere e editare sono due cose molto diverse, e di solito quest’ultima implica un blocco del flusso di coscienza, del torrente di idee, e quindi del processo creativo.
Meglio interpretare la scrittura come una “scultura” di parole: avremo prima di tutto bisogno di molta creta. Anche la metafora della cucina è interessante, una specie di levitazione del nostro scritto.
Se hai scelto di scrivere una bozza “breve” da un mese soltanto, puoi applicare questo passaggio per 2 settimane soltanto invece.
4) Rileggere il romanzo per la prima volta
Lasciar passare del tempo senza pensare al proprio progetto ci permette di poterlo riguardare con occhi freschi. Dopotutto, siamo noi i nostri primi lettori!
In una seduta quindi, dopo essersi liberati di tutte le distrazioni, si rilegge il tutto. Come per magia, per via del tempo trascorso, ci sembrerà di mettere gli occhi su qualcosa di mai visto, di completamente nuovo. Allo stesso tempo, è la nostra opera! È qui il momento, quindi, di metterci a ricorreggere il tutto, soprattutto le cose più semplici, prima della successiva fase di editing vero e proprio.
5) Prima versione dell’opera
In uno degli episodi citati da Stephen King nel libro, uno dei suoi contatti gli lascia un bigliettino con su scritta una formula tanto semplice quanto efficace:
Romanzo finale = Prima bozza – 10%
Il senso di questa formula è questo: quando stai editando il tuo lavoro, la tendenza è sempre quella di aggiungere ed espandere. Più è grosso e meglio è, giusto? Quasi mai. Uno dei problemi principali di chi scrive storie è la tendenza a non tagliare le parti inutili, a non accorgersi di che cosa effettivamente fa parte della storia, e di che cosa invece è stato inserito solo per togliersi una soddisfazione personale.
Se la bozza contiene 50.000 parole, quindi, l’ideale sarà approdare a una versione finale che ne includa non più di 45.000. L’editing quindi consisterà molto più nel tagliare, nell’accorciare, nel limare, e nello scolpire, piuttosto che invece nel rinforzare e arricchire. Dopo aver letto la prima bozza e averla editata, abbiamo tra le mani una prima versione leggibile di ciò che sarà il nostro libro. Ora è il momento di metterlo nelle giuste mani…
6) Far leggere il tutto a 5 o 6 persone
Il feedback in qualsiasi opera creativa è sempre cruciale. Per questo, dopo aver riletto e modificato la nostra opera, sarà nostra cura farla avere ad almeno 5 nostri amici, famigliari, o in generale chiunque abbia molto interesse o entusiasmo nei confronti del nostro progetto.
Non chiederemo loro nulla di esagerato, siamo noi dopotutto gli scrittori. Semplicemente, dopo aver letto la loro copia di anteprima, chiederemo loro che cosa funziona e che cosa invece potrebbe essere cambiato.
Se il suggerimento arriva da 1 o 2 persone, non è probabilmente qualcosa che merita di essere effettivamente modificato. Il pubblico avrà sempre le sue preferenze, e lo scopo qui non è quello di accontentare tutti ma di scoprire quali sono le potenziali falle della nostra storia. Un personaggio non funziona proprio? Una scena non convince? Una descrizione annoia? Un passaggio non si capisce?
Se più di 4 o 5 persone segnalano un problema, significa che molto probabilmente abbiamo fatto un errore e dobbiamo tornare sui nostri passi per correggerlo.
7) La versione definitiva
Terminato il processo di feedback, non ci resta che generare la versione finale del romanzo, limando le ultime spigolature.
Dopodiché, ce l’abbiamo fatta, abbiamo scritto un romanzo intero! Adesso è il momento di pubblicarlo.
Ma questo, cari lettori e care lettrici, è un altro articolo… 😉