Ciao, benvenuto sul mio blog! Questa è la parte che leggeranno più persone, sia perché è nell’introduzione, sia perché le prime righe dei post vengono citate di solito nei link al post come riassunto, o addirittura su Google.
In questa parte invece ti dirò di che cosa parleremo oggi, in particolare oggi parleremo di come leggere gli articoli su Internet, incluso questo!
Come leggere questo sottotitolo
Se hai letto fino a qui, probabilmente, continuerai per tutto il resto dell’articolo, ma senza leggerlo completamente. Alcuni lo fanno, certo, a proposito grazie di cuore! Quasi tutti però ormai al giorno d’oggi “skimmano”, il che vuol dire che danno soltanto un’occhiata veloce, e in particolare alle parti più importanti, o graficamente interessanti come il grassetto. Ma anche:
- Le parole isolate
- Le citazioni
- Le liste di elementi
- Ovviamente le immagini
- L’inizio e la fine di ogni paragrafo
- I sottotitoli
A proposito di sottotitoli, ecco il secondo:
Il secondo sottotitolo
E niente, a questo punto probabilmente avrai già smesso di leggere. Che cosa sto scrivendo a fare quindi, mi chiederai? Beh, innanzitutto per tutti quelli che stanno leggendo queste righe lo stesso. Secondo, perché la scrittura online è un po’ come dipingere un quadro. L’obbiettivo è riempire bene la pagina, abbellirla, espandere qualche idea, magari fornire qualche fonte, qualche link, qualche citazione o aformisma… Tutto questo senza esagerare, ovviamente. Dopotutto:
“È facile andare agli estremi, difficile restare fermi nel mezzo.”
– Ezra Pound
Forse ti potrà sembrare strano che un articolo su un blog “deve” avere una certa lunghezza, in generale dalle 600 alle 2000 parole circa. Alcuni miei articoli, tra cui il più famoso del blog sui sogni lucidi, hanno più di 3000 parole. In media mi piace tenermi sulle 1300. In ogni caso, è così. Un blog non è un libro, non ci puoi scrivere più di tanto. E soprattutto, anche un libro “deve” essere lungo quanto un libro, alla fine dei conti. Può sembrare ovvio, talvolta, ma la lunghezza di ciò che noi scrittori scriviamo è spesso predeterminata da alcune regole, così come lo stile o la forma o naturalmente il contenuto del testo. È difficile vedere un articolo su un sito con più di 10000 parole e che parla di una storia fantasy. Può sicuramente succedere, ma di solito contenuti del genere non stanno sui blog.
Per quanto riguarda la lunghezza dei paragrafi, quello che hai appena letto (o skimmato appunto), è decisamente sopra la media. È improbabile che tu lo abbia letto completamente. Per questo ci metto qualche frase in grassetto o qualche parola in corsivo a volte, in modo da renderlo più appetibile, et voilà!
L’argomento principale è stato introdotto, e ora…
In questa parte potrei parlarti magari di una mia esperienza, o più probabilmente di come puoi applicare quello che hai letto sulla tua vita.
Si passa, quindi, alla parte più concreta. Se non altro sul mio sito, che come hai notato è un sito di crescita personale. Di solito quindi condivido alcuni consigli, o alcune idee, o call to action. Dipende dal tipo di stile che decido di utilizzare.
Ecco alcuni stili di articoli che utilizzo molto spesso:
- Ispirazionale. In questi articoli parlo, come in una conversazione, a proposito di un argomento che mi va di trattare e che ha a che fare molto in generale con il proprio rapporto con se stessi, o con il successo, o con qualche altra cosa sempre nell’ambito della crescita personale. Posso citare alcuni esempi personali, o storie o aneddoti, fare domande, stimolare il lettore al ragionamento, e naturalmente all’azione. L’obbiettivo principale di questi articoli però è uno solo: farti sentire ispirato. In pratica, generare uno stato interiore di pacifica creatività, voglia di fare, e curiosità nei confronti di se stessi, delle proprie possibilità, e in generale del proprio futuro.
- Informativo. In questi articolo procedo a elencare una serie di informazioni che ritengo utile o positivo condividere. Questo comprende alcuni degli articoli più famosi del blog, che spesso vengono bene indicizzati anche su Google. Come mai questi articoli hanno più successo? Beh, perché alla gente al giorno d’oggi piacciono le cose pratiche, concrete, azionabili. Vero? 😀
- Ironico. A volte scrivo articoli ironici e provocatori. Come questo, ad esempio. Mi piace prendermi in giro da solo, fare autoironia, a volte anche autosatira, se vogliamo. Un giorno ho fatto un video (ironico) sul fatto che i miei autocorsi fossero una truffa (non lo sono). Ad alcuni è piaciuto moltissimo, ma poi ho dovuto tirarlo giù perché tantissime persone ho poi scoperto che l’ironia non la capiscono affatto. Alcuni mi hanno scritto addirittura dei reclami, infuriati, citando il mio video stesso come prova. A parte queste situazioni imbarazzanti, è un genere che piace moltissimo. L’articolo sul “Perché essere vegani fa male” è al primo posto su Google, ed è stato anche selezionato su Google Discovery di recente, il che significa che viene spesso consigliato nella Home della app di Google Chrome stesso. Che onore!
Questa lista di elementi con i titoli in grassetto è molto efficace, ad esempio. Mette il lettore a suo agio. Il problema dei paragrafi troppo lunghi è che fanno perdere la speranza. Oh no, dovrò leggere così tanto? Mentre quelli più corti, invece, sono come dei piccoli morsi o delle patatine. Uno tira l’altro.
Anche quelli troppo corti vanno evitati se possibile, però, e dovrebbero venire incorporati se possibile in quello precedente (o successivo).
Come in questo caso.
Ad esempio.
Il finale
E così sei arrivato al finale dell’articolo! Wow, non ci credo, complimenti davvero… In realtà sappiamo entrambi che stai leggendo questa parte senza aver letto tutto il resto. O sbaglio? 😀
Che cosa ci si mette nei paragrafi in chiusura, vediamo… Ah, sì. Le call to action ovviamente. Le domande thought provoking, ovvero che ti fanno pensare ai temi profondi. E magari qualche citazione figa, perché no, o qualche frase in latino (che a me piace molto, come anche gli incisi in parentesi) o talvolta anche un link a una risorsa, o un invito a visitare qualche altra pagina.
E tu, come concluderesti un articolo su Internet?
Soprattutto, ricordati di fare qualcosa. Qualsiasi cosa! Come dicevano i latini infatti “Gli uomini, non agendo, si abituano ad agire male”.
Homines, nihil agendo, agere consuescunt male.
Opzionali:
Un saluto, un augurio, e un’emoji! 😉
Il mio nome