Ciao, sono sicuro che vuoi imparare l’inglese perché ne hai bisogno e altrimenti ti senti tagliato fuori dal mondo del lavoro. Giusto? Sei proprio tu? Fantastico, sei nel posto giusto. Chi diavolo se ne è mai fregato di fare quello che lo rende felice, alla fine?
Tutti sanno che continuare a fare le cose che dobbiamo fare per gli altri per forza, senza mai pensare a se stessi, è l’unico modo di essere veramente felici. Guardati in giro! Quante famiglie modello, quante situazioni paradisiache, soprattutto tra i lavoratori. Ah, non c’è niente di meglio che svegliarsi e dover iniziare a forzare un bel sorriso finto commerciale, per cominciare la giornata.
Come imparare una lingua controvoglia, in 7 passi
E quindi eccoci qua, una bella guida per imparare l’inglese, o una qualsiasi altra lingua in cui pensi sia necessaria una certificazione per poter andare a lavorare all’estero, anche se non te ne frega assolutamente nulla.
Ma di solito è l’inglese perché sì. Dai.
1. Non scegliere una lingua che ti piace, scegline una che ti serve
Prima di tutto, devi scegliere una lingua. Anzi, devi farla scegliere a qualcun altro. Inglese, tedesco, venezuelano… Chi se ne frega! Chiedi ai tuoi amici e colleghi, vedi quale sembra la più trendy e utile per “il mondo del lavoro”, e via, sei pronto a partire per la tua via crucis.
- Il cinese, ad esempio, sarebbe fantastico per gli affari e per fare il figo, anche se andare in Asia ti farebbe schifo e quando pronunci la parola “affari” non hai comunque la minima idea di quello che stai dicendo.
- L’inglese ti farebbe fare bella figura al lavoro, anche se comunque lo parlano tutti a caso in riunione e sulle mail usi sempre il traduttore.
- Il tedesco è un’ottima lingua ad esempio, perché in Germania “c’è più lavoro”.
E così via… Trova una motivazione a caso, vuota, senza cuore e che ti sporca l’anima non appena ti viene in mente. Se hai tutte queste sensazioni mentre pensi alla lingua che devi studiare, ho un’ottima notizia per te, è quella giusta!
2. Le lingue straniere sono troppo difficili

Ok, ora che hai una lingua che devi studiare, puoi cominciare a lamentarti dappertutto dicendo che è troppo difficile. È assolutamente così, infatti, e il discorso è sempre valido. Potresti pensare che tutte le lingue hanno più o meno lo stesso grado di difficoltà, ma che alcune di esse ci appaiono più semplici per via della loro familiarità con la nostra di origine… Nah. Stronzate da sapientoni. Il ragionamento è troppo complesso, significa sicuramente che è falso. Senti questa invece come suona bene:
“Eh l’inglese com’è difficileeeeeee ooooooooowh”.
“Eh il giapponese è impossibileeeeeeeeeeeeaaaaaaaaaaaanh”.
Ti consiglio di praticare queste frasi come dei mantra, ripetendole in continuazione da mattina a sera. Sicuramente, in questo modo potrai partire con il giusto slancio psicologico, per dare il meglio nel tuo percorso di apprendimento e imparare serenamente e senza troppi blocchi mentali. Lamentarsi aiuta sempre moltissimo, e questo tu e tutti i tuoi amici lo sapete benissimo, per questo lo fate in continuazione.
Punti in più se la lingua che stai considerando difficilissima non la stai neanche studiando tu ma tua figlia, soprattutto se va all’università e sa dire solo due frasette in croce anche dopo cinque anni di retta e bestemmie. Perché si sa che i nativi parlano sempre troppo poco piano per poterci fare davvero due chiacchiere.
“Eh ma i russi parlano velocissimoooooooooooooooinh.”
3. Studia la grammatica
Benissimo, una volta stabilite le basi, è il momento dello studio vero e proprio.
A proposito di questo, per favore, inizia subito a usare questa parola molto spesso. “Sto studiando l’inglese” suona molto bene, perché così sembra quasi una bella materia di quelle pesanti da memorizzare che ti piacevano tanto a scuola. Far pesare agli altri il fatto che ti spacchi la schiena per qualcosa che non ti piace e che non ti interessa, non solo ti fa ottenere molti più risultati, ma ti rende anche molto più amabile ai loro occhi.
E a proposito di questo, le lingue appunto si studiano, e lo studio si fa appunto a scuola.
Questo è il mio grande consiglio, non sprecare tempo con i metodi autodidatti, fanno tutti schifo anche se non li hai mai provati seriamente, fidati. Me lo ha detto un mio amico. Che non li ha mai provati neanche lui. Però il giovedì andiamo al bowling insieme, ogni tanto, e fa la Bocconi quindi è uno che ne sa.
Piuttosto, stattene in disparte senza fare niente, comprati un bel libro di grammatica di 20 anni fa, fai due esercizi di numero, e poi piazzatelo in libreria in salotto, accanto alle Treccani porta a porta che ti eri fatto rifilare nel ‘96. Ci farà una sua porca figura. Immaginati la scena, serata tra amici, spritz con l’Aperol, conversazione informale in salotto… TAC. La tipa di lui nota la tua grammatica paleo-cinese autenticata da Mao Zedong.
“Ma scusa, non dirmi che studi cinese!?”
È il tuo momento magico, ti appoggi al caminetto, guardi in basso verso il ghiaccio nel tuo bicchiere di scotch, facendolo roteare lentamente, un paio di volte. Ti prendi il tuo tempo.
“So solo due cosette, niente di che…”
“Ma va? Tipo?”
“Mah guarda, ti dico solo che se voglio riesco a ordinare tutti i piatti del cinese, bevande incluse. Quando vado faccio sempre bella figura, vero cara?”
Tua moglie alza gli occhi al cielo ma tu lo prendi come un incoraggiamento ad andare avanti.
“Il corso però ho smesso dopo due settimane di andarci, sei fuori. Il cinese è difficilissimoooooooooooooooorgzh. Altri salatini?”
Tutto questo, ovviamente, cercando di nascondere il fatto che al cinese non ci vai mai, e che quando ci vai ordini sempre e comunque puntando il dito sul menu e ammiccando violentemente al cameriere.
Torniamo alla grammatica quindi. La grammatica è importante. Sempre. In tutte le cose. La grammatica è importante perché serve. Serve! Un’altra parola chiave che ti consiglio di ficcarti in testa. Tatuatela!
I blog su Internet vogliono dirti che la grammatica non serve, ad esempio, solo per scrivere degli articoli più interessanti. Tutto falso. Ti basta guardare la vita di quegli stessi blogger e viaggiatori e nomadi digitali per rendertene conto… Tutto il tempo in giro per il mondo, a far finta di saper parlare in inglese, a esplorare il pianeta, con quell’aria da so tutto io, da influencer millennial che non ha neanche fatto il militare… Che poveracci.
Segui il mio consiglio, non praticare mai! Studia la teoria, e basta. Anzi, fai due capitoli, lascia lì tutto e poi vai su Internet a lamentarti di quanto è difficile imparare l’inglese perché nei film parlano troppo piano.
Il problema di quelli che dicono di saper parlare una lingua come il giapponese, è che non sanno neanche di non sapere. Tu invece, socraticamente, sì. È questo che ti rende migliore di loro, ricordatelo sempre. Ignorare i progressi degli altri facendo finta che non ci siano, se ci pensi bene, è l’unico vero modo di sentirsi bene a proposito della scarsità dei propri.
4. Usa le app
Le app servono tantissimo per imparare, e il motivo è che qualche tuo amico le ha usate e giura che funzionano, oppure giura che ha un amico che le ha usate e che funzionano, oppure ha un amico che giura che funzionano. In ogni caso funzionano.
Duolingo, Babbel, Mosalingua, RosettaStone…
Il segreto è questo:
- Scaricale
- Usale 5 minuti
- Dimenticatele nella zona delle app dimmerda del tuo cellulare fino allo scoccare della sua programmata obsolescenza, o finché non ti cade nel water.
- Dì a tutti di provarle, anche se hanno già imparato la lingua che volevano imparare, anche se sono dei linguisti famosi, anche se sono dei madrelingua. Tu spacciale ad alta voce come se fossero crack. “Provato Babbel? No? Provalo! Funziona, l’ha provato sto mio amico… Provalo. Installalo.” E via, te lo sei intrappolato nel tunnel.
La cosa veramente importante è ricordarti i nomi. Infatti, è stato calcolato che ti basta ricordarti di 10.000 app diverse con nomi fighi a caso in inglese ad esempio, per imparare l’inglese completamente.
Le app spaccano. Provale!
5. Vantati di saper dire “ciao”
Non importa che la tua pronuncia faccia rabbrividire i madrelingua ogni volta che apri bocca, anche quando non ti sentono. Tu parla sempre ad alta voce, fingendo di saper parlare la loro lingua. Vedrai che figurone.
Se vedi un asiatico, ad esempio, digli “ni hao” anche se non è cinese, apprezzeranno moltissimo.
Lo stesso vale per i giapponesi. Non appena vedi un giapponese, indicalo e digli “Arigatow?” come per chiedergli se la tua pronuncia è giusta, ma allo stesso tempo esigendo una risposta affermativa. Alla fine dell’interazione, puoi forzare una bella risata, ridendo e guardandolo in modo che si senta di dover ridere anche lui. Guarda tutti i tuoi amici con aria soddisfatta, forza un’altra risata o due, e anche oggi hai dato il tuo contributo a sventare la terza guerra mondiale. Dopodiché, puoi chiudere unendo le mani come in preghiera e facendo un inchino.
Giapponesissimo.
6. Ricordati che non hai tempo
Per studiare una lingua ci vuole tantissimo tempo. Quanto, mi chiedi tu? Troppo. La risposta è troppo.
Prendi l’ascolto passivo, ad esempio. Un metodo assolutamente ridicolo, che alcuni pensano funzioni, e che richiederebbe la bellezza di 10.000 ore di ascolto. Poco importa che quelle ore non devono essere di studio attivo, e che puoi anche tranquillamente tenere un audio acceso in background mentre fai altro. Pff. Non ascoltare niente, tappati le orecchie come un bambino e mettiti a urlare queste sillabe:
“LA – LA – LA – LA – LA – LA – LA – LA…”
È stato dimostrato da un numero assolutamente vasto di studi, che criticare i metodi degli altri senza neanche prenderli in considerazione può lenire un ego ferito da quattro anni sprecati a Mediazione Culturale anche dopo una sola sessione di sfogo critico, se ben costruita.
Un altro modo assolutamente produttivo di impiegare il tuo scarsissimo tempo che non hai mai, è quello di cercare di dimostrare a tutti gli altri quanto in realtà loro abbiano ben più di 24 ore nella loro giornata, e tu invece no perché hai da fare. Un esercizio molto semplice consiste nell’utilizzare le moltiplicazioni, per spiegare bene a chi crede nell’ascolto passivo che 10.000 ore in due anni sono matematicamente impossibili da distribuire.
7. Vai in Australia
Come ultimo consiglio oggi, ti suggerisco di andare in Australia. L’Australia è fantastica, ci impari l’inglese molto bene. Ci vuole un visto ma se sei italiano si può fare, poi vai lì e lavori un po’ nei campi e ti fai comunque dare un po’ di soldi dai tuoi, è una soluzione davvero molto comoda per imparare questa noiosa e difficilissima lingua, sono sicuro che ti troverai bene e dirai a tutti che l’esperienza è una bomba e la consiglierai a tutti i tuoi amici. Come terra non è male, ci sono i canguri e i koala e la birra, credimi ti divertirai un casino.
Imparare l’inglese in Italia è impossibile, è stato dimostrato dai geologi. Non pensarci due volte quindi: vai in Australia.
Vuoi imparare un’altra lingua invece, e non l’inglese? Una sola parola: Australia.
Sei sicuro di sapere l’italiano?
Benissimo, ora che hai skippato tutto l’articolo senza neanche leggerlo, sei pronto per il paragrafo finale, prima di ri-catapultarti a cercare cazzate su YouTube.
Che dire…? Grazie di aver scelto questo sito per far finta di capire come realizzare il tuo tanto fragile quanto palesemente forzato desiderio di imparare una lingua nella tua unica vita, che potresti riempire di cose interessanti ma invece preferisci giustamente sprecare perché i tuoi ti pagano le cose e hai già tutto, e che appunto proprio a loro quindi farebbe piacere che imparassi. Ricordati sempre, segui i tuoi genitori come una marionetta da quattro soldi, soprattutto finché ti fanno dormire a casa loro e ti danno i soldi per la DeCecco!
Io ti mando il mio saluto da Praga, dove sto bloggando inutilmente su una barca, illudendomi di far ripigliare qualche italiano dal suo stato di torpore esistenziale post-cenone, quando invece sto solo facendo la bella vita.
Divertiti in Australia, e ricordati di linkarmi il selfie di quando ordini al cinese quando riesci.
Hashtag sushi! 😉