Ti confesso una cosa. Fare quello che faccio è difficile. Lo so, lo so, te l’ho appena scritto ieri, pensare che ciò che si fa è difficile non va proprio bene. Fammi spiegare. Dopotutto, ho anche scritto un articolo sul non seguire i miei consigli, qualche giorno fa… Devo dare il buon esempio! 😛
Amicus omnibus, amicus nemini.
Vivere nella società di oggi sembra così difficile. Lo è davvero? Sì.
Il motivo? È presto detto, siamo una famiglia davvero tanto allargata. E in quanto esseri umani, non siamo affatto abituati ad avere tutti questi amici.
Esiste un numero, chiamato il numero di Dunbar, che è più o meno fisso per ciascuno di noi, e si aggira grosso modo su 150. Detto in breve, è il massimo numero di persone con cui puoi avere una relazione stabile, piena, e significativa. In pratica, il numero massimo di “veri” amici, che per conformazione strutturale fisiologico-evolutiva, ognuno di noi homini sapiens può sperare di conoscere a fondo, la massima grandezza della propria “famiglia”.
È qui che sta il problema.
Questo numero ha a che fare con l’evoluzione degli ominidi e dell’essere umano, che per milioni di anni si sono organizzati in tribù, e solo relativamente di recente (10.000 anni fa circa) iniziavano invece attraverso l’introduzione dell’agricoltura, a costruire comunità sempre più numerose, fino ad arrivare all’odierna ciclopica comunità globale.
Siamo, ad oggi, quasi 8 miliardi. In crescita.
Tu, e io, e tutti questi altri 8 miliardi, possiamo relazionarci stabilmente, per ragioni intrinsecamente biologiche, con 150 persone circa, al massimo.
Questa sproporzione ti può dare un’idea di quanto sia estremamente difficile, per un essere umano al giorno d’oggi, dare un senso alla propria vita sociale, gestirla in maniera soddisfacente, comprendere la sua posizione all’interno della “società”, un concetto che per sua stessa natura non è e non sarà mai nemmeno in grado di abbracciare. Nemmeno in piccola parte.
Aggiungi un milione di posti a tavola
E qui entrano in gioco il mio sito, e il mio canale, e i gruppi su Facebook con migliaia di persone, tutte cose che sto gestendo da anni, e che sto tutt’ora imparando a gestire.
Ho da poco raggiunto le 400.000 visite sul sito, stiamo parlando di 250.000 utenti circa, grosso modo, e sul canale YouTube sono anche di più. Sul gruppo Facebook, siamo 2600, e ne “ho” ancora più di 3500 sulla newsletter.
Non hai idea del casino!!! 😀
Lo dico con il sorriso, naturalmente. Mi piacciono le sfide, è bello imparare. Detto questo, spesso, tutte queste persone tendono a inserire me nei loro magici 150, e questo mi onora molto. Il problema è che, da parte mia, sono assolutamente neurologicamente impossibilitato, esattamente come tutti quanti gli altri sapiens, a inserire tutti nei miei 150.
E quindi, per forza di cose, si creano grandissimi equivoci e qui pro quo. C’è chi mi scrive pagine e pagine, perché sente di volermi ridare indietro lo stesso livello di comunicazione che ha ricevuto dai miei articoli. C’è chi si prende troppo a cuore il mio lavoro, e vorrebbe iniziare a controllarlo da lontano, come se ne fosse lui stesso (o le stessa) responsabile. C’è chi se la prende sul personale, tanti purtroppo, e si offende per le cose che scrivo o per come la penso, o ancora se “lo/la blocco” sui social media. Una manovra, quella del “bloccare”, che chiaramente nella mia posizione non posso fare altro che utilizzare molto più alla leggera, che non se fossi lì, tranquillo, nella mia piccola tribù di un centinaio di persone, e potessi dedicare tutto il mio amore e tutta la mia attenzione e tutta la mia cura e tutto il mio tempo e tutte le energie a tutti quanti gli altri membri, esattamente quanto loro la dedicano a me.
Essere famosi è un problema, mica da poco. Anzi ti dirò di più, è un problema irrisolvibile. Questo lo scrivo sia per chiarire la mia situazione a molti che potrebbero non averla ancora capita, sia per incoraggiare e sostenere chi sta percorrendo assieme a me questo percorso, di essere in contatto con così tantissime altre (tutte ugualmente meravigliose) anime.
Devi sapere che nelle tribù di allora (e in quelle di oggi) non c’era mai violenza, non c’erano mai discordia, furto, invidia, cattive emozioni. Mai. Se non altro internamente. Questo, appunto, perché questi conflitti potevano essere tutti individuati e risolti, tramite tutta una serie di rituali e di cure e di attenzioni, che chi iniziava a manifestare questi sintomi poteva ricevere da tutto il resto della famiglia. Nella società di oggi, non è sempre così. Anzi, quasi mai. Il motivo non sono “gli altri”, non siamo “noi stessi”. Il motivo è quello che ti ho appena descritto. Il numero di Dunbar, così piccolino, è completamente incompatibile con il nostro nuovo assetto sociale.
In qualsiasi situazione, tutti quanti, si sentiranno degli isolati. Si sentiranno abbandonati, dimenticati, trascurati, non capiti, maltrattati, poco ascoltati… E il problema non è che “il mondo è ingiusto”. Il problema è che ognuno sta inconsciamente cercando di proiettarsi in troppe tribù, quando la sua struttura interna di homo sapiens gli concede di fatto al massimo di essere parte di una sola. Una condizione, al giorno d’oggi, praticamente impossibile da replicare.
I 150 Volti dell’Anima
La soluzione qual è? C’è chi si organizza in comunità, in ashram, in ecovillaggi, in piccole realtà, in sette o culti o monasteri o ritiri o luoghi segreti persino. Ci si conta, ci si insegna a vicenda chi si è, si continua a vivere. Io stesso ho provato a far parte di alcune piccole comunità, basate ad esempio sulla permacultura. Non è affatto male. Ci si sente come se tutti i problemi fossero così lontani. Finalmente sono un essere umano! Non soffro più! Certo, provo dolore, provo piacere, ma è tutto parte del ciclo della natura, della vita, della rinascita…
Questa è la prima soluzione. Non ti è piaciuta? Me lo aspettavo, me lo aspettavo… Siamo su Internet dopotutto, è chiaro che a te interessa essere felice qui, nel pieno del pianeta Terra, nelle città, nel marasma generale. A proposito, benvenut*!
Te lo dico chiaramente quindi. La soluzione qui è la crescita personale. Hai capito bene, sei già nel posto giusto, come al solito. E sempre al momento giusto! Ma come fai? Che classe, scommetto che alle feste fai sempre un figurone 😉
Quando diventa impossibile ottenere quello che cerchiamo dagli altri, e bada bene, è naturalissimo e giusto cercarlo negli altri per come sono fatti i nostri corpi, l’unica soluzione consiste nel tornare all’interno, nel lavorare su di SÉ.
Se lavoriamo su noi stessi, come singoli, nulla e nessuno ci potrà fermare. Le 150 “persone” con cui entriamo in relazione, diventano 150 aspetti, 150 volti, della nostra stessa interiorità. E attraverso di essi, riusciamo a connetterci con tutti gli altri esseri umani.
Non è un lavoro facile, ma si può fare.
Le persone più realizzate di tutti in assoluto hanno fatto proprio questo. Hanno svuotato sé stesse dalla società, quasi completamente, hanno azzerato il proprio serbatoio di Durban, e hanno ricostruito. Al posto di riempirlo di nuovo di persone, lo hanno riempito di valori. E a ognuno di quei valori, hanno dedicato tutto. Ognuno di quei valori è diventato poi parte della sua vita, esattamente come in una famiglia. Né sono circondati, tutti i giorni. Se qualcuno di loro ha un problema, ovvero se uno dei valori sta per venire meno, tutti gli altri lo aiutano a recuperare. E questi valori li aiutano a connettersi agli altri, attraverso l’interazione tra valori, invece che tra persone.
È per questo che la crescita personale è ovunque al giorno d’oggi.
Una volta che hai iniziato a costruire la tua lista, ovviamente molto personale per ciascuno di noi, potrai finalmente iniziare a relazionarti in modo sano anche con gli altri, perché a quel punto saprai sempre chi sei.
Bada bene, te lo ripeto ancora una volta, tutti quanti hanno questo numero e questo limite incastonato dentro il proprio organismo e sistema, in maniera assolutamente irreversibile. Pensare di avere più di 150 amici, e basta, nel senso “tradizionale” del termine, è impossibile, impensabile, e sarebbe controproducente anche solo tentare.
Tutti hanno qualche vero amico, all’interno della lista, e poi tantissimi conoscenti che però non fanno davvero parte di quel numero (che sono le nostre relazioni più profonde), e poi? Un sacco di posti “liberi”. O meglio, hanno tutti dei valori, lì. Ma spesso non sono i valori migliori per la loro propria crescita e il loro sviluppo. Alcuni hanno la vendetta, altri l’orgoglio, altri l’abuso, altri la manipolazione, altri l’opportunismo, altri la depressione, altri la rabbia, altri il vizio…
Dico questo giusto per darti un’idea, sia chiaro, non pretendo di fare un quadro troppo specifico della situazione, non è questo lo scopo dell’articolo. Il punto è, se hai più di 150 persone con cui ti relazioni tutti i giorni, ad esempio, e non ti trovi bene con ognuna di loro, e non riesci a individuare un tuo nucleo preciso di “alleati”, prova a iniziare a pensare al tuo SÉ prima di tutto, e a come entrare bene in relazione con esso. Dai priorità a “te”, non in quanto al tuo ego, ma a te come individualità nei confronti del resto del mondo, come anima individuale, come tuo percorso di vita. Prova a considerarti come una parte di un tutto troppo grande per essere compreso completamente, e cerca invece di comprendere, appieno e completamente, “soltanto” quella parte. Che nel tuo caso e nel caso di ognuno di noi, se ci pensi bene, coincide con il “tuo” tutto stesso.
Come avere un milione di amici?
Nella vita avremo tutti a che fare con una decina di migliaia di persone, più o meno, un milione al massimo. Più di così, è fisicamente impossibile. Se vogliamo veramente stare bene con tutti loro, e con noi stessi, dobbiamo per prima cosa dirigere l’attenzione sulla nostra stessa esistenza, e ricollocarla non nell’infinità dello spazio e del pianeta, ma nell’infinita abbondanza della nostra personalissima esplorazione interiore.
Per questo ho aperto questo sito. Per aiutare gli umani come me e te, in questo particolarissimo contesto storico ed evolutivo e sociale, a svilupparsi e a evolversi, creandosi da sé il proprio sistema, la propria famiglia interiore di valori (e persone, se vuoi lasciare un po’ di posti anche per loro), imparando così finalmente a vivere in vera armonia con tutto il resto di questo vero e vasto mondo.
Sei grande, sarai più grande.
E se un giorno ti renderai conto della vastità del tuo potere, e vorrai dedicartici e coltivarlo, questo sito è qui per aiutarti.
L’unico modo per avere un amico, è esserlo.
– Ralph Waldo Emerson
Un grazie di Cuore a tutti,
Dylan Blanko