Si può dire, a un certo livello, che la propria mente sia sempre qualcosa di chiuso.
All’inizio si parte da 0, dalla nascita diciamo, dove non abbiamo nulla non sappiamo nulla non “siamo” nulla. Poi, si aggiunge un piccolo elemento di conoscenza, un piccolo passo “all’infuori”. In quella sorta di “momento uno” della coscienza, abbiamo aperto la nostra mente un pochettino, ma non sicuramente del tutto.
Aggiungiamo un altro passo, e poi un altro passettino ancora, ed eccoci qua. Ci consideriamo “arrivati”.
Chissà come mai, per qualche strana ragione, crediamo tutti di sapere tutto, o meglio ancora, crediamo tutti di saperne abbastanza. È così?
Io credo che… guarda qua! Possiamo aggiungere un altro passetto. Incredibile ma vero, questo articolo ti sta aprendo un pochettino la mente, in chissà quale nuova direzione. Pensa un po’ a questo, ad esempio: in giapponese, per dire “persona”, si utilizza lo stesso carattere che si utilizza per scrivere la parola “direzione”. È come se, se non altro a livello subconscio, in Giappone le persone fossero tali, anche e soprattutto in virtù del fatto di essere “dirette” verso qualcosa.
Dall’interno verso l’esterno? Dalla chiusura verso l’apertura?
In questi giorni sto leggendo molti libri, in particolare mi sono programmato di leggerne 50 nell’anno 2020, uno a settimana. Praticamente ognuno di essi mi ha cambiato completamente. Non solo nel modo in cui “vedo” il mondo, una parola relativamente passiva se vogliamo. Anche e soprattutto nel modo in cui lo affronto, in cui lo vivo, in cui lo muovo, in cui lo cambio, in cui lo scopro.
Soprattutto, trovo proficuo dedicarmi a letture alle quali normalmente non mi sentirei chiamato. Ideologie diverse dalla mia, tematiche che non capirei o che non mi interessano… In questo modo, il processo di “descatolamento”, di passaggio dalla mente chiusa di poco fa, alla mente aperta di tra poco, si accelera notevolmente.
Vengo arricchito da idee diverse, da parole diverse, da pensieri diversi. Tutte queste informazioni sono elementi che non avrei, che vanno invece ad arricchirmi e a diventare parte di ciò che “io” sono. E questo io è un io in espansione, si evolve, si “apre”, entra in contatto, raggiunge, verso “l’esterno”.
Perché verso l’esterno? Perché si dice mente “aperta”?
È come se la nostra conoscenza fosse un’isola, e mano a mano che la ingrandiamo, anche il territorio dell’isola stessa aumenta, e di conseguenza il confine con il mare dell’ignoranza.
Questa, ad esempio, è una frase di John Archibald Wheeler, che non avrei sicuramente avuto modo di citarla, senza scoprirla prima su un libro. Un libro che a sua volta la citava, di Tullio Regge, uno dei miei divulgatori di cosmologia preferiti in assoluto.
Leggere non è l’unica via, naturalmente. Ascoltare podcast, ascoltare audiolibri, guardare video, guardare film… In generale, continuando ad assorbire elementi della cultura che ti circonda, continui ad espanderti, a crescere. E mano a mano che cresci, ti accorgi di quanto cresca anche il tuo “confine” il tuo potenziale ulteriore di crescere.
Aprirsi diventa quindi in generale aumentare il proprio potenziale di continuare a farlo. Non avrebbe senso arrivare a un “punto finale”, a un capolinea della conoscenza. Una domanda segue l’altra, e poi un’altra domanda ancora viene finalmente scoperta. Nessuno sta cercando una risposta, mai. Credi di aver trovato una risposta? Ecco la tua chiusura, ecco il tuo momento morto. Espandilo da lì, agiscici su!
Prendi un qualcosa, un fatto o un’idea o un concetto o una regola, che credi sia assolutamente giusto e vero e al di là di ogni dubbio. Ora cerca qualcosa che ti aiuti a smontarti, ma non solo a “cambiare idea”. Piuttosto, a espanderla, ad aggiungere dettagli. È straordinario, per esempio, constatare come l’informarsi di cose in cui non credevo mi ha permesso di avere convinzioni ancora più salde, in merito a ciò che pensavo fosse effettivamente la verità.
Parti da qualcosa di molto banale, chessò, la sessualità, il bene o il male, la salute, la politica, il denaro, quello che preferisci. Non farti fermare da niente che sia “ovvio”. Ricordati, puoi sempre guadagnarci, anche e soprattutto dalle tesi opposte alla tua. Poi, prenditi un libro (o un audiolibro) a caso tra quelli che meno ti “ispirano”, tra quelli che meno leggeresti perché pensi che siano “stupidi” o “ignoranti” o che non abbiano capito qualcosa che invece tu sì.
Dopodiché, dacci dentro 😉
E buona apertura!