Scommetto che hai tanto da fare in questo periodo. La quarantena è finita, e i capi azienda e gli schiavisti vari stimolano i servi con le scosse elettriche, per provare a guadagnarsi più distacco possibile dalla competizione.
È come quando c’è la Safety Car, che tutti si compattano, e i piloti più scarsi danno il massimo per provare il colpo gobbo.
Il tutto rende la situazione attuale molto pesante per chiunque, ovviamente. Non c’è niente da recuperare, tanto. Questi due mesi sono stati brutali e strazianti a sufficienza da far perdere la speranza a tutti quanti, imprese incluse.
Resta fuori da questo giro, credi a me.
Quello attuale è un periodo di grande rincorsa. Tutti si sentono esclusi, tutti si sentono indietro, tutti si sentono isolati, tutti si sentono impoveriti, tutti si sentono trattati ingiustamente. Forse è così, forse no. A noi che la vita ci piace davvero però, che ce ne importa di queste fesserie? Giusto?
Non farti trattare come un interruttore, davvero. Lo dico per te. Ricordati che sei tu a dare via la tua stessa libertà, il tuo stesso tempo, la tua stessa stabilità interiore. Questo in tutto quello che fai, anche se hai un’attività tua.
Sfrutta invece questo periodo, non cercare di cavalcare l’onda come tutti quanti gli altri babbani, siediti comodo e goditi lo spettacolo. Fatti trasportare dal vento.
Sul serio.
L’energia della Fase 2 è un’energia molto potente, ma a tratti può sembrare anche molto fastidiosa. Questo è perché la stai usando nel modo sbagliato. Non si tornerà mai più indietro, il mondo è stato segnato per sempre, e così anche la tua psiche. Questo però non deve rappresentare necessariamente né un trauma né qualcosa di sbagliato.
Stiamo semplicemente cambiando le cose, stiamo creando una nuova manovra, un nuovo spazio, con delle nuove regole e leggi. Noi, le forze dell’universo dico.
Ora, o tu ti adegui a noi, e sfrutti il vento di levante così come va sfruttato, e cioè con la giusta angolatura, oppure rischi di scuffiare di nuovo, io te lo dico. Non vorrei mai vedere la tua nave affondare, ma di navi che affondano, in questi tempi molto burrascosi, ce ne sono e ce ne saranno. Manovra il timone con saggezza! Non affannare il tuo equipaggio. Ricordati che è una danza, quella tra te ed il vento, non una lotta.
Vuoi che parli più concretamente? È proprio questo il tuo problema. Ma ti accontenterò lo stesso.
Smetti di avere da fare a tutti i costi. Anzi, smetti proprio di avere da fare. Avere da fare non serve a un catagno. Essere impegnati, busy, indaffarati, presi… Ma chissenefrega? O sbaglio?
Me ne sono reso conto proprio ieri. Io non dico MAI, a NESSUNO, che cosa faccio per lavoro. Tantissimi lettori del mio stesso blog ancora se lo chiedono. Questo non tanto per privacy o perché ho qualcosa da nascondere, come pensano alcuni. Semplicemente, dire che cosa fai nella vita non è un fatto utile per gli altri a cui lo comunichi. Pensaci bene, a loro non gliene frega proprio un cazzo. O sbaglio?
Che lavoro fai? Che cosa studi? Come ti guadagni da vivere?
Frasette di circostanza per persone che non sono nemmeno più capaci di godersi la vita, figuriamoci avere una carriera soddisfacente. E poi, il solito menu. Io dico queste cose, la gente pensa che siano “troppo estreme”, poi continua a farsi beatamente i catagni suoi, e poi la frutta e il dessert.
E invece sono serissimo. Dire agli altri che cosa fai di lavoro ti fa male. Smetti immediatamente, e consulta uno specialista.
Questo vuol dire che non parlo mai della mia vita? Beh, ovviamente no. Che cosa dico allora? Innanzitutto, se posso, evito la domanda.
– Quindi che cosa fai nella vita Dylan?
– Oh, sono un seduttore professionista, mi chiamano in giro per il mondo, seguo diversi casi ogni mese.
– Ah sì, davvero? E come funziona?
– Beh, di solito facciamo una piccola intervista.
– Ma dai?
– Sì, certamente. Una cosa informale.
– Tipo?
– Mah, sai. Le solite cose. Lei mi chiede che cosa faccio nella vita, io le dico quattro stronzate, che faccio il seduttore, poi le offro da bere e me la porto a casa.
– Che cosa? (ridendo)
– Niente, niente. Senti, vuoi bere qualcosa?
Non solo la vita è troppo breve per prendersi troppo sul serio, ma prendersi sul serio funziona proprio male negli affari. Ho trovato molti più rapporti lavorativi in questo modo (e non solo lavorativi, via) che a raccontare a tutti del metodo del giapponese e a sparargli le business card laminate nel taschino. Che due maroni!
Per quanto pensi che la tua storia sia interessante, non lo è mai. È l’altra persona che è interessante, questo non dimenticartelo mi raccomando.
Poi, se la curiosità davvero preme, se gli interessi coincidono, se i pianeti si allineano, allora gli dico magari anche della mia attività, che scrivo e parlo in pubblico e faccio i video. E ci sta, non ti dico di diventare un giullare folle da quattro soldi col ghigno isterico fisso e la battuta pronta ogni due secondi.
Ciò detto, rilassati. Non prenderti seriamente. Non avere da fare, soprattutto in questo periodo così del catagno. Non farti dare pressioni da chi ti paga, non dartele tu gratis, e chi non ti paga mandalo proprio in malora! 😀
Suvvia, scherzo.
Guardati dentro, sorriditi, goditi il percorso, lascia perdere tutto ciò che non ti da gioia, e poi lascia andare di nuovo, e fai una passeggiata magari, e respira, prova un po’ a migliorare, prova un po’ a fare cose nuove, se ti va. Se non ti va, non ti preoccupare. Meglio non far nulla che consumare se stessi in attività che non hanno il minimo senso.
Ah, non cercare la parola catagno su Google, l’ho inventata io.
Mi raccomando veh, in gamba. Un abbraccione.