Quasi un anno fa, quando decisi di creare il mio sito, avevo qualche idea in mente, una direzione generale da dare ai contenuti (realizzare i propri sogni e imparare nuove lingue), e tanto entusiasmo.
Avevo letto online qualche consiglio su come costruire un sito web, e dato che le azioni richieste sembravano alla mia portata, ho usato il mio spirito d’iniziativa per accendere subito la miccia al progetto.
Il primo passo per creare un sito è cercare un buon registrar, ovvero una compagnia che vende domini, e acquistare l’indirizzo che preferisci (ad esempio autocrescita.com).
Non è possibile scegliere un indirizzo che è già stato preso da qualcun altro, e dato che esistono circa 900 milioni di siti diversi la scelta è piuttosto ristretta.
È altresì importante scegliere un nome facilmente riconoscibile e digitabile, che sia catchy (cioè che piaccia subito) e facile da ricordare. Inoltre deve rappresentare chiaramente quello che vuoi comunicare al tuo pubblico e dev’essere preferibilmente corto, diciamo meno di 15 caratteri.
Una buona regola per la scelta di un nome di dominio è che se lo dici al telefono a un tuo amico, lui lo capisce al volo e se lo ricorda fino alla fine della telefonata.
Forte di queste informazioni, scelsi il registrar, e dopo essermi consultato rapidamente con mio fratello, acquistai il mio dominio il giorno stesso, senza perdere tempo.
Il nome scelto? bakadekaiyume.com
Ora, non voglio dire che autocrescita.com sia poi tanto meglio, ma è probabile che anche tu, leggendo bakadekaiyume.com, abbia alzato almeno un sopracciglio.
Le stesse domande che ti stai facendo tu in questo momento, io sono arrivato a farmele solo un bel po’ di mesi dopo:
Perché hai scelto un nome di dominio così cacofonico e illeggibile? Mica doveva essere facile da ricordare, corto, catchy? E la telefonata? Quante volte hai dovuto rileggerlo al tuo amico prima che lo capisse e se lo ricordasse? Duecento?
È chiaro che c’è qualcosa che non va nella scelta di bakadekaiyume.com.
Ma che cos’è che mi ha fatto sbagliare?
Per alcuni la domanda potrebbe sembrare banale: è stata la fretta! La fretta! Volevi iniziare subito la costruzione del tuo sito e non hai aspettato abbastanza per avere le idee chiare.
Sicuramente in parte è così, avrei potuto aspettare un po’ di più prima di comprare (per fortuna un dominio costa molto poco), ma sono certo che non è stata la fretta a farmi sbagliare.
Anzi, un po’ di mesi dopo, quando ho deciso di prendere un altro dominio, stavolta con un nome decente, ho aspettato meno di 24 ore dal momento in cui ho avuto l’idea a quello in cui l’ho acquistato.
Lo so, la pazienza non è una delle mie caratteristiche migliori, ma sono sicuro che prima o poi le cose cambieranno (aspetterò…).
Battute oscure a parte… se non è stata la fretta, cos’è stato allora?
Ripensandoci adesso, sono sicuro che ciò che mi è mancato veramente è stata la capacità di autovalutarmi. In una parola ero afflitto da autocecità.
È chiaro che autovalutarsi è fondamentale per riuscire a prendere delle decisioni ben calibrate e solide allo stesso tempo, per fare bella figura e per tenersi alla larga dalle situazioni più spiacevoli.
È per questo che rileggiamo i nostri messaggi prima di inviarli, ripensiamo più volte le parole delle conversazioni più importanti e chiediamo alle nostre amiche cosa ne pensano delle nostre scarpe nuove.
È per questo che esistono gli specchi e i selfie, ed è per questo che cerchiamo sempre la nostra faccia quando guardiamo una foto di gruppo in cui ci siamo anche noi.
Autovalutarsi è anche molto difficile.
L’autocecità, infatti, è qualcosa che affligge ognuno di noi. Anche ai migliori capita di fare scelte sbagliate, di fare battute fuori luogo e di fare errori di battitrua.
Ora, non mi dilungherò molto sul perché tutti siano afflitti da autocecità, per quanto parziale essa sia.
Quello che conta veramente è: che cosa possiamo fare per diminuire questo fastidioso effetto?
Ci sono molti modi per migliorare l’autovalutazione, ma in particolare ne esiste uno molto efficace, e purtroppo anche molto sottovalutato.
Si tratta del feedback degli altri.
In fisica esistono due tipi di feedback: positivo e negativo. Quello positivo tende ad accrescere un processo mentre quello negativo a farlo decrescere1.
Per semplicità puoi considerare il feedback positivo e negativo come il Mi piace e Non mi piace di YouTube.
Se il tuo video riceve tanti Mi piace sarai stimolato a fare altri video come quello (e ottenere altri Mi piace), se invece riceve tanti Non mi piace cercherai di evitare di fare un video simile in futuro.
Ovviamente anche tu puoi mettere un Mi piace al tuo video, ma se sei riuscito a ottenere tante visualizzazioni, i Mi piace degli altri saranno molto più numerosi dei tuoi.
Inoltre, cosa più importante, potrai contare i Mi piace e i Non mi piace ricevuti prima di decidere cosa fare dopo.
Il parere degli altri è fondamentale, e non solo perché gli altri sono più numerosi di te, che sei uno solo, ma anche perché spesso da fuori le cose sono molto più chiare.
È per questo che quando ci si perde in una città (o in un labirinto2), si usa una mappa o si chiede a qualcuno.
Tornando a bakadekaiyume.com (quasi non me lo ricordavo nemmeno io), l’errore principale è stato quello di chiedere solamente a mio fratello.
Non sto dicendo che mio fratello non abbia gusto, ma solo che se avessi chiesto a molte più persone (lui compreso) avrei avuto una visione molto più nitida e variopinta della scelta che stavo per fare.
A Settembre ho aperto tantissime chat su Facebook e ho chiesto a decine di persone il loro parere, e sebbene il risultato sia ancora opinabile per alcuni, quei feedback sono stati preziosissimi per avere tante prospettive esterne diverse sulla mia idea, e per scegliere un nome di dominio più appropriato (oltre che per capire chi dei miei amici ha davvero gusto e chi invece ne è privo3).
A volte i feedback (positivi e negativi), vengono dati istintivamente, per le più svariate ragioni, per questo è importante averne molti (e possibilmente di buona qualità).
Quando vuoi fare una scelta importante, consultati sempre con più di una persona, che siano tuoi amici o conoscenti, e considera attentamente quello che hanno da dirti.
Scoprirai che usare un oscuro modo di dire giapponese per dare il nome a un sito italiano non è sempre la scelta più azzeccata.
- Per capire la differenza immaginate di essere un adolescente, e di entrare in una discoteca contenente un numero molto grande di belle ragazze. Siete l’unico ragazzo della serata, dunque vi divertite tutta la sera, ballando e brindando con chiunque.
Il giorno dopo vi ritrovate coi vostri amici, e gli raccontate tutto, cosicché il sabato successivo, nella stessa discoteca, non sarete più gli unici ad avere i baffi, ma ci saranno anche tutti i vostri amici, e il sabato dopo ancora ci saranno i vostri amici più gli amici dei vostri amici.
Il feedback positivo funziona proprio così: un certo sistema (la discoteca) premia una sua piccola parte (l’adolescente) con un bonus (le ragazze) e dopo un po’ di tempo quella sua piccola parte si ingrandisce, e ricevendo ancora più bonus (più ragazzi soddisfatti) crea un effetto a valanga, tendendo infine a divergere (infiniti ragazzi).
Prima di divergere all’infinito, però, entra in gioco il feedback negativo.
Sabato dopo sabato, i ragazzi aumenteranno di numero, saranno più scontenti e faranno recensioni sempre meno entusiaste della discoteca ai loro amici. Come risultato il numero di ragazzi diminuirà (o smetterà di crescere), fino al raggiungimento di una situazione stabile (stesso numero di ragazzi e ragazze tutte le sere), detta equilibrio. - Un trucco per uscire da qualsiasi labirinto: scegliete una parete, a destra o a sinistra, toccatela con la mano e rimanendoci attaccati camminate spediti fino all’uscita. A patto che non ci siano trappole :)
- Scherzo, i vostri consigli sono stati tutti utilissimi! Grazie!