Divertiamoci.
Impariamo.
Giochiamo.
Mettiamo le mani in pasta.
Massì regà. Se vive na vorta sola no?
Ma che cazzo stiamo facendo?
Ogni tanto mi guardo indietro e mi dico da solo, ma che cazzo sto facendo?
Ho riempito il mio mondo di regole, il mio sito di articoli uguali. E poi vado in giro a dire a tutti che no, si devono divertire.
Questo è il fatto grave ragazzi, divertirsi non è difficilissimo. Perché allora nessuno lo fa mai? Da piccoli giocavamo, e poi non abbiamo mai smesso. Abbiamo smesso di divertirci però.
Stiamo ancora giocando, solo i giocattoli si sono ingranditi. Siamo sempre tutti alla ricerca del giocattolo nuovo. Dell’automobile, dello smartphone, dei bei vestiti… E se ci pensi bene, che cosa è davvero cambiato? Che non ci divertiamo più.
Come mai ci divertivamo un mondo? Come mai ce la godevamo così tanto, la nostra infanzia? Beh è molto semplice, era perché non ce ne fregava niente di sbagliare, o di fare le cose male, o di non avere successo, o di fare casino. Facevamo un sacco di casino! Chi più chi meno, ovviamente.
La cosa che non facevamo, non quando ci divertivamo almeno, era cercare dei giocattoli nuovi. Certo, ogni tanto al negozio sì, e nel peggiore dei casi partivano pure i capricci. Ma nel momento del gioco, all’asilo o al parchetto o a casa degli amici, era pura e semplice goduria. Chi se ne fregava, di avere i pastelli a cera o quelli a olio. Chi se ne fregava, se le forbici erano di plastica. O se i giocattoli erano taroccati.
Il serpente caramella
C’avevo un amico io, all’asilo, che assieme alle action figure dei supereroi, si faceva sempre comprare quelle caramelle afforma di serpente gigante, non so sei hai presente, soltanto per giocarci! Assurdo!
Quanto cazzo si divertiva. Io all’inizio lo guardavo e non capivo niente, ma poi mi ha spiegato. Il serpente era il cattivo, e in questo modo essendo gommoso, quando moriva poteva persino spezzettarselo e non era un problema. Tanto era una caramella da 200 Lire!
Questo aneddoto vorrei che facesse da esempio a tutti quanti noi. Anche a me stesso. Non so perché te ne ho parlato solo oggi. Davvero.
Siamo lì a cercare il giocattolo nuovo, il potenziamento nuovo, il videogioco nuovo, il corso, la macchina, la scuola, la “ragazza” come se fosse qualcosa da avere in più, e non un’altra persona nella nostra vita. Ma che cazzo stiamo facendo raga?
Andiamo a comprarci tutti i serpentoni giganti adesso, per favore. Ok? E poi ci giochiamo, 20 minuti al giorno, vedrai dopo un mese che trasformazione.
Sul serio però, non me lo ricordo neanche quando è finita. Penso, per tutti, abbastanza presto. Se scavo indietro con la memoria, già quando volevo i pastelli della Caran D’Ache, avevo smesso di godermi la vita. Il sistema del divertimento era ormai completamente e inesorabilmente sputtanato. E ci sta è, ci mancherebbe, lo fanno tutti. Per questo è giusto. No?
No.
Il colore del cielo
Prova a ricordarti. Quando hai iniziato a volere più colori, o colori più belli, è lì che hai smesso di disegnare. O meglio, che hai smesso di disegnare con il cuore. E lo stesso per tutte le altre cazzate che dopo ti sei comprato, e dalle quali ora sei cazzo circondato.
Metti a fuoco per favore. Guardati attorno, dimmi che cosa vedi. Un computer di ultranuovagenerazione per i tuoi progetti, che non usi mai? Un cellulare extragigafigo che poi manco ci fai le telefonate? Una superfotocamera che col cazzo che usi? Cuffie dellamadonna per la musica coi superbassi che ti spari in metro con la faccia da zombie in galera? Ce le hai? No? Allora aspetta, aspetta. Fammi indovinare. Rolexone fighissimo per far da status e nessuno te lo caga? Articolo super pregio di crescita personale per trascendere una volta per tutte la tua vita e raggiungere lo status di divinità, ma ne hai letti 50 sta settimana e azionato mezzo, e dai la colpa al Coronavirus e al reddito dei politici? Figo frigorifero per la family che spruzza l’acqua il ghiaccio e le granite e i margarita e pure l’acquassanta? A proposito, quante granite ci hai fatto?
Ma il discorso non è nemmeno questo. Non è un discorso sullo spreco degli oggetti, o delle cose. Nossignore. Tac, pensavi di avermi fregato eh? No. C’hai l’incenso del cazzo, fai la meditazione tutti i giorni ma non sorridi, hai le piante in casa ma manco le saluti (sul serio, che ti costa?), hai un milione di amici e la ragazza e la famiglia e “minchia Dylan tu non hai idea del valore dei rapporti sociali invece”, e finite sempre per scacazzarvi addosso a vicenda le solite lamentele di tutti i giorni? Ma come no! Un po’ ti scacazzi, dai…
*Grazie di cuore Paolo Guerra.
R.I.P.
Scacazzare è una parola italiana
Fermi tutti, scacazzare è una parola italiana non me l’ha presa l’autocorrettore! NON CI POSSO CREDERE!!! 😀
Ci ho fatto il miniparagrafo apposta.

What you gonna do?
Davvero, hai un sito di crescita personale e hai paura a metterci le maiuscole, le parolacce, gli articoli amminchia, e le storiacce sul tuo passato marcio e schifoso che non le vuole sentire nessuno, e pure una bonazza sporcacciona clickbaity random in copertina all’articolo? Pfff.
Non hai mai vissuto.
NO? O sbaglio cazzo scusa? Dimmi se sbaglio! Ci sono tizi in giro che fanno “crescita personale” e rigurgitano fuori sempre le solite 4 frasette scacazzate (scusate ma ci devo prendere la mano ormai). Me compreso eh a volte, me compreso.
Non lo so man.
Ogni tanto riguardo sto benedetto sito, e penso di avere sbagliato tutto. Ogni tanto invece riguardo sto fottuto sito, e gli voglio un bene della madonna. Anzi, a volte gli parlo pure, come se fosse una persona.
Dylan: “Ehy, Autocrescita.com, come va?”
Autocrescita: “Bene grazie Dylan, anche solo Autocrescita va bene, non ti formalizzare. Ma a proposito, è Stefano o è Dylan?”
D: “Dylan, Dylan!”
A: “Ah ecco mi sembrava. Tu che mi racconti invece?”
D: “Ma oggi come vedi un sacco di stronzate. Oddio, secondo me spacca anche come concetto sai? Ci sono certi gonzi in giro che sperano di ricoprirsi di articoli e di video e di corsi perfino, e di ottenerci magicamente qualcosa di valido per la loro vita.”
A: “Non hanno capito un cazzo vero?”
D: “Bravissima. (Il sito è una lei) Devono mettere in pratica. Azionare. È quello che è importante. Non se scrivo questo o se scrivo quell’altro.”
A: “Senti Dylan, vedi di non fare troppo il minchione però, ok? Cos’è sta storia che hai detto a tutti che c’hai il pisello lungo 18 centimetri? Ma ti sembrava il caso? Guarda che sono finita in prima pagina su Google eh. Prova a cercare ‘pene enorme’. Che figura ci faccio adesso secondo te?”
D: “MA VA?? Davvero? Congratulazioni, brava!”
A: “Eh brava un paio di palle. Ascolta Dylan, adesso vado che devo lavorare. C’ho più visualizzazioni che mai ultimamente. Son soddisfazioni eh, il lavoro mi piace, ma è un casino. Bella Dylan hai spaccato. Se vedemo.”
D: “Ollapeppa! Non sapevo parlassi romanesco così bene. Bella Autocrescita, daje!”
Fate i bravi.
E ricordatevi queste importantissime parole, da parte di questo sito, in persona:
Se vive na vorta sola no? Sbajato. Se vive tutti li giorni. Na vorta sola… SE MORE!
– Autocrescita.com